Il nuovo test del Salvagente ha analizzato alcuni biscotti per la colazione dei marchi più noti – come Mulino Bianco, Saiwa, Doria, Balocco, Esselunga e Coop – valutando la presenza di contaminanti come acrilammide e micotossine


Francesca Biagioli Francesca Biagioli

5 Novembre 2025

@GreenMe

Sono tra i protagonisti della colazione di milioni di italiani, ma non tutti si equivalgono. Parliamo dei biscotti, analizzati in un nuovo test de Il Salvagente per verificare non solo la lista degli ingredienti con cui sono realizzati ma anche la presenza di acrilammide e micotossine, due contaminanti che possono insinuarsi nei prodotti da forno.

Le analisi hanno riguardato 29 tipi di biscotti, di cui 13 “bianchi” e 16 integrali, appartenenti ai marchi più diffusi: da Mulino Bianco a Saiwa, da Balocco a Doria fino ai prodotti a marchio della GDO come Esselunga, Coop, Lidl, Conad ed Eurospin.

Curiosi di scoprire i risultati?

I risultati del test sui biscotti

Se la presenza di micotossine risulta nel complesso rassicurante, i livelli di acrilammide, seppur entro le soglie di riferimento, restano un campanello d’allarme, soprattutto per i bambini.

L’acrilammide si forma quando alimenti ricchi di amido – come biscotti, pane, patate o caffè – vengono cotti o tostati ad alte temperature. È un sottoprodotto della reazione di Maillard, la stessa che dona ai cibi la loro doratura e croccantezza, ma che può trasformare la colazione in una potenziale fonte di esposizione a una sostanza classificata dalla Iarc dell’Oms come “probabile cancerogeno per l’uomo”.

L’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) da anni segnala la necessità di ridurre la presenza di acrilammide negli alimenti, in particolare in quelli destinati ai bambini, che risultano essere tra i più esposti. I dolci da forno e i biscotti rappresentano infatti una quota significativa dell’assunzione quotidiana di questo contaminante nella dieta infantile.

Eppure, nonostante le raccomandazioni scientifiche, l’Unione europea non ha mai fissato un limite legale vincolante, ma solo dei valori di riferimento: 350 microgrammi per chilo per gli adulti e 150 per i bambini fino a 3 anni. Si tratta di soglie orientative, non obbligatorie, che i produttori dovrebbero rispettare su base volontaria. In pratica, anche quando un biscotto contiene livelli elevati di acrilammide, non è previsto alcun ritiro dal mercato.

Nel test de Il Salvagente, nessun campione ha superato la soglia massima prevista per gli adulti, ma diversi prodotti si avvicinano sensibilmente a quella per i più piccoli. E considerando che i biscotti sono spesso consumati da tutta la famiglia, il dato è tutt’altro che rassicurante.

Secondo le analisi condotte nei laboratori dell’Università Federico II di Napoli, la concentrazione media di acrilammide è risultata pari a 88,6 microgrammi/kg: un valore che, pur rispettando le soglie di riferimento, comporta un potenziale rischio cumulativo per chi consuma abitualmente biscotti, soprattutto bambini e adolescenti.

Il test ha analizzato anche la presenza di micotossine, sostanze tossiche che possono svilupparsi nei cereali a causa di muffe e funghi, soprattutto se le materie prime non vengono conservate correttamente.

Nel complesso, la situazione è apparsa più rassicurante rispetto all’acrilammide. Le due micotossine più note e regolamentate, Deossinivalenolo (Don) e Zearalenone, risultano ben al di sotto dei limiti di legge in tutti i campioni analizzati.

Più complessa invece la questione delle cosiddette “tossine emergenti”, come le Enniatine (Enn), per le quali non esistono ancora valori normativi di riferimento, ma alcune sono state trovate in concentrazioni tutt’altro che trascurabili. Sebbene non si conoscano ancora con precisione i loro effetti a lungo termine, la loro presenza diffusa suggerisce la necessità di ulteriori controlli e di un aggiornamento delle normative europee.

Oltre ai contaminanti, Il Salvagente ha valutato anche la qualità complessiva delle ricette, premiando i prodotti con più fibre e meno zuccheri e penalizzando quelli con ingredienti poco salutari.

Tra i “sorvegliati speciali” figurano l’olio di palma, ancora presente in alcuni marchi noti per il suo elevato contenuto di grassi saturi, e lo sciroppo di glucosio-fruttosio, ingrediente dolcificante che può contribuire allo sviluppo del fegato grasso nei bambini.

Sotto osservazione anche i fosfati, additivi che possono ridurre l’assorbimento del calcio, e alcuni edulcoranti come il maltitolo, potenzialmente responsabili di disturbi intestinali se consumati in eccesso.

A seguire, i due peggiori biscotti bianchi tra quelli presi a campione (degli integrali parleremo in un altro articolo).

Biscotti “bianchi”: i due peggiori del test

Tra i biscotti classici analizzati, due prodotti sono finiti in fondo alla classifica. Si tratta dei seguenti:

  • Esselunga Frollini alla panna – Punteggio: 5,9/10 che presentano 134 mcg/kg di acrilammide, un valore entro i limiti ma non trascurabile. Rilevate anche tracce di micotossine “emergenti” come Enn B (28 mcg/kg) ed Enn B1 (5 mcg/kg), mentre la micotossina Don resta sotto i livelli di attenzione (34 mcg/kg). Il giudizio complessivo è quasi sufficiente, ma con qualche ombra che pesa sulla valutazione finale
  • Doria Bucaneve – Punteggio: 5,5/10 – Un nome storico della colazione italiana che però, secondo Il Salvagente, non convince del tutto. L’acrilammide raggiunge 148 mcg/kg, avvicinandosi alla soglia di riferimento per i più piccoli. Sul fronte micotossine, si rilevano tracce di Zearalenone (5 mcg/kg) e Enniatine B (4 mcg/kg), entrambe sotto i limiti di legge ma non del tutto assenti

Per leggere tutta la classifica dei biscotti, fate riferimento al numero di novembre del Salvagente.

Fonte: Il Salvagente

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