voto
6.5

  • Band:
    DEGRAVED
  • Durata: 00:36:00
  • Disponibile dal: 14/11/2025
  • Etichetta:
  • Dark Descent
  • Me Saco Un Ojo Records

Streaming non ancora disponibile

Bel logo, bella copertina e un titolo perfettamente in linea con l’immaginario del death metal più arcano e plumbeo: con “Spectral Realm of Ruin”, i Degraved firmano un debutto che si presenta come si deve, confermando le buone impressioni lasciate in passato su qualche palco d’eccezione – incluso il Kill-Town Death Fest di Copenhagen, dove la band americana aveva già dimostrato di sapersi muovere con disinvoltura in un contesto di culto per il death metal underground contemporaneo.

Il loro suono non lascia spazio a fraintendimenti: siamo nel territorio del “nuovo old school”, quella corrente che negli ultimi anni ha riscoperto i toni umidi e corrosi dei primi anni Novanta, ma filtrandoli attraverso la lente di una generazione cresciuta con gruppi come Spectral Voice, Krypts e Mortiferum. È da questi nomi, più che dai classici indiscussi del passato, che i Degraved sembrano aver appreso le coordinate principali del proprio linguaggio: atmosfere cupe, tempi medio-lenti, riff che si muovono come colate di fango e un gusto marcato per le strutture dilatate e per la tensione sotterranea più che per l’impatto immediato.

Certo, qua e là affiorano pure echi dei Morbid Angel – una progressione contorta, un assolo sferzante, un accento ritmico – ma si tratta più di suggestioni che di veri tributi. Il gruppo originario di Seattle punta soprattutto su un intreccio di pesantezza e riverbero che costruisce un mondo sonoro coeso, riconoscibile, e che nella produzione trova una resa adeguata: tutto suona compatto, profondo, ma non impastato. Anche il mixaggio, per quanto volutamente oscuro, permette di seguire il dialogo fra chitarre e batteria, lasciando che il growl del cantante/chitarrista Nick Emard (Cystic, ex Cavurn) emerga come una presenza rafforzativa più che come un elemento dominante.

L’ascolto scorre solido, ben bilanciato, senza grandi cedimenti, ma anche senza guizzi realmente memorabili. Ogni brano consolida il carattere del disco, pur senza espandere realmente l’orizzonte. Si avverte un certo impegno nel curare la forma – gli arrangiamenti, la dinamica dei riff, il respiro delle parti più lente soprattutto in una traccia piuttosto lunga come “Unseen” – ma meno slancio creativo nel portare il tutto oltre la cornice di genere. “Spectral Realm of Ruin” convince in pratica come esercizio di stile: un album che rinfoltisce la schiera, piuttosto che guidarla.

Per gli appassionati del death metal viscerale dalle venature death-doom sarà comunque un ascolto abbastanza soddisfacente, perfettamente inserito nella linea di continuità che dal sottosuolo del nuovo millennio conduce alle catacombe del presente. I più esigenti, invece, faranno bene a tenere d’occhio i ritorni di quei nomi già affermati che i Degraved, per ora, seguono da vicino, ma senza ancora riuscire a raggiungere.

Spectral Realm of Ruin by Degraved