Ancora nessuna traccia del 49enne scappato da ormai più di una settimana dalla casa lavoro in provincia di Modena nella quale era stato mandato come misura di sicurezza poiché ritenuto ancora “socialmente pericoloso”. Dopo la lettera nella quale Del Grande spiega le motivazioni, gli investigatori ipotizzano che la fuga sia stata premeditata con l’aiuto di altre persone

Non si sono ancora fermate le ricerche di Elia Del Grande, scappato dalla casa lavoro di Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, nella quale era stato mandato dopo aver scontato 25 anni di carcere per la strage commessa nel 1998. Il 49enne era stato condannato a trent’anni, poi ridotti, per la cosiddetta “strage dei fornai” avvenuta il 7 gennaio e nella quale uccise padre, madre e fratello a Cadrezzate nel Varesotto. L’uomo, all’epoca dei fatti 22enne, aveva subito confessato gli omicidi. A distanza di oltre due decenni e finita di scontare la pena carceraria, Del Grande è rimasto destinatario di una misura di sicurezza poiché ritenuto ancora “socialmente pericoloso” e per questo mandato nella casa lavoro dalla quale è fuggito ormai più di una settimana fa. Avrebbe dovuto passare lì sei mesi in attesa di una nuova valutazione. 

Le ricerche

Da giorni ormai proseguono le ricerche dell’uomo. Gli investigatori si stanno concentrando specialmente sulla Sardegna e sulla zona del Varesotto, ritenuti i luoghi in cui Del Grande potrebbe più facilmente aver trovato rifugio. Al momento però le ricerche non stanno portando a nulla: neanche nella lettera inviata ai media per spiegare le motivazioni della fuga, scritta da un luogo segreto, sono stati trovati indizi utili a capire dove si trovi il 49enne. Secondo gli investigatori l’evasione dalla casa è stata premeditata, probabilmente con l’aiuto di alcune persone interne all’istituto. Non è chiaro se abbia avuto dei complici che potrebbero averlo nascosto e aiutato negli spostamenti.

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La lettera

Il 6 novembre, a una settimana da quando è scappato dalla casa lavoro facendo perdere le sue tracce, VareseNews ha pubblicato una lettera inviata da Del Grande, nella quale lui stesso spiega le motivazioni della fuga. “Il mio gesto è dovuto alla totale inadeguatezza che ancora incredibilmente sopravvive in certi istituti, come le case lavoro, che dovrebbero tendere a ri-socializzare e reinserire con il lavoro, per l’appunto cosa che non esiste affatto”, si legge nella lettera. “Mi sono trovato ad avere a che fare ogni giorno con gente con serie patologie psichiatriche. La terapia, chiaramente psicofarmaco, viene data in dosi massicce a chiunque senza problemi. L’attività lavorativa esistente è identica a quella dei regimi carcerari. Le case di lavoro oggi sono delle carceri effettive in piena regola con sbarre cancelli e polizia penitenziaria, orari cadenzati, regole e doveri”.

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