Il venerdì di La Volta Buona si tinge di vitalità, tra segreti di longevità, diete perfette e pratiche spirituali. Caterina Balivo accoglie in studio ospiti d’eccezione e prova a tenere insieme scienza e misticismo, senza rinunciare al suo sorriso ironico che, in certi momenti, serve più di una meditazione guidata. Si parla di eterna giovinezza, dei cibi che rallentano il tempo, dei famosi “5 Tibetani” e persino di astinenza (ma non alimentare). In mezzo, un racconto toccante che ricorda quanto la vita possa essere fragile e preziosa, e qualche scaramuccia che scalda il pomeriggio di Rai Uno. Ecco le nostre pagelle, tra karma agitato, sorrisi eleganti e verità non filtrate.
Gianni Mazza, il Maestro che ha diretto anche la vita (Voto: 9)
C’è chi dirige un’orchestra e chi, come Gianni Mazza, riesce a dirigere persino il destino. Ospite di La Volta Buona, il celebre Maestro ha raccontato con il suo consueto garbo il periodo più difficile della sua vita: un tumore al pancreas. Lo fa senza autocommiserazione, anzi, con quella leggerezza che solo chi ha davvero conosciuto la paura può permettersi.
“È un male terribile, ma per fortuna se ne può uscire. Ho fatto anche una serata di beneficenza al Gemelli perché sono molto grato a tutti i medici che mi hanno aiutato. Grazie a loro io ci sono”. Parole semplici, dette con un sorriso che contiene tutto: riconoscenza, forza, e un pizzico di meraviglia.
Il Maestro parla di fortuna, ma dietro c’è la lucidità di chi sa cogliere i segnali giusti e non si lascia travolgere. “È un male subdolo, non dà dolore e non ti accorgi che stai male”. E invece lui se n’è accorto, ha affrontato il percorso con coraggio e oggi, a 81 anni, racconta la sua storia come fosse una partitura di speranza.
Antonella Elia, lo scoop in diretta: “Mi sono lasciata con Pietro” (Voto: 6)
Antonella Elia entra in scena con l’energia di chi promette calma e invece porta tempesta. Inizia mostrando con fierezza i suoi “5 Tibetani”, il rito che giura di praticare ogni mattina per restare giovane e centrata. Nel servizio registrato qualche giorno prima appare in completino arancione, tappetino in salotto e convinzione assoluta: per lei non si tratta di sport, ma di una pratica spirituale che cambia la vita.
Quando il professor Garattini, con la pacatezza di un uomo di scienza, osserva che “si tratta pur sempre di esercizi fisici”, Antonella si irrigidisce e ribatte: “Assolutamente no, non c’entra con lo sport, è una pratica, è spiritualità”. E da lì la pace tibetana scivola via.
Tra un mantra e una replica, la Elia trova anche il tempo di confessare in diretta di aver “messo in pausa” il matrimonio con Pietro Delle Piane. Dice che si tratta di una pausa di riflessione, anzi, di astinenza. Caterina Balivo la ascolta con un sorriso diplomatico, mentre la suocera Mirella, 91 anni e zero filtri, commenta secca: “Pietro si è liberato di un peso”.
Antonella incarna perfettamente il suo paradosso: una donna che cerca la pace interiore ma finisce sempre nel centro del vortice. Ed è forse proprio per questo che il pubblico non smette mai di guardarla — perché anche nel disordine, riesce a essere irresistibilmente autentica.
Elena Santarelli, calma olimpica e colazione bocciata (Voto: 7,5)
Se La Volta Buona fosse una palestra di autocontrollo, Elena Santarelli sarebbe l’istruttrice. Arriva in studio raggiante, con il suo sorriso da copertina e la serenità di chi ha già fatto la colazione perfetta: pane integrale, uova, avocado e una tisana allo zenzero. Peccato che il professor Garattini, sempre razionale, la bocci senza mezzi termini. Lei incassa con eleganza, come solo una donna che conosce il valore della misura sa fare.
Poi, quando Antonella Elia decide di rispondere a tono a tutti, anche a lei, Elena non perde il sorriso. “Mi fai parlare un attimo?”, protesta la collega, mentre in studio l’atmosfera si accende. Santarelli resta impassibile, limitandosi a ricordarle: “Siamo in diretta”. Un modo gentile per dire tutto, senza alzare la voce.
Signora Mirella, 91 anni di ironia e zero filtri (Voto: 8)
La suocera di Caterina Balivo è diventata, puntata dopo puntata, la vera guest star di La Volta Buona. La signora Mirella ha 91 anni, ma la lucidità (e la lingua) di una ventenne con la battuta pronta. Seduta accanto alla nuora, segue con interesse il dibattito su longevità e spiritualità, ma quando si parla di Antonella Elia non riesce a trattenersi.
Alla confessione della showgirl — “Mi sono presa una pausa con Pietro” — risponde con la spontaneità di chi non conosce mezze misure: “Pietro si è liberato di un peso”. In studio cala un attimo di silenzio, poi tutti scoppiano a ridere. E Caterina, fiera e rassegnata, le lancia quello sguardo che ogni nuora conosce bene.
La signora Mirella non fa prediche e non dispensa consigli, ma in pochi secondi regala la sintesi perfetta della saggezza popolare: dire ciò che si pensa, sempre. Altro che tisane detox e riti tibetani — il suo segreto di giovinezza è la sincerità, servita con un sorriso spiazzante.
Leo Gassmann, l’arte di crescere senza telefono (Voto: 8)
Nel salotto di La Volta Buona arriva Leo Gassmann, e con la sua voce pacata e il sorriso gentile racconta un’infanzia fuori dal coro — e fuori dai social. “Papà mi ha vietato il cellulare fino ai 15 anni”, confessa, e il pubblico mormora come se avesse appena rivelato un rito esoterico. Nessun trauma, anzi: “È stato utile”, dice con la naturalezza di chi ha imparato presto che la realtà è molto più interessante di uno schermo.
Cresciuto tra l’arte e la disciplina, Leo ricorda che quando papà Alessandro era in tournée, mamma Sabrina chiudeva un occhio sugli orari di rientro: “A volte tornavo a casa anche all’una di notte”. Un piccolo colpo di scena domestico che lo fa sorridere, mentre Caterina Balivo sottolinea la complicità tra madre e figlio con la sua consueta ironia.
Il giovane attore e cantautore parla del suo nuovo film Fuori la verità, accanto a Claudio Amendola, Claudia Pandolfi e Claudia Gerini, ma la parte più vera arriva quando riflette sul suo cognome: “Sono stato fortunato”. Niente lamentele, nessuna ombra: solo gratitudine e la consapevolezza di avere una strada da costruire passo dopo passo, con la testa sulle spalle e il telefono — finalmente — in tasca.
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