Firenze, 7 novembre 2025 – Due giorni di sciopero improvvisato dai genitori di una scuola elementare fiorentina. Per due giorni consecutivi, dopo essersi messi d’accordo nelle varie chat, non hanno mandato a scuola i loro figli per dare un segnale forte alla dirigente scolastica: “Il nuovo bambino è agitato, a volte anche aggressivo. Così non ci stiamo”. Messaggio ricevuto. Il piccolo, per due giorni consecutivi, si è ritrovato circondato dai banchi vuoti, da solo con le maestre. “Non è uno sciopero contro di lui – specificano i genitori esasperati dalla situazione –, ma è una richiesta d’aiuto. Per lui e per i nostri figli”.

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Arrivato a Firenze da poco insieme alla famiglia, è da soli due mesi in quella scuola. Quindi è in piena fase di ambientamento. Stando al racconto dei genitori degli altri alunni, se fuori da scuola non avrebbe avuto problemi a fare amicizia con gli altri, è in classe che sono emerse le difficoltà. Talvolta anche in modo aggressivo. Parlano di “calci alle maestre, sgambetti e spintoni ai compagni, fughe dalla classe”. E questo ha inevitabilmente impegnato le insegnanti e, di conseguenza, creato “seri problemi alla didattica” che avrebbe subito un rallentamento.

Nella scuola elementare nessun bambino si è presentato per protesta

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La scelta dei genitori

Da qui lo sciopero. “Abbiamo deciso di lasciare a casa i nostri figli per avere delle risposte chiare da chi di dovere – spiega una mamma –. Per sollecitare un intervento. Pensiamo che vada aiutato e non possono pensarci le mastre da sole. Sarebbe chiedergli troppo”. Di prassi, l’istituto in questione, prevede già la possibilità del potenziamento, quindi di un’insegnante di supporto, ma non basta. “Per sei ore alla settimana c’è una maestra in più in classe – spiegano ancora i genitori –. Ma sono poche”.

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Allo sciopero hanno fatto seguito email e richieste di incontri alla preside reggente, arrivata a settembre in sostituzione della dirigente titolare, nella speranza di trovare insieme una soluzione. Nel frattempo l’interesse della stampa ha acceso i riflettori e la politica locale ha colto la palla al balzo per tirare per la giacchetta sindaca e giunta.

La risposta della scuola

La preside, così come l’ufficio scolastico provinciale, preferiscono non esporsi vista la delicatezza del caso. C’è pur sempre un minore di mezzo. Fanno sapere, però, che la macchina si è messa in moto. “Stiamo cercando una soluzione per la garanzia di tutti i bambini” è l’unica risposta che il nostro giornale è riuscito a scucire. Tra le ipotesi prese in considerazione, ci sarebbe la possibilità di avere una maestra in più per la classe, a partire dalla prossima settimana. Non un’insegnante di sostegno, che è un servizio (un diritto) che si attiva nel momento in cui viene certificata una particolare condizione o patologia di un alunno, ma un ulteriore supporto alla classe.

Il ritorno in classe?

L’ipotesi non è ancora confermata, ma i riflettori accesi sulla vicenda, l’impegno di preside e ufficio scolastico devono essere bastati a placare gli animi dei genitori. Oggi, infatti, i bambini torneranno a scuola come di consueto. Con l’ingenuità e quella comprensione tipici della loro tenera età.