Tanti i cambiamenti e gli arrivi (da Elenoire Casalegno a Belén Rodriguez, tra i nomi più in vista), conferme importanti (dal Ruggito del Coniglio a Radio2 Social Club, fino a Caterpillar, ora in fascia serale) ed una playlist più contemporanea.

A volere un nuovo volto per l’emittente Rai è il direttore Giovanni Alibrandi, in carica da giugno 2025 e che, con la partenza della stagione 2025/2026, ha reso operative le scelte fatte.

Lo abbiamo intervistato, per approfondire il lavoro svolto nella stesura dell’attuale palinsesto.

* A chi si rivolge la nuova Radio2?

Il pubblico di riferimento sono gli Adulti (35-55 anni) con un livello di istruzione medio-alto. Questi ascoltatori cercano una radio generalista che sia intelligente e di compagnia, ma che proponga una selezione musicale più curata e ricercata rispetto ai grandi network commerciali. La strategia è calibrata in modo da non escludere gli ascoltatori fedeli che seguono la rete da anni, offrendo loro un’evoluzione della proposta senza tradirne i valori di fondo che sono qualità e autorialità. Ma la sfida è quella di riconquistare più gente possibile, raggiungendola con un’offerta ampia, “fresca” e rivolta a tutti.

* Da tre settimane, è tornato in onda Fiorello. Come si inserisce nel palinsesto attuale?

Fiorello è da sempre un valore aggiunto, qualsiasi progetto intraprenda, siamo felicissimi di averlo con noi.

* Cambiamenti anche sulla musica: com’è stata modificata la playlist e per che tipo di pubblico è pensata?

Rai Radio2, pur mantenendo la sua vocazione di radio generalista ad alto contenuto parlato, ha implementato modifiche significative alla sua programmazione musicale per definire un’identità sonora più mirata e contemporanea. La strategia musicale di Radio2 si è orientata verso una riscoperta della qualità e della contemporaneità, bilanciando le novità con le tracce che hanno fatto la storia della radio. La linea editoriale è decisamente più contemporanea e meno “vintage” rispetto al passato, pur mantenendo standard qualitativi elevati. L’intenzione è quella di dare ampio spazio a giovani cantautori, artisti indie e pop/rock italiani che non trovano la stessa visibilità nei network commerciali di “soli grandi successi”. L’intento è anche quello di posizionare Radio2 come scopritore e promotore di talenti. Abbiamo sensibilmente ridotto alcuni dei grandi successi del passato a favore di una rotazione concentrata sull’attualità musicale degli ultimi 10-15 anni, inclusi i famosi “recuperi” di brani recenti che meritano risalto. La selezione musicale rivista è pensata per consolidare il legame con l’ascoltatore storico e attrarre, allo stesso tempo, un pubblico culturalmente più esigente.

* Anche i jingle e bumper pubblicitari sono recentemente cambiati.

L’identità sonora (i jingle, i bumper e i liner che separano i programmi e la pubblicità) è oggetto di un profondo restyling per modernizzare l’immagine di Radio2, in linea con l’identità del servizio pubblico votato alla qualità culturale. Lo stile è un mix di vivacità richiesta da una radio generalista, i nuovi jingle presentano melodie cantate che hanno l’obiettivo di essere orecchiabili e immediatamente riconoscibili, creando un legame emotivo con l’ascoltatore.

* La visual radio rimarrà uno degli obiettivi dell’emittente? Non tutti i programmi sono ‘visibili’.

È in corso un dibattito tra chi scinde la radio ancora legata alle sue radici e chi la intende come un fornitore di contenuti multimediali. La Visual Radio ha una funzione essenziale perché garantisce la sopravvivenza e la rilevanza del brand radiofonico anche dove si concentrano gli investimenti pubblicitari ma deve essere complementare al brand e non alternativa. L’errore strategico è confondere la Visual Radio con la televisione. Il prodotto deve rimanere funzionale all’ascolto distratto ma se l’audio di base non è solido, nessun video lo salverà.

* Tra i vari incarichi da lei ricoperti in Rai, quello della radio è sostanzialmente una novità. Come vede questo mondo, spesso erroneamente considerato come la “Cenerentola” del ‘servizio pubblico’?

In realtà la mia storia in Rai inizia proprio nella radio, 36 anni fa, ed è stata già allora una formidabile palestra per un giovane giornalista come me che si interfacciava per la prima volta con la più grande azienda culturale del nostro Paese. La radio ha compiuto da poco 101 anni e gode di ottima salute, per la sua capacità di attraversare epoche e generazioni senza snaturarsi ma anzi, aggiornandosi e tenendo il passo della modernità e anche per la grande cura e attenzione che la Rai ha sempre dedicato alla sua radiofonia.

* Per comunicati e segnalazioni: [email protected]