Gli azionisti Tesla hanno dato il via libera al nuovo piano di compensi di Elon Musk. Nell’assemblea di Austin, oltre il 75% dei votanti ha approvato la proposta che lega il suo futuro ai risultati del gruppo. Si chiudono pertanto settimane di pressioni e tensioni tra investitori, con il rischio concreto di perdere il Ceo più discusso e polarizzante del mondo tech.
Approvato il maxi piano di compensi
Il piano, della durata di dieci anni, è diviso in dodici tranche. Ogni soglia finanziaria e operativa raggiunta assegnerà a Musk nuove azioni Tesla, ma soltanto se la Casa centrerà obiettivi considerati da buona parte degli analisti fuori portata. Se dovesse riuscirci, Musk arriverebbe a incassare oltre 1.000 miliardi di dollari, una soglia mai sfiorata da altri manager nella storia aziendale.
Non si è trattato, però, di un semplice “sì” o “no” al compenso. Per gli azionisti la decisione non era semplice dato che, in caso di bocciatura, l’imprenditore sarebbe stato pronto a lasciare la guida del gruppo, come da lui stesso dichiarato. Alla fine la minaccia, neanche troppo velata, ha funzionato: i grandi fondi hanno preferito tenersi Musk, anziché immaginare una Tesla senza di lui, mettendo da parte le critiche su gestione e governance.
La presidente del consiglio di amministrazione, Robyn Denholm, ha trascorso le ultime settimane in tour tra gli investitori per convincerli a votare a favore, avvertendo più volte che senza Elon l’avvenire di Tesla sarebbe rimasto appeso a un filo. Le argomentazioni addotte hanno trovato d’accordo i partecipanti.
Non tutti, però, hanno accettato di buon grado. Il fondo sovrano norvegese, il colosso Calpers e altri investitori istituzionali avevano annunciato il loro “no”, mentre, sul versante opposto, Charles Schwab, Morgan Stanley e il fondo pensione pubblico della Florida avevano già dato luce verde. Alla resa dei conti hanno fatto la differenza i tre fondi più forti, vale a dire Vanguard, BlackRock e State Street, titolari di oltre il 15% delle azioni Tesla.
Il nuovo piano arriva dopo il precedente da 56 miliardi di dollari, bocciato da un tribunale del Delaware. All’epoca, nel 2018, molti consideravano gli obiettivi di crescita irrealistici, ma Musk li ha superati. Da qui la trasformazione di Tesla da scommessa a colosso globale.
I precedenti e cosa cambia per il gruppo
Se l’asticella era stata già sollevata molto in alto in passato, stavolta la sfida assume i connotati di un’impresa quasi impossibile: Tesla dovrà raggiungere una capitalizzazione di 8.500 miliardi di dollari, otto volte più di quella attuale e superiore a quella combinata di Apple e Microsoft di qualche anno fa. Fra i traguardi previsti ci sono un milione di taxi a guida autonoma e un milione di robot destinati al lavoro e alla vita quotidiana.
Se il piano andrà a buon fine, Musk controllerà circa il 29% di Tesla, una quota che lo metterà al riparo da scalate e giochi finanziari. Nel frattempo continua a sostenere di non essere interessato tanto alla ricchezza, quanto alla possibilità di controllare Tesla e mantenerla indipendente. In ogni caso i due obiettivi verrebbero realizzati in un sol colpo.