È stato convalidato, stamani, l’arresto della persona accusata della morte di Aniello Scarpati, poliziotto rimasto vittima di un incidente stradale domenica scorsa a Torre del Greco.

ll gip di Torre Annunziata, Riccardo Sena, ha convalidato l’arresto e disposto il carcere per il 28enne Tommaso Severino, che avrebbe travolto alla guida di un suv la pattuglia della polizia mentre era in servizio. Ha risposto alle domande del giudice singhiozzando, ha fatto sapere il suo avvocato.

“Ha riferito che lui, come la sua famiglia, è distrutto per questa morte”, ha proseguito l’avvocato Domenico Dello Iacono, suo difensore. “Ha ammesso di avere fatto abuso di alcol (“nell’ultimo bar dove siamo stati ho bevuto due whiskey”) ma di non avere assunto droga (“ho fatto uso di cocaina, ma 15 giorni fa e non quella sera”)”. “Nessuno più di me può capire cosa proviamo quando si subisce una perdita così grande”.

La procura di Torre Annunziata aveva chiesto che Severino restasse in carcere a Poggioreale perché potrebbe reiterare il reato di omicidio stradale aggravato in quanto avrebbe “una propensione al delitto”.

Le motivazioni della detenzione in carcere

Nel provvedimento cautelare disposto oggi il Gip ha affermato che “L’indagato ha mostrato una notevolissima potenzialità offensiva, ponendosi alla guida di un veicolo in stato evidentemente alterato, tale da modificare la sua percezione della realtà procedendo ad una velocità altissima, sicché il tragico evento che spezzava in modo ingiusto, tanto più in quanto evitabile la vita di un agente impegnato soltanto a svolgere il proprio lavoro, e metteva a repentaglio altre vite (non soltanto quella dell’agente ferito, ma anche quella dei passeggeri della vettura condotta dall’indagato, tra cui figuravano minorenni), costituiva una conseguenza verosimile e prevedibile, direttamente ricollegabile alla condotta incosciente e scellerata”.

“Il suo comportamento – prosegue il Gip a proposito di Tommaso Severino – si connotava al massimo livello di colpa, apparendo ingiustificabile sotto tutti i profili valutabili (la preventiva assunzione di alcool e droghe, la velocità altissima alla quale procedeva, l’insofferenza rispetto alle richieste dei passeggeri della vettura che lo invitavano a rallentare, l’omissione di soccorso, la successiva fuga), sicché risulta connotato da una gravità estrema, della quale non si può non tenere conto ai fini della valutazione delle esigenze da preservare col presidio cautelare, avuto riguardo sia alla personalità del soggetto (peraltro gravato anche da precedenti penali per lesioni e porto d’armi), sia agli elementi di fatto”.

Si è scelta la custodia cautelare in carcere per “la assoluta gravità delle condotte compiute e la personalità del reo (che ha violato molteplici precetti)” che “inducono a far concludere nel senso di una totale incapacità del prevenuto a trattenere le proprie spinte criminose ed a ritenerlo, di conseguenza, incapace di rispettare le prescrizioni imposte con misure non custodiali” e che “non è possibile formulare una prognosi fausta in ordine alla futura commissione di reati da parte del prevenuto”.

I funerali di Scarpati

Oggi si sono anche tenuti i funerali del poliziotto morto. Un lungo applauso ha accolto il feretro di Aniello Scarpati quando, avvolto nel Tricolore, è entrato nella chiesa evangelica Adi Napoli accolto dal picchetto d’onore della polizia.

Alla cerimonia prendono parte, accanto ai familiari e ai colleghi, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il capo della polizia Vittorio Pisani – che ha abbracciato il figlio di Scarpati al suo arrivo – il prefetto di Napoli Michele di Bari, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, il questore Maurizio Agricola e l’assessore comunale alla Sicurezza Antonio De Iesu.

La visita all’agente ferito

Al termine dei funerali, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il prefetto Vittorio Pisani hanno fatto visita in ospedale all’altro poliziotto coinvolto nel tragico incidente, l’agente scelto Ciro Cozzolino.