Buongiorno,
ma gli sta bene a Shimano e gli altri, hanno trasformato la bici da mezzo meccanico a smartphone!! Io negli anni 2000/2009 facevo le gare di cross country e Granfondo con Shimano xtr a 8 rapporti, poi sono passato al 9 rapporti, mi bastavano e andava tutto bene (con la doppia corona 44/29). Adesso 12 mega rapporti con cambio elettrico e una ridicola guarnitura da 32😂 e ruote da 26′.  Fior di campioni usavano le MTB così, come la campionessa Paola Pezzo.  Adesso non sanno più cosa aggiungere!  Semplificare tutto, abbassare prezzi e Pedalare!!

Alessandro

Il tema, lasciando un attimo da parte i prezzi, è la forza che non riescono ad avere aziende ancora italiane (Wilier, da cui è partita la discussione di questi giorni, lo è, pur avendo un appoggio finanziario che non è di maggioranza come in altri casi) rispetto a dirette concorrenti estere.

Il motivo è duplice: da una parte, appunto, la forza economica. Chi è aiutato da fondi di investimento fortissimi può permettersi una potenza di fuoco mediatico (presenza importante nel WorldTour, comunicazione e anche ricerca – perché c’è, non si tratta solo di “comprare di là” e quello ha un costo) che per i nostri non c’è. Non serve solo guardare agli anni 80-90 quando realtà artigianali erano al fianco di squadre di prima fila, ma anche a momenti più recenti. Ora gli italiani restano relegati a un panorama molto più limitato se non hanno le spalle coperte in modo importante. Dall’altra c’è una politica che spinge sulla bici in molte parti d’Europa, ad esempio, con incentivi all’uso della bicicletta che vengono fatti anche dal punto di vista economico con sgravi fiscali e interventi diretti che da noi non vengono considerati.

Poi ok, mettiamoci pure i prezzi. Aiuterebbe abbassarli? È stato fatto nel 2024 per muovere il mercato perdendo in fatturato pur aumentando le vendite con sconti che, a quanto pare, non si possono mantenere marciando a questi ritmi.
E non è per far comprare il suv a un amministratore delegato, è evidentemente una filiera insostenibile tra costi dell’azienda e prezzo di mercato. Anche perché, facendola così semplice, qualcuno ci avrebbe già pensato arricchendosi con bici a basso costo. C’è chi ci prova ma, alla fine, non va troppo lontano.

E questo solo per fare modelli di alta gamma vendibili sul mercato attuale che guarda i 5 watt risparmiati a prescindere dal servirgli o meno.
C’è anche un’altra serie di prodotti, mai troppo nominati, molto più economici e comunque tecnicamente avanti rispetto a biciclette di qualche lustro fa.

Parlando in soldoni, visto il riferimento del lettore: Shimano considera Dura Ace, Ultegra e 105 come “gruppi da gara”, quindi destinati alle competizioni, quindi costosi per una serie di motivi. Ma, proprio Shimano, ha in catalogo diversi componenti molto più economici in grado di definire biciclette da corsa ottime. Cosa cambia? Niente elettronica (per ora almeno) meno rapporti (davvero servono 12 e 13 denti?) e peso in più. Che poi è la logica di gravel e altre bici da corsa da 1.500 euro. Mtb comprese.

Solo che bici così tendiamo a non considerarle, abituati a puntare il più in alto possibile perché la bici del pro’ ci piace concettualmente anche se sappiamo perfettamente che non ci servono a niente quei 5 watt risparmati a una velocità che probabilmente teniamo per pochi minuti.

C’è stato un momento in cui la bicicletta da corsa da “normale” è diventata un qualcosa di diverso, prendendo una via costosissima ma pure convincendoci che ci serve. Come – perdonate il paragone – nel mercato delle auto ci fossimo cominciati a convincere di avere bisogno tutti di auto sportive che costano uno zero in più rispetto alle utilitarie. Per poi, magari, lamentarci che nel garage del supermercato ci tocca sotto sulla rampa.
I cinesi distruggeranno tutto? La forza ce l’hanno, ma ci vuole pure l’onestà intellettuale, se si fa un paragone, di considerare canali ufficiali di vendita. Perché se si saltano dazi e tasse non vale. E questo anche non volendo considerare la filiera che porta a fare uscire la bicicletta da un negozio che ne ha curato il montaggio e l’affidabilità.