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Redazione Online
Il generale un tempo a capo delle carceri libiche arrestato a Tripoli: mesi fa venne detenuto in Italia, su mandato della Corte penale dell’Aia, ma poi rilasciato ed espulso dietro la decisione del governo italiano. Le opposizioni chiedono alla Camera una informativa urgente del governo
La procura generale libica ha ordinato l’arresto del generale Almasri, ex capo della sicurezza delle carceri di Tripoli. Lo scrive l’emittente libica Libya24, attraverso il suo profilo Facebook.
Almasri è stato rinviato a giudizio per avere torturato migranti e provocato la morte di uno di loro.
La carcerazione è stata disposta in via preventiva dal procuratore generale Sadiq al Sour, ha spiegato l’emittente Al Ahrar, dopo indagini sulla morte di un prigioniero nella Fondazione per la riforma e la riabilitazione, struttura carceraria di Tripoli. Lì sarebbero state commesse violenze su almeno 10 detenuti e le prove raccolte erano tali da giustificare l’arresto. Almasri «è ora in detenzione preventiva», ha chiarito la tv.
Almasri era stato al centro di un caso che aveva coinvolto il governo italiano, la Corte penale dell’Aia e la Libia. Arrestato in Italia su mandato della Corte, il generale era stato infatti in seguito rilasciato ed espulso per decisione del governo italiano, ed era tornato in Libia a bordo di un volo di Stato.
Le reazioni in Italia
La notizia dell’arresto in Libia ha scatenato immediate reazioni in Italia. Tutte le opposizioni chiedono alla Camera una informativa urgente del governo dopo la notizia dell’arresto di Almasri da parte della Libia.
Di «umiliazione» per il governo Meloni parla il leader dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte: «Alla fine Almasri, un torturatore con accuse anche per stupri su bambini, è stato arrestato in Libia. Invece la nostra premier e i nostri ministri lo hanno fatto rientrare a casa con voli di Stato, con la nostra bandiera, calpestando il diritto internazionale e la Corte penale internazionale, il cui Statuto a tutela dei diritti è stato firmato a Roma. Non è questa l’Italia».
E dal Pd è arrivata la voce della segretaria Elly Schlein: «Evidentemente per la procura in Libia il diritto internazionale non vale «solo fino a un certo punto», come per il governo italiano. Questa è una figura vergognosa a livello internazionale per cui il governo deve chiedere scusa agli italiani».
Netta la posizione di Matteo Renzi, leader di Italia Viva. «La giustizia libica ha arrestato il generale Almasri per torture sui detenuti. Anche la polizia italiana lo aveva fatto, per lo stesso reato, quasi un anno fa. Ma Giorgia Meloni e Carlo Nordio hanno scelto di liberare Almasri e gli hanno pagato un volo di Stato con tutti gli onori, scrivendo una pagina vergognosa nella storia delle Istituzioni del nostro Paese. Il Governo Meloni è il Governo dell’ingiustizia».
«Per torture ed abusi ordinato l’arresto di Almasri a Tripoli. Evidentemente sarà consegnato alla Corte Penale Internazionale. Insomma quello che Nordio, Piantedosi e Mantovano hanno impedito a gennaio, violando la legge, ora accade in Libia. Un po’ di vergogna dalle parti di Palazzo Chigi, no eh?», scrive su X Nicola Fratoianni di Avs.
Le agenzie di stampa riferiscono che il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha risposto «Non me ne sto occupando» ai cronisti che, alla Camera, gli chiedevano un commento sull’arresto.
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5 novembre 2025 ( modifica il 5 novembre 2025 | 16:58)
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