La Cina ha annunciato l’entrata in servizio della sua terza portaerei, la prima dotata di un sistema di catapulte elettromagnetiche, segnando una tappa fondamentale nella modernizzazione della sua marina militare rispetto agli Stati Uniti. Questa moderna tecnologia di catapulta, che finora era appannaggio esclusivo degli Stati Uniti, consente alla nave, la Fujian, di lanciare una maggiore varietà di aerei, più pesantemente armati e con un raggio d’azione superiore rispetto ai suoi due predecessori. Impegnata in una rivalità navale con Washington nel Mar Cinese Meridionale e intorno a Taiwan, Pechino rimane tuttavia notevolmente indietro rispetto agli americani in termini di capacità di proiezione, sottolineano la maggior parte degli analisti. La Fujian, che aveva effettuato le sue prime prove in mare nel 2024, è stata ufficialmente messa in servizio durante una cerimonia tenutasi mercoledi sull’isola tropicale di Hainan, alla presenza del presidente Xi Jinping, secondo quanto riportato dall’agenzia statale Xinhua.

L’evento

All’evento hanno partecipato piu di 2.000 persone, ha riferito l’agenzia, che ha descritto l’atmosfera come «entusiasta». «Dopo la cerimonia, Xi Jinping è salito a bordo e si è informato sullo sviluppo delle capacità di combattimento del sistema di portaerei, nonché sulla costruzione e l’applicazione del sistema di «catapulta elettromagnetica», ha precisato la stessa fonte. La Fujian, a propulsione convenzionale (e non nucleare), è la piu grande e avanzata delle portaerei cinesi. Il Paese ne contava due: la Liaoning, di concezione sovietica e acquistata dall’Ucraina nel 2000, e la Shandong, la prima portaerei costruita in Cina, entrata in servizio nel 2019. Prive di catapulte, sono dotate di una rampa di tipo «trampolino», che non consente agli aerei di decollare con la stessa potenza. Ciò le costringe a trasportare meno armi e carburante. La Fujian è dotata di una catapulta con sistema elettromagnetico (di tipo «EMALS»), mentre la maggior parte delle catapulte classiche delle portaerei funzionano a vapore, una tecnologia meno efficiente. L’unica altra portaerei attualmente dotata di questo sistema è la Gerald R. Ford, della marina americana. A settembre la Cina aveva diffuso dei video di decolli e atterraggi di aerei (tra cui il suo caccia stealth J-35 di quinta generazione) dalla Fujian.

Sfida con gli Usa

La televisione di Stato CCTV ha elogiato questo «importante traguardo» nella modernizzazione della marina. «Nessun paese occidentale, ad eccezione degli Stati Uniti, dispone di una portaerei di dimensioni e capacità simili», sottolinea Alex Luck, esperto di armamenti navali, all’AFP. «Ci vorranno ancora diversi anni prima che questa portaerei raggiunga una reale capacità di combattimento» e «la Cina dovrà disporre di diverse portaerei di questo tipo» per «sconvolgere realmente l’equilibrio delle forze», ha precisato. «La marina cinese rimane indietro rispetto ai suoi potenziali avversari – in particolare gli Stati Uniti – in termini di esperienza operativa accumulata, formazione di gruppi aeronavali e, soprattutto, esperienza di combattimento reale», quest’ultimo punto è un «handicap importante», ha dichiarato all’AFP Collin Koh, esperto di questioni navali nell’area Asia-Pacifico presso l’Universita di Tecnologia di Nanyang, a Singapore. Negli ultimi anni, il passaggio di portaerei cinesi nel Mar Cinese Meridionale, vicino alle isole contese e intorno a Taiwan, isola rivendicata da Pechino, ha suscitato apprensione a Washington. Finora, tuttavia, «la Cina non ha utilizzato le sue portaerei per proiettare la propria potenza a lunga distanza, e la Fujian probabilmente non cambierà questa dinamica», osserva Alex Luck, secondo il quale la nave servira principalmente per «l’addestramento e le esercitazioni». Sarà «più probabilmente utilizzata per proseguire i test» e «trarre nuovi insegnamenti destinati alle future» portaerei, concorda Collin Koh, senza escludere che possa essere utilizzata per «esercitazioni intorno a Taiwan». Da diversi decenni la Cina investe nella modernizzazione delle sue forze armate, in linea con il suo peso diplomatico-economico. Questa tendenza suscita apprensione in alcuni dei suoi vicini asiatici. Pechino afferma di avere una politica militare «difensiva» e di voler solo preservare la propria sovranita. Voci insistenti parlano di una quarta portaerei in costruzione, che potrebbe entrare in servizio all’inizio degli anni 2030


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