Chicken Run – The Early Days
Se seguite con regolarità i 400 Calci, e se siete qui a leggere non ho motivo per dubitare che lo facciate, conoscete già la nostra (la mia) posizione sui mostri grossi e sui film di mostri grossi, espressa più volte in contesti pubblici ma anche per esempio qui, qui e qui.
Se non seguite con regolarità i 400 Calci, e siete capitati su questa pagina per qualche giro curioso, ve la riassumo: i mostri grossi sono la cosa più bella del mondo. Ma anche: Hollywood e il cinema in generale non sanno sfruttarli a dovere, usandoli quasi sempre come ostacolo da frapporre tra uno o più personaggi e la loro crescita personale. Invoco ormai da anni il film di mostri grossi definitivo, il The Raid dei mostri grossi: un minuto di esposizione, 89 minuti di mostri grossi che si menano. Chissenefrega del lato umano e dell’approfondimento psicologico.
Approfondireste mai psicologicamente una macchina usata da quest’uomo?
Ebbene, qui all’Osservatorio Mostri Grossi, ente no profit a carattere culturale istituito in seno al Sindacato Mostri Grossi (eh eh seno 🤭), tenevamo d’occhio da tempo Primitive War di Luke Sparke (in italiano: Luca ScintillƏ). Un film di dinosauri nella giungla? Una versione low budget ma high concept (no) dei recenti, irricevibili Jurassic Worlds, che addirittura punta per quanto possibile sul “realismo” e sulla rappresentazione scientificamente accurata dei dinosauri stessi? Oh wow, stai cercando di sedurmi, Luke? Guarda che sono già seduto, scrivere in piedi è scomodissimo.
Non so di preciso quando ho cominciato a insospettirmi, ma credo che sia quando, dopo aver messo su Primitive War, mi sono addormentato entro la prima mezz’ora. Sì, lo so, ditelo: ah ah, sei un vecchio. Era pomeriggio, eh! Mica tarda notte con i dinosauri. E giuro che sono partito con le migliori intenzioni e impressioni: nel giro di una manciata di inquadrature Primitive War ci regala già un Deinonychus piumato che decapita un soldato. OK, lo fa al buio e sotto la pioggia, illuminato solo occasionalmente da un lampo, il che non promette bene sull’annosa questione “sì bello ma non si vede un cazzo”. Ma insomma, dinosauri nella giungla! Il problema è che poi arrivano in ordine queste tre cose:
Mmm…
MMM…
La didascalia più superflua della storia.
E lì il tutto ha cominciato a puzzarmi un po’, e il puzzo si è intensificato man mano che Primitive War perdeva tempo a presentarmi personaggi e situazioni prese di peso da qualunque cazzo di film sul Vietnam della storia del cinema. E così mi sono addormentato prima che le cose tornassero interessanti, e ho ripreso la visione il giorno successivo, ormai preparato a un’esperienza che, come indicato dal fetore, sapevo che mi avrebbe lasciato parzialmente deluso. L’ho fatto canticchiandomi a ripetizione questa SIGLA!
Ci pensate mai che è più di mezzo secolo che gli americani si inventano le peggio scuse pur di giustificare quello che è successo in Vietnam? Decine, forse centinaia di film che rimestano nel torbido nel tentativo di trovare un’interpretazione, una motivazione, un angolo dal quale guardare quel disastro e non uscirne con le patriottiche ossa interamente rotte. L’altro approccio è ovviamente quello dei film che abbracciano questa sconfitta militare e morale, ma anche questi raramente si prendono la responsabilità completa della faccenda, e trovano il modo di individuare delle vittime (solitamente i giovani mandati al fronte a morire per una guerra della quale non gli fregava un cazzo) e di fare dei distinguo. E non è forse l’altra faccia della stessa medaglia?
Ora, Primitive War è un film australiano, come dimostrato dal fatto che il protagonista è Ryan Kwanten, ma è tratto da un romanzo americano e lo adatta con ragionevole fedeltà. Questo mi permette di proclamarlo trionfatore assoluto nella gara delle scuse assurde: “Gli Stati Uniti hanno perso la guerra del Vietnam perché c’erano i dinosauri” è una giustificazione sinceramente imbattibile, una sorta di versione bellica di “il cane mi ha mangiato i compiti”. Da sola basterebbe per proclamare Primitive War un successo, se non fosse che il film si prende due ore e un quarto per presentarla, una buona metà delle quali clamorosamente dispensabile.
La fazza di uno che sa di essere dispensabile.
Dicevo prima di Ryan Kwanten. A me lui sta simpaticissimo perché dietro quella faccia da Ryan Reynolds del discount si nasconde un cuore di panna che mi ricorda Cary Elwes, e fatico a pensare a un complimento migliore da fare a un attore. E poi la sua presenza è da sempre garanzia di stronzatone, è un uomo-cestone che negli ultimi anni ha definitivamente messo in soffitta qualsiasi tentazione alta per dedicarsi alla nobile arte del cavarsela con quattro spicci. Per dire: Primitive War è costato 7 milioni, e io mi chiedo, ma con così pochi soldi a disposizione perché dovete prendervi tutti mortalmente sul serio?
