In un momento drammatico come questo, uno dei peggiori della storia della Fiorentina,  con l’ultimo posto in classifica, le dimissioni del direttore sportivo, l’esonero dell’allenatore, un nuovo ds, il silenzio del presidente è il primo indizio inquietante.

Sappiamo che Rocco non sta benissimo. Ci dispiace, la società di recente aveva comunicato l’esito positivo di un intervento chirurgico, rispettiamo la sua privacy, speriamo che guarisca presto, probabilmente non può collegarsi neppure in video, ma una dichiarazione, un comunicato, un messaggio al Popolo Viola ce lo saremmo aspettati. Il presidente è sempre intervenuto nei momenti cruciali, l’ultimo a fine campionato. Questa volta no. 

L’imbarazzo e la delusione per quello che sta succedendo, l’ambizione sbandierata e poi vanificata, la voglia di vincere trasformata in un disastro, sono evidenti, ma andrebbero comunque gestiti. E se non parla il presidente, se non dialoga con i tifosi, un motivo ci deve essere. Tante volte Rocco ha saputo rassicurare, del resto il calcio è scivoloso e imprevedibile come nessun’altra attività.

Dopo il silenzio dl presidente, la promozione di Goretti è un altro tassello sospetto. Con tutto il rispetto dell’ex direttore tecnico ora direttore sportivo al posto di Pradè, che magari sarà bravissimo, però non ha esperienza a certi livelli, non ha mai lavorato oltre la serie B e la serie C, è pronto per un incarico da far tremare i polsi?

O non ci si rende conto che il rischio serie B è molto alto o si cerca solo di tamponare nell’immediato, di fare con le persone già in organico, proprio perché si sta pensando a una soluzione diversa e in tempi rapidi.

Se ci fosse stata la volontà di fare seri programmi futuri, c’era la possibilità di sostituire Pradè con direttori esperti e vincenti come Giuntoli, ma anche Walter Sabatini e molti altri. Nessun passo è stato fatto.

Commisso come il Gattopardo. Cambio tutto per non cambiare niente. Qualcuno dice e non mi meraviglierei, che comunque Pradè sta ancora lavorando dietro le quinte. C’è chi lo segnalava in questi giorni anche al Viola Park, ma al di là di questo, le dimissioni sono arrivate soltanto a seguito degli striscioni, la sua testa è stata data in pasto a quelli che da tempo ne chiedevano l’addio. Guarda caso la contestazione domenica è stata molto morbida e non può essere un caso la cena di pochi giorni fa del Dg Ferrari con alcuni tifosi influenti.

Non può essere un caso neppure che Pradè non venga sostituito con un profilo di alto livello e non venga neppure rimpiazzato numericamente, ha il sapore di una scelta precisa in attesa di capire cosa succederà.

E poi c’è la vicenda allenatore. L’esonero di Pioli è stato pirandelliano, farsesco. Si pretendeva che l’allenatore si dimettesse, accettasse una transazione al ribasso, ma su quali basi? Il calcio funziona così, lo dovrebbero sapere. Perchè non hanno proposto a Pioli un contratto a obiettivo, tipo se mi porti in Champions o simili…

Ma anche la scelta del sostituto, s’è prolungata perché la Fiorentina è partita con l’idea di fare contratti solo fino a fine stagione. Altro indizio. Per questo si è andati su D’Aversa, un altro nome pare suggerito da Pradè, che aveva dato il suo ok per otto mesi.

Vanoli, il prescelto, invece fin da subito aveva chiesto un anno e mezzo. Alla fine l’ha avuto. Altri profili più costosi non sono mai stati presi in considerazione.

Altro indizio verso la cessione, una notiziola sulle possibili trattative di vendita della Fiorentina, apparsa qualche settimana fa su un quotidiano newyorkese, che non ha avuto grande eco.

Del resto, l’idea di vendere è stata sempre lontana dalle idee di Commisso. In un paio di situazioni sono state pure smentite alcune indiscrezioni bollate come fake news.

Ora però è tutto diverso. I problemi di salute di Rocco, una società debolissima, con una catena di comando ridotta all’osso, un Dg come Ferrari che non conosce il calcio, un Ds apprendista appena nominato come Goretti e una classifica da paura, potrebbero davvero indurre il presidente viola al grande passo. La prima richiesta sarebbe stata attorno ai 500 milioni. Si sussurra di un fondo pronto a investire meno di 400. Vedremo presto se c’è un fondamento a tutto questo.

Certamente anche Rocco Commisso che ha dato tanto alla Fiorentina, sa che in queste condizioni non è più possibile andare avanti. O rilancia, rafforza la società, ma le mosse vanno nella direzione contraria, o vende. Non ci sono altre strade.

Nel frattempo la panchina andrà a Vanoli, ex viola. Se non fosse per questa situazione e le incertezze che l’accompagnano, trattasi di profilo interessante. Vanoli ha fatto il secondo a Conte, è di quella scuola calcistica. Ha vinto la coppa di Russia con lo Spartak Mosca e aveva Donadel come secondo. Ha portato in A il Venezia. L’anno scorso con il Toro, piazza calda, non è andata benissimo con un rapporto interrotto anzitempo. Avrà Vanoli la forza per gestire un momento così drammatico?

Qualcuno dice che nello spogliatoio viola oggi potrebbe entrare chiunque e sarebbe ben accolto, non volevano più vedere Pioli, tutto era diventato ingestibile. La squadra c’è, nonostante alcuni problemi di organico, se i giocatori decidono di cambiare passo lo capiremo presto.

Forse già da stasera a Mainz. Dalle parole di Galloppa, la sua voglia di cambiare tanto da subito, s’è capito che è la squadra che ha voglia di cambiare, che non sopportava più le cose proposte da Pioli. Le sue idee, forse anche i suoi modi.

Ci devono essere state delle tensioni non da poco che hanno portato in campo una squadra di fantasmi. E Pioli che non ha voluto fare una transazione per nessuna ragione racconta di una probabile reazione per tutto quello che è successo e un po’ avevamo capito.

Ma qui torno alla debolezza della società  all’inadeguatezza nel ruolo di Ferrari e a Pradè che aveva capito di essere a fine ciclo, ma se n’è andato troppo tardi.

Una società forte, con gente di calcio, dirigenti autorevoli, le tensioni e le guerre di spogliatoio avrebbe dovuto avere la forza per capirle prima e per intervenire poi.

L’ultimo posto in classifica non è un caso o una maledizione, ma una inevitabile fine di una società che dalle beffarde dimissioni di Palladino in poi, ma anche prima, dalla morte di Joe Barone e senza Rocco, non ha più fatto cose di calcio.