di
Andrea Ducci

Il ministro dell’Economia Giorgetti: «La riduzione tutela i redditi medi». Rottamazione delle cartelle, l’allarme della Corte dei conti

«Ho lo svantaggio di prendere le decisioni e non fare solo il professore rispetto a quello che fanno gli altri». L’ennesima maratona di audizioni sulla legge di Bilancio colleziona critiche e rilievi, soprattutto su come si distribuiscono i benefici del taglio dell’Irpef, sull’opportunità di una nuova rottamazione, sulla tassazione sugli affitti brevi che alimenterebbe il nero, mettendo così alla prova la tenuta del ministro dell’Economia, che prende la parola dopo gli interventi di Istat, Cnel, Bankitalia, Corte dei Conti e Ufficio Parlamentare di Bilancio. 

Durante le audizioni nelle commissioni Bilancio di Senato e Camera a finire sotto la lente è la norma che riduce il prelievo fiscale nello scaglione di redditi tra 28 e 50 mila euro, tagliando l’aliquota dal 35% al 33%, una delle misure più identitarie della manovra.



















































Dove vanno le risorse

Secondo l’Istat, così come congegnata, va a beneficio degli italiani più ricchi, riservando loro l’85% delle risorse. A dirlo è il presidente, Francesco Maria Chelli, quando spiega che «ordinando le famiglie in base al reddito disponibile equivalente e dividendole in cinque gruppi emerge che l’85% delle risorse» andranno alle fasce di reddito più alte, con l’evidenza, tuttavia, che «per tutte le classi di reddito il beneficio comporta una variazione inferiore all’1% sul reddito familiare». 

Una constatazione analoga la fa Fabrizio Balassone di Bankitalia, segnalando che la manovra non riduce le disuguaglianze dei redditi e che per le famiglie «dal 2019 al 2023 c’è stata un’ampia perdita di potere d’acquisto del 10%, recuperata solo di 3 punti». 

Bankitalia nutre dubbi anche sulla rottamazione. «L’evasione fiscale danneggia la crescita e produce iniquità», osserva Balassone, aggiungendo che la definizione agevolata comporta «una perdita di gettito di 1,5 miliardi nel 2026». Bankitalia dedica un passaggio anche al giro di vite sulle banche, ricordando che il settore del credito è «solido», ma sarebbe meglio «evitare troppe modifiche inattese alla tassazione delle banche».

La Corte dei Conti critica

Dopo Balassone è la volta di Mauro Orefice della Corte dei conti, che punta dritto su taglio dell’Irpef, rottamazione e affitti brevi. Nel primo caso certifica che la riduzione della seconda aliquota Irpef è «pensata per i contribuenti con reddito superiore ai 28mila euro», ma gli effetti maggiori si producono per i «contribuenti con reddito pari o superiore ai 50mila euro fino ai 200mila euro». 

Sulla sanatoria fiscale Orefice è altrettanto netto, alimentando così l’ennesimo capitolo del duello a distanza tra i magistrati contabili e il governo, innescato fin dall’inizio della legislatura dalla scelta di sottrarre le opere del Pnrr al controllo della Corte dei conti e, poi, proseguito fino al recente stop della Corte al progetto governativo per il Ponte sullo Stretto.

Così Orefice segnala che la rottamazione ha un duplice difetto: «Può ridurre la compliance fiscale» e genera «il rischio che l’Erario possa diventare un “finanziatore” dei contribuenti morosi»

Ma la Corte dei Conti è critica anche sull’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi perché rischia di incentivare l’evasione. Ad associarsi sul fatto che la rottamazione mina il rispetto delle norme fiscali e che l’intervento sull’Irpef sia a beneficio dei contribuenti con redditi oltre 48mila euro (in media 408 euro per i dirigenti e 23 euro per gli operai) è anche l’Upb.

La difesa di Giorgetti

Di fronte a questo quadro Giorgetti replica partendo dall’obbligo di tenere sotto controllo i conti pubblici. «Ho grande rispetto per i soggetti auditi prima di me. Dovete guardare anche a quello che abbiamo fatto non solamente quest’anno, ma in questi 3 anni: un intervento equilibrato tenendo conto del complesso delle misure».

E sull’Irpef osserva: «Tutela i contribuenti con redditi medi, ed estendendo la platea di chi aveva beneficiato del cuneo fiscale coinvolge il 32% dei contribuenti», con un beneficio medio di 218 euro all’anno e fino a 440 euro. Sulla rottamazione, «l’ultima» assicura, il ministro aggiunge: «Non pensiamo di perdere gettito, naturalmente è distribuito diversamente. È una norma a favore di quelle imprese che non ce la fanno o non ce la farebbero a continuare l’attività se dovessero onorare tutto il debito subito». Sugli affitti tiene a dire: «Siamo intervenuti sulla cedolare secca, che gestisce Airbnb e non crediamo che abbiamo danneggiato nessuno di quelli che devono abitare nella propria abitazione».

Pd e Confindustria

Una visione che si scontra con le critiche dell’opposizione. «Questa è una manovra da austerità, è importante tenere i conti in ordine, ma manca una visione sullo sviluppo del Paese, sulla politica industriale, su incentivi che rilancino l’economia», lamenta la segretaria del Pd Elly Schlein che ieri ha incontrato il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, per definire e rilanciare «un grande piano Ue di investimenti pubblici e privati da 800 miliardi di euro».

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7 novembre 2025