di
Andrea Rinaldi
Consegne stabili spinte dalla 296 GTS, dalla Purosangue e dalla Roma Spider. Ma i conti al di sotto delle aspettative manda in rosso il titolo a Piazza Affari
I dazi non fermano Ferrari, che sgomma oltre gli 800 milioni di utile netto (+9%, sarebbero oltre il miliardo senza tasse, oneri e interessi). Le consegne restano sostanzialmente stabili a quota 7mila (+1%), ma trainate nel secondo trimestre dalla 296 GTS, dalla Purosangue e dalla Roma Spider. Da aprile a giugno la regione Emea ha registrato una diminuzione di 9 unità, le Americhe hanno riportato un aumento di 12 unità, la Cina Continentale, Hong Kong e Taiwan hanno registrato una diminuzione di 4 unità e la regione Resto dell’Apac ha riportato un incremento di 11 unità. Tra i prodotti consegnati durante l’anno sono compresi sei modelli con motore a combustione interna e cinque a motore ibrido, che hanno rappresentato rispettivamente il 55% e il 45% delle consegne totali.
L’effetto dazi
Nei tre mesi conclusi il 30 giugno il Cavallino rampante non ha registrato contraccolpi dalle barriere tariffarie Usa dal momento che «la maggior parte dei beni venduti dal Gruppo negli Stati Uniti nel periodo sono stati importati prima dell’entrata in vigore dei dazi», informa una nota. Ad aprile la Rossa di Maranello aveva annunciato al mercato che avrebbe ritoccato i prezzi di listino del 10% dopo il Liberation day di Donald Trump.
L’ad Vigna: «Il nuovo coupè Amalfi piace al mercato»
La società ha registrato ricavi in salita a del 9% a 3,5 miliardi. «Il primo semestre del 2025 ci ha ricordato ancora una volta l’importanza dell’agilità e della flessibilità nella gestione della nostra azienda. I solidi risultati comunicati oggi riflettono il nostro impegno a eseguire la nostra strategia con disciplina e determinazione», ha commentato l’ad di Ferrari, Benedetto Vigna in occasione della presentazione dei conti semestrali. «Continuiamo a promuovere l’innovazione e ad arricchire la nostra offerta di prodotti, che alimenta un già forte portafoglio ordini. Testimonianza di questo è la domanda eccezionale per la famiglia 296 Speciale e gli eccellenti riscontri sul recente lancio della Ferrari Amalfi, la nuova coupé che ridefinisce il concetto di gran turismo contemporanea», ha concluso Vigna.
Perché il titolo affonda
Tuttavia i conti non convincono gli investitori. A far scattare le vendite (la scivolata sfiora il 10% a fine giornata), secondo gli operatori, sono stati i numeri su ricavi e utili che, sebbene in crescita, sono leggermente inferiori alle attese. Anche le consegne di auto praticamente stabili a 3.494 unità (contro le 3.484 unità di un anno fa), sono al di sotto di quanto previsto dagli analisti.
Maranello ha inoltre confermato una guidance giudicata conservativa dagli esperti di mercato, nonostante, come spiega una nota, «il rischio di una riduzione dei margini percentuali di 50 punti base – evidenziato il 27 marzo, 2025 a seguito dell’introduzione di dazi all’importazione più elevati sul settore auto – sia stato rimosso in seguito al recente accordo» commerciale raggiunto da Usa e Ue.
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31 luglio 2025 ( modifica il 31 luglio 2025 | 17:27)
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