Il rilevatore Recco in dotazione ai soccorritori della missione italiana ‘AviaMEA-Evk2CNR’ che hanno sorvolato il ghiacciaio dello Yalung Ri, in Nepal, ha captato il rilevatore che hanno gli alpinisti che si trovano sotto la neve.
Ne dà notizia l’agenzia Agi, così come appreso dal villaggio ai piedi della montagna da Manuel Munari, capo di Avia Mea, istruttore pilota in coordinamento con lo storico capo missione Agostino Da Polenza. Impegnato nelle ricerche sia aree che a terra, Michele Cucchi è arrivato appositamente dalla Piramide Laboratorio EVK2Cnr all’Everest. In alcuni punti della valanga, l’altezza della neve e anche di dieci metri.
Sempre stando alle notizie diffuse dall’agenzia Agi e apprese dalla missione di soccorso, sul ghiacciaio sono stati trovati ramponi e abbigliamento di alpinisti.
“Sul ghiacciaio non c’è più nessuno – ha detto Munari all’Agi – abbiamo riportato al lodge anche tutti i soccorritori nepalesi. Abbiamo fatto ricerca, marcato i punti, iniziato a scavare. Domani mattina presto faremo una nuova ricerca con i rilevatori, anche se in alcuni punti ci sono anche dieci metri di neve. Se ci saranno punti certi, porteremo sul ghiacciaio dieci sherpa per scavare nella neve. Se domani non ci saranno riscontri – ha spiegato – marcheremo l’area e poi quando andrà via la neve si troverà qualcosa: l’intenzione è quella di chiudere la missione domani alle ore 14 (locali)”.
Lunedì 3 novembre, una valanga di grandi dimensioni ha travolto anche tre alpinisti italiani, fra cui Paolo Cocco, 41enne di Fara San Martino, di cui è già stata recuperata la salma.
Restano dispersi sotto la massa nevosa gli altri due italiani Marco Di Marcello, di Teramo, e Markus Kirchler, il tedesco Jakob Schreiber e i nepalesi Mere Karki e Padam Tamang.