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E se vi dicessimo che il più grande incasso al cinema di quest’anno è di un film di cui probabilmente non avete sentito parlare? Non un kolossal americano, ma uno cinese. Per di più: d’animazione! Si chiama “Ne Zha 2” e arriva ora anche in Italia dal 6 novembre con Minerva Pictures in collaborazione con FilmClub Distribuzione, che però gli ha cambiato nome in “Ne Zha – L’ascesa del guerriero di fuoco”. È infatti un sequel di Ne Zha, uscito nel 2019 e che da noi non ha mai avuto distribuzione – da qui l’esigenza di portarlo in sala come se fosse un capitolo a sé stante, cosa che da un punto di vista narrativo più o meno è.
Il film dei record
Ma occorre dare la dimensione del fenomeno. Allora guardiamo ai numeri. Ne Zha 2 è stato rilasciato in Cina nel giorno del capodanno cinese, il 29 gennaio 2025. Al 9 marzo, nell’arco di poco più di un mese, il film ha ottenuto al botteghino un incasso di 2 miliardi di dollari. Una cifra già enorme, tra le più alte di sempre anche se non la più alta, che tuttavia al suo interno ne segnala altre interessanti.
All’8 febbraio diventa l’incasso cinematografico più alto su un singolo territorio, record in precedenza detenuto dall’uscita di Star Wars: Il risveglio della Forza negli Stati Uniti nel 2015, impiegandoci però solo 11 giorni contro i 165 di Star Wars e assestando la sua corsa, al box office cinese, sugli 1,8 miliardi. Cifre che lo hanno reso poi anche il più grande successo per un’opera di animazione – primato che fino a quel momento spettava a Inside Out 2 con 1,66 miliardi e conquistato nel 2024 – e soprattutto: il film non in lingua inglese con il maggiore ritorno economico di sempre.
Di cosa parla Ne Zha – L’ascesa del guerriero di fuoco
Come spiegare un tale trionfo? Con un mix di moltissima epica, un ingente sforzo produttivo (al cambio circa 80 milioni di dollari, il più costoso film animato cinese) e soprattutto un piano editoriale basato sulla forza identitaria e culturale. Ne Zha – L’ascesa del guerriero di fuoco, scritto e diretto dall’animatore Jiaozi che aveva esordito con il capitolo precedente, fa parte infatti di un progetto cinematografico più ampio, il Fengshen Cinematic Universe.
Avete presente gli universi narrativi condivisi come quelli del Marvel Cinematic Universe? Bene, traslatene adesso il concetto dentro una delle opere di letteratura cinese più note, il Fengshen Yanyi, traducibile con “La canonizzazione degli dei”. Un romanzo vernacolare del 16esimo secolo che parla di dei, demoni ed esseri immortali, suddiviso in cento capitoli dove si mescolano elementi della mitologia, del folklore e delle credenze religiose cinesi. Ne Zha – L’ascesa del guerriero di fuoco è il terzo capitolo del filone, dopo appunto Ne Zha e un film di minore successo, Jiang Zi Ya, del 2020.
Di cosa trattano nello specifico? La storia del primo Ne Zha racconta di una Perla primordiale del caos che inizia a consumare le energie della Terra e perciò viene divisa in due distinte entità da Yuanshi Tianzun, la divinità suprema del Cielo. Hanno così origine la Perla dello Spirito e la Sfera del Demone, che si reincarnano in due fanciulli: Ne Zha, figlio del dio protettore Li Jing, e Ao Bing, figlio del re dragone. I due sarebbero destinati a contrapporsi l’uno all’altro, ma diventano invece amici scuotendo l’ordine delle cose. Dopo la distruzione dei loro corpi, in Ne Zha – L’ascesa del guerriero di fuoco gli spiriti dei due ragazzi devono essere riportati in forma fisica dal maestro Taiyi Zhenren, mettendo in moto una serie di eventi che destabilizzano un mondo in cui si intrecciano le volontà degli dei e il destino degli umani.
Ma il film come è?
Dentro Ne Zha – L’ascesa del guerriero di fuoco occorre entrare come un foglio bianco. Perché è un racconto che disarciona quelle che sono le nostre (tipicamente italiane) concezioni di cosa sia e possa essere un film d’animazione. Una categorizzazione per preconcetto spesso qualitativa e non di stile. Un qualcosa pensato, erroneamente, come destinato solo alla fanciullezza, al formativo. Ancor di più scardina la concezione di cosa sia un film d’animazione pensato per il largo consumo, cioè opere se non rassicuranti quantomeno ammorbidite nei risvolti e nelle rappresentazioni più crude.
L’opera di Jiaozi ha infatti dentro molte anime. È ricca di colpi di scena, con continui e inattesi rovesciamenti di fronte, densa di personaggi e situazioni che si intrecciano, evolvono e si rigirano sottosopra spostando di volta in volta i confini di una storia dal carattere mobile. Pone il bene e il male a confronto, in continuo scontro e sopportazione. Lo Yin e lo Yang. Le due parti della stessa esistenza che sono a fondamento della filosofia cinese e del taoismo, una in necessità dell’altra.
Ed è a questo principio che risponde l’anima doppia di Ne Zha – L’ascesa del guerriero di fuoco. È cruento, c’è sangue e durezza tangibile. Compaiono anche alcune sequenze di feroce rappresentazione di sterminio (di cose simili non ne troverete di certo nella Disney e nella Pixar di oggi). Tutto ciò in contraltare ad un piglio libertino costruito sulla figura infantile e sfrontata di Ne Zha, a cui non sono risparmiate gag che coinvolgono l’urinare e il vomitare. Registri molto bassi, venali e persino volgari, che nel tempo di una scena voltano la carta e si riversano in impennate drammatiche profondissime, scartando in scontri campali con centinaia di personaggi a schermo e con una densità visiva da capogiro.
Non siamo abituati ad associare tali picchi di tono a opere pensate per incassare tanto. Film come questo ci fanno allora bene nel compito di ricordarci che lì fuori, appena dietro il muro delle nostre convinzioni, ci sono paesi e orizzonti culturali immensi. E quindi immensi mercati con i propri gusti, icone e tendenze di costume – d’altronde in questo mondo si riduce tutto all’ampiezza dei mercati, no? Di cui spesso sappiamo pochissimo e di cui ci arriva ancora meno. C’è dunque da approfittarne, per imparare e lasciarsi permeare, ma pure intrattenere da qualcosa di diverso dal solito.
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