di
Allegra Ferrante

Il dipendente della fabbrica a Sud di Milano aveva perso il lavoro dopo aver segnalato un errore sui permessi ottenuti con la legge 104 per assistere la moglie malata. La svolta giovedì mattina, dopo 4 giorni di sciopero a oltranza

Fabio Orlando fa respiri lunghi. È incredulo. «Hanno fatto dietrofront, sono stato reintegrato». Quattro giorni in cui ha smesso di dormire, insieme a sua moglie e ai suoi due figli. Vivere la quotidianità, in una dimensione di sospensione, era diventato insostenibile: licenziato, con una lettera consegnata a mano dopo 25 anni di impiego come operaio specializzato, dall’azienda Deloro Microfusione di Fizzonasco, a causa di un’irregolarità nell’utilizzo della legge 104 che lui stesso aveva segnalato al datore di lavoro. Di fatto autodenunciandosi.

La svolta è arrivata giovedì mattina. A seguito di una lunga trattativa con i sindacati i vertici della Deloro – azienda che conta 193 dipendenti, con sede a sud di Milano – hanno revocato il licenziamento che era stato comunicato a Orlando venerdì 25 luglio. Subito era scattato lo sciopero a oltranza dei lavoratori: i colleghi, che hanno protestato davanti ai cancelli della fabbrica insieme a Fabio e a suo fratello Luigi, delegato della Fiom, hanno rinunciato a quattro giorni di stipendio, ma hanno ottenuto ciò che chiedevano: il ripristino all’impiego. 



















































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L’azienda aveva motivato il provvedimento accusando Orlando di aver usufruito di permessi della Legge 104 in modo «non spettante», dopo che lui stesso aveva segnalato un’anomalia relativa alla revisione del permesso (la legge 104 prevede un rinnovo periodico, a seguito del quale può esserci un cambiamento da comunicare all’Inps, ndr). Sebbene in un primo momento fosse stato concordato di sanare l’errore contabile restituendo il dovuto, c’era stato poi un inaspettato cambio di rotta che aveva portato al licenziamento.


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31 luglio 2025 ( modifica il 31 luglio 2025 | 12:58)

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