Il microbiota intestinale influenza la regolazione del sonno attraverso l’asse microbiota-intestino-cervello. lo rivela una ricerca guidata da Lin Lu, dell’Università di Pechino, pubblicata su Brain Medicine. I risultati mostrano le complesse connessioni tra microbiota intestinale e regolazione del sonno, sottolineando che l’asse microbiota-intestino-cervello è un percorso fondamentale per comprendere e potenzialmente trattare i disturbi del sonno.
Secondo lo studio, trilioni di batteri presenti nell’intestino comunicano bidirezionalmente con il cervello tramite vie immunitarie, neurali e metaboliche; tra i metaboliti chiave vi sono gli acidi grassi a catena corta e gli acidi biliari, capaci di modulare l’infiammazione, la barriera intestinale e i circuiti cerebrali associati al sonno; segnali come GABA, serotonina e melatonina hanno ruoli critici nella sincronizzazione tra veglia e sonno, mentre l’attivazione dell’asse HPA legata allo stress può modificare sia la componente endogena del sonno sia la composizione del microbiota.
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Le evidenze mostrano che insonnia cronica, apnea notturna e disturbi del ritmo circadiano presentano firme microbiche ricorrenti, con diminuzioni di batteri benefici e alterazioni della produzione di metaboliti chiave, suggerendo che interventi mirati al microbiota possano migliorare la qualità del sonno. I meccanismi includono la modulazione dei livelli di butirrato e di altri SCFA, la regolazione della permeabilità intestinale e l’influenza sui sistemi di neurotrasmissione; i segnali provenienti dall’intestino possono raggiungere il cervello tramite la via vagale, i vasi sanguigni e l’ingresso di metaboliti nel sangue, contribuendo a una regolazione o squilibrio del sonno.
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Le implicazioni cliniche sono promettenti: probiotici mirati, prebiotici, simbiotici e persino trapianti di microbiota fecale hanno mostrato potenziali benefici nel migliorare la qualità del sonno in diverse condizioni, includendo insonnia cronica, disturbi del ritmo circadiano e, in alcuni casi, comorbilità come disturbi neuropsichiatrici; tuttavia restano sfide importanti come la variabilità individuale delle risposte, la necessità di studi clinici standardizzati e di biomarcatori affidabili per guidare terapie personalizzate. In futuro, la ricerca potrebbe fornire strumenti diagnostici basati su profili microbici o metabolomici e sviluppare terapie mirate con protocolli rigorosi per integrare la salute del microbiota nella gestione del sonno e della salute cerebrale in generale.
In sintesi, l’asse microbiota-intestino-cervello emerge come un elemento cruciale della regolazione del sonno, aprendo nuove strade per interventi non farmacologici e farmacologici, e trasformando la comprensione di come il corpo e la mente restino sincronizzati nel riposo, con potenziali ripercussioni sulla prevenzione di malattie metaboliche, cardiovascolari e neuropsichiatriche.