Kwanten, che ha un cognome buffissimo (“Kwanten?” “Due dozzinen”, tipo Sturmptruppen), viene qui imprigionato in un ruolo che non è il suo almeno tanto quanto non è, boh, il mio. È il capo dei VULTURE, una forza speciale che si occupa di esplorazioni approfondite nel cuore del territorio nemico e che, come una specie di Suicide Squad o di qualsiasi altra cazzo di squadra mandata a compiere una pericolosa missione vagamente suicida, è composta da pendagli di forca, avanzi di galera e altri generici caratteri più o meno scopiazzati da Predator ma senza la personalità. Quando un gruppo di Berretti Verdi viene spazzato via da degli assalitori misteriosi, i VULTURE vengono mandati nel buco del culo del Vietnam a cercare la verità. Scopriranno appunto che la colpa è dei dinosauri.
“ChatGPT mi dice che dovrebbero essersi estinti ma vai a sapere”
E dei russi! Speravate che Primitive War fosse una storia di sopravvivenza, di un manipolo di uomini vs. un manipolo di dinosauri sopravvissuti all’estinzione in stile Conan Doyle? Be’, sucate: non è così, c’entrano i russi. E mi spiace quasi rovinarvi lo spiegone che è uno dei momenti più ilari dell’intero film, ma non ho mai scritto una frase come quella che sto per scrivere e col cazzo che mi faccio sfuggire l’occasione: in pratica i russi hanno costruito un collider in mezzo alla giungla vietnamita, che in teoria dovrebbe aprire varchi nello spazio-tempo che i soldati possono usare per teletrasportarsi alle spalle del nemico. In pratica, il primo collaudo ha aperto un varco nello spazio-tempo dal quale sono usciti un botto di dinosauri.
Capito? Non è una stupida de-estinzione alla Jurassic World, di quelle che danno vita a specie ibride tipo lo Stronzoraptor e il Tyrannus cattivissimus e come diamine si chiamano le altre bestie di quei filmacci di merda. No, sono proprio i dinosauri veri, caduti letteralmente dal cielo, e pure da momenti diversi della storia del pianeta! L’immancabile T. rex, per esempio, ha una trentina di milioni di anni in meno del succitato Deinonychus, che nel film peraltro ricopre il ruolo che gli è stato razzato dal più piccolo e sfigato Velociraptor fin dal primo Jurassic Park, e solo sulla base del fatto che “Velociraptor” è un nome più fico di “Deinonychus“. Giustizia è finalmente fatta, per tutti tranne che per la cronologia. E mica sono usciti solo dinosauri da quei varchi! C’è una bellissima scena (bellissima perché una delle poche illuminate come si deve) che coinvolge uno stormo di Quetzalcoatlus, per dire. Viva i polli!
“Non osare mai più chiamarli polli, hai capito?”
E allora se è tutto così bello perché ho passato tutto questo tempo a lamentarmi? Facile: perché quello che è bello è troppo poco, e peraltro spesso tutto buio e piovoso. La vedete lei lì? Sì, è Tricia Helfer, attrice canadese, mio idolo assoluto, una che nella vita ha fatto un sacco di robe pazzissime, e che qui poraccia deve fare l’accento russo. È l’irrinunciabile scienziata pentita che vuole fermare il suo ex capo e i suoi folli esperimenti, il che le permette anche di indossare il camice della Dottoressa Spiegoni, ed è a conti fatti solo un altro bastone tra le ruote del carro carico di dinosauri che Primitive War cerca insistentemente di non essere. Io posso perdonare ogni carenza dovuta al budget, ogni scorciatoia di sceneggiatura, tutto quanto a fronte di un bel film di mostri; ma qui Sparke ha voluto fare prima di tutto il film di guerra, e solo in second’ordine quello di dinosauri.
Il che mi porta all’altro grande cruccio che ho su questo film: è pieno di bestione preistoriche che fanno cose interessanti, e l’unico modo che i personaggi umani hanno per interagire con loro è sparacchiargli fortissimo in fazza. C’è una quantità incalcolabile di sparatorie, e mica scene intricate e coreografate e belle belliche, no: gran parte delle sequenze d’azione consistono nel guardare gente che spara verso la giungla urlando, senza comunque riuscire a scalfire la pellaccia delle bestie a cui sparano. Ogni tanto una di queste bestie si magna la testa di uno di questi soldati: bello, ripeto, ma troppo poco e troppo secondario rispetto al dramma militare e umano di questa squadra di disperati che bla bla bla che palle raga, che palle.
La roba che vedrete più spesso durante Primitive War.
Forse l’aspetto più deludente in assoluto di Primitive War è la pervicacia con la quale insegue la completa mancanza di creatività. Ci sono un paio di momenti brillanti, uno su tutti una caduta collettiva da una cascata che coinvolge anche il T. rex, che poi torna a riva nuotando come un coccodrillo – roba scientificamente inaccettabile (è più probabile che nuotasse usando le zampe posteriori a mo’ di pinne, ma vabbe’) ma visivamente azzeccatissima. Ma sono istanti, scintille nel buio di un film che per il resto procede come un normalissimo film sul Vietnam senza molto da dire, nel quale neanche il ruggito dei dinosauri riesce a squarciare la monotonia.
Dopodiché, per carità, Primitive War è anche iperviolento, e considerando quanto è costato se la gioca decisamente al di sopra delle sue possibilità: su un grande schermo, questi grossi rettili mesozoici fanno la loro figura, e al netto di tutto è sempre meglio un film del cazzo pieno di dinosauri che un film del cazzo senza i dinosauri. Però la delusione rimane, e la sensazione che se non volesse essere a tutti i costi un film serissimo il risultato finale sarebbe stato memorabile. Così invece ci ricorderemo i dinosauri e poco altro.
Poi, comunque, oh, meglio dei Jurassic Worlds.
Quote
«Comunque meglio dei Jurassic Worlds»
(Stanio Kubrick, i400calci.com)
Dove guardare Primitive War