di
Marta Blumi Tripodi
Un «one-woman show» per il venticinquesimo anniversario dell’album «Mama’s Gun», tra ironia, surrealismo ed epiteti in italiano. Si replica oggi a Milano e lunedì a Roma all’Auditorium Parco della Musica
Erykah Badu è una delle personalità più originali e genialoidi della scena musicale americana. Alla fine degli anni ‘90 si era imposta all’attenzione generale per aver riportato la musica nera alle origini, coniando un nuovo genere, il neo soul. Cantante, poetessa, ballerina, produttrice, performer, attrice e stilista, da sempre sembra fregarsene di regole e convenzioni per seguire una strada tutta sua. Con il passare del tempo, è arrivata a distinguersi dalla massa in quasi ogni aspetto della sua esistenza: le scelte discografiche (ha smesso di pubblicare album nel 2010 per dedicarsi solo ai mixtape), i suoi business collaterali (ha lanciato sul mercato una linea di candele profumate che dovrebbero replicare l’aroma della sua vagina), i suoi hobby (ha ottenuto la certificazione di doula e nel tempo libero assiste nel parto decine di donne ogni anno, comprese molte sue colleghe).
Sold-out le due date milanesi all’Alcatraz e quella romana di lunedì
Insomma, da una come lei ci si può aspettare di tutto fuorché la banalità; così, quando ha annunciato uno speciale tour celebrativo per il venticinquesimo anniversario di «Mama’s Gun», il suo amatissimo secondo lavoro, le aspettative dei suoi fan sono subito salite vertiginosamente. Comprese quelle del suo pubblico italiano: sold-out le due date milanesi di ieri e di oggi all’Alcatraz e quella romana di lunedì 10 novembre all’Auditorium Parco della Musica. In teoria «Mama’s Gun 25: The Return of Automatic Slim Tour», questo il nome dello spettacolo che sta portando in giro per l’Europa, sarebbe una semplice riproposizione delle canzoni che l’hanno resa celebre un quarto di secolo fa. In pratica, come sempre accade quando c’è di mezzo Badu, è molto più di questo. È un one woman show costruito interamente sulle abilità istrioniche della sua protagonista, che non si risparmia in nulla e dà sfogo a tutti i suoi talenti – tranne forse quello di doula, ma probabilmente solo per mancanza di donne incinte in sala. L’espediente narrativo è chiaro: Erykah Badu è un’aliena arrivata a noi attraversando un portale dimensionale, simulato in maniera semplice ma efficacissima grazie a un gioco di luci laser ed effetto fumo.
A fare la differenza è la sua folgorante ironia
Nel corso della serata suonerà la tracklist di «Mama’s Gun» dall’inizio alla fine, intervallandola qua e là con altri suoi vecchi successi come la surreale «Annie (Don’t Wear No Panties)» o con brani nuovi come «Black Box», scritta in collaborazione con il produttore hip hop The Alchemist. Ogni esecuzione sembra un gioco dei mimi, in cui la sua gestualità è perfettamente in grado di tradurre il significato delle sue canzoni anche a chi non capisce l’inglese. Musicalmente il livello è altissimo: la band che l’accompagna è quella delle grandi occasioni e insieme alla sua leader elargisce ripetizioni di black music, passando agilmente dal soul al jazz, dal reggae all’hip hop, dal minimalismo di voce e chitarra alla potenza del gospel. Ma a fare davvero la differenza è la sua folgorante ironia, che trasforma ogni piccola parentesi in un momento memorabile. Anziché i classici cambi d’abito di scena, ad esempio, c’è un bizzarro allestimento a cipolla: Erykah arriva sul palco scalza ma indossando impermeabile, cappello, passamontagna e vari strati di abbigliamento in denim, e man mano che la performance prosegue si libera di vari strati di vestiti, modificando drasticamente il suo look. Sul finale, prima di riattraversare il portale che la riporterà nella sua dimensione, saluta il suo pubblico: «Ci vediamo nella prossima vita», dice. Tutti si aspettano che torni per il canonico bis; e invece in scena resta solo la band, che comincia a incitare il pubbico a ballare, e il dj, che suona «Sex Machine» di James Brown. Sul megaschermo alle loro spalle, nel frattempo, compare una gigantesca scritta lampeggiante: «Facce da pirla», recita in italiano. Quale sarà stato il messaggio subliminale che avrà voluto lanciarci? Nel dubbio, prendiamo e portiamo a casa.
8 novembre 2025 ( modifica il 8 novembre 2025 | 02:08)
© RIPRODUZIONE RISERVATA