di
Federico Fubini
C’è un solo angolo di caos rimasto immutato in questi mesi: quello del Mar Rosso, dove le milizie Houthi, con i loro attacchi, hanno fatto crollare il traffico mercantile. Chi continua a fornire loro le armi? E qual è la strategia?
C’è un mistero russo nel Medio Oriente oggi sedato dopo due anni di guerre durissime.
A Gaza regge la tregua, fragile, in attesa di una forza che entri e disinneschi Hamas. In Libano il potenziale militare degli Hezbollah è seriamente ridotto dall’offensiva di Israele di un anno fa. Anche la minaccia nucleare iraniana si è allontanata dopo la guerra di giugno e il Qatar, per ora, sembra aver rinunciato ad aiutare ancora le organizzazioni jihadiste.
C’è un solo angolo di caos assolutamente immutato. Né le missioni navali di Stati Uniti e degli europei, né i bombardamenti anglo-americani, né gli attacchi israeliani sembrano aver cambiato niente. Gli Houthi, le milizie che controllano gran parte dello Yemen, continuano dallo stretto di Bab el-Mandeb a bloccare il transito che collega il Mediterraneo e Suez al Golfo di Aden, all’Oceano Indiano da lì e all’Asia Orientale dove si producono quasi metà dei beni manifatturieri del mondo e si trovano i mercati in maggiore crescita.
La Russia ha un ruolo silente ma decisivo in questo blocco, che continua da due anni. Secondo i dati del Fondo monetario internazionale, fino a fine 2023 da Bab el-Mandeb passavano circa 80 navi alla settimana fra mercantili e petroliere: era il collegamento principale dai porti cinesi agli italiani, di due settimane più rapido e meno costoso rispetto alla circumnavigazione dell’Africa fino a Gibilterra. Da quando invece gli Houthi dai promontori della penisola araba hanno iniziato a lanciare missili o droni sulle navi, i transiti sono crollati da 80 a 30 alla settimana e non si sono più ripresi.
La minaccia dei guerriglieri dello Yemen ha resistito a miliardi di dollari investiti dai governi occidentali per rimuoverla.
Secondo voci non confermate, ma insistenti, gli Houthi pretendono una tangente dalle compagnie per non attaccare. Com’è possibile? Parte della spiegazione va cercata in Russia, che sta aiutando gli Houthi.
Secondo Reuters a fine settembre Mosca, con la mediazione dell’Iran, ha discusso l’invio ai guerriglieri yemeniti di missili Yakhont (che sono molto efficaci contro le navi). E a fine ottobre il vicepresidente yemenita Aidarus Al-Zubaidi era a Mosca, ricevuto dal governo russo al massimo livello.
Dov’è l’interesse del Cremlino in tutto questo? Destabilizzare e indebolire quanto possibile le economie europee, senz’altro (Italia inclusa). Ma anche rafforzare l’attrattiva della rotta artica, sotto il suo controllo, che si sta aprendo fra la Cina e l’Europa: per i porti italiani sarebbe una sconfitta.
7 novembre 2025
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