di
Beatrice Branca e Rebecca Luisetto

Due procure al lavoro, Vicenza e Verona, sul decesso dei due runner di 48 e 39 anni. Anna Zilio era segretaria della società e gestiva i documenti medici. Alberto Zordan seguiva un regime controllato e si preparava a una gara

I certificati medici di Alberto Zordan e Anna Zilio, i due maratoneti di 48 e 39 anni appartenenti entrambi al Team Km Sport e morti a pochi giorni di distanza, sono ora sotto analisi da parte delle rispettive procure di Vicenza e di Verona. Per il runner vicentino, deceduto domenica 2 novembre mentre stava dormendo nella sua casa di Sovizzo, i documenti sanitari sono stati da poco acquisiti e al vaglio degli inquirenti che stanno analizzando anche i risultati emersi dall’autopsia e dai prelievi realizzati sugli organi dell’atleta. Per la trentanovenne, originaria di Marano Vicentino ma residente nel Veronese da ormai 9 anni, la questione è più complessa. La donna, trovata senza vita il 13 ottobre nella sua casa di San Martino Buon Albergo, dal 2017 oltre a essere iscritta al Team Km Sport ne era anche la segretaria, per questo si occupava di controllare i certificati di buona salute di tutti i tesserati e aggiornarli nel portale della Fidal, compreso il suo. Secondo quanto emerso il documento cartaceo che avrebbe attestato il suo buono stato di salute per la stagione sportiva di quest’anno non sarebbe presente nell’ufficio in cui la runner lavorava, per questo la polizia ha tra le mani il computer personale della donna dove dovrebbero trovarsi le scannerizzazioni dei certificati di ogni membro dell’associazione.

Le verifiche sulla validità dei certificati

«A noi non risulta che Anna avesse problemi di salute – spiega il vicepresidente del Team, Emanuele Marchi -. Da come ricordo nel 2021 aveva dovuto fare accertamenti e dopo aver fatto un’ulteriore visita era risultata idonea a correre». Proprio al 2021 risalirebbe anche un documento acquisito in questi giorni dalle autorità da uno studio medico a cui si era rivolta la donna, ma ancora non ne sono stati condivisi i risultati. Gli inquirenti stanno cercando di chiarire se ci sia la possibilità o meno che la trentanovenne possa aver falsificato i certificati degli anni successivi. «I genitori sono distrutti dal dolore – spiega l’avvocato Marco Pezzotti, che tutela i parenti di Zilio -. Non erano a conoscenza di problemi di salute. Attendiamo gli esiti dell’autopsia per capire che cosa abbia provocato la morte».



















































Nessun problema pare essere stato riscontrato con i certificati del vicentino che aveva presentato di anno in anno dei documenti aggiornati, tanto che l’attestato registrato a gennaio era ancora in corso di validità. La sua scomparsa improvvisa ha comunque fatto sorgere qualche dubbio ai familiari che lo descrivono come una persona attenta all’alimentazione, che non fumava e non beveva alcolici, senza contare la sua abitudine di allenarsi con regolarità. Il maratoneta, per altro, non avrebbe mai accusato problemi cardiologici nel corso della sua vita. In aggiunta risulta che l’atleta fosse particolarmente seguito dal punto di vista medico soprattutto in questo periodo in cui si stava preparando a una competizione importante come la maratona di Valencia del 7 dicembre.


Vai a tutte le notizie di Vicenza

Iscriviti alla newsletter del Corriere del Veneto

7 novembre 2025 ( modifica il 7 novembre 2025 | 15:55)