di
Paola De Carolis

La 24enne polacca rischia l’espulsione. I genitori della bambina scomparsa nel 2007 in Portogallo: «È la fine di un incubo, ora si curi»

LONDRA – Aveva falsificato un esame del Dna, ingaggiato un consulente per l’immagine e raggiunto, nel corso di una campagna durata tre anni, un milione di follower. Si è conclusa con un verdetto di colpevolezza per molestie e disturbo nei confronti della famiglia McCann la causa contro una donna polacca che sosteneva di essere Madeleine, ovvero Maddie, la bambina scomparsa nel 2007 durante una vacanza con i genitori e i fratellini in Portogallo.

Julia Wandelt, 24 anni, nata a Lubin, nella Polonia sud-occidentale, potrebbe ora essere deportata. Ha già trascorso in prigione più dei sei mesi che costituiscono la pena massima per il reato commesso. Stando ai termini del tribunale di Leicester, non potrà più avvicinare i coniugi McCann o i figli, i due gemelli Amelie e Sean, 20 anni, che dormivano nella stessa stanza di Maddie la sera in cui sparì da un albergo di Praia da Luz.



















































«Non traiamo alcuna soddisfazione da questo verdetto», hanno sottolineato con un comunicato Jerry e Kate McCann, aggiungendo di sperare che «Wendelt ottenga le cure di cui ha bisogno e che la sua evidente vulnerabilità non venga sfruttata». «Come la maggioranza delle persone, non volevamo arrivare a una causa, volevamo solo che finissero le molestie. La decisione di procedere per vie legali è stata presa dal pubblico ministero in base alle prove raccolte dalla polizia». Sebbene la donna non sia stata giudicata colpevole di stalking, i dettagli emersi durante le cinque settimane di udienze indicano l’implacabilità della campagna nei confronti della famiglia, con 60 telefonate al giorno, regali lasciati davanti alla porta di casa, una lettera alla madre di Maddie che iniziava «Cara mamma» e diversi messaggi ad Amelie, sorella della bambina scomparsa, in cui Wandelt raccontava di aver ricordato attraverso l’ipnosi diversi momenti dell’infanzia trascorsa insieme.

Un incubo che per i McCann è durato tre anni e che si è aggiunto al lutto per la scomparsa della figlia e la mancanza di certezze sulla sua sorte. L’unica persona sospettata del suo rapimento, Christian Bruckner, era stato rilasciato a settembre dopo aver scontato la pena per lo stupro di una donna tedesca in Portogallo. Se per la Metropolitan Police l’inchiesta rimane aperta, sembra poco probabile che nuovi indizi possano emergere dopo tanto tempo. Durante le udienze, Wandelt ha sottolineato di continuare a credere di essere Maddie, nonostante l’esame del Dna provi che non esistono legami di sangue con i McCann. Ha detto di ricordare il suo rapimento e il trasferimento in Polonia e di non riconoscere i genitori che figurano sul suo certificato di nascita, documento che conferma tra l’altro che è di due anni più grande di Maddie. «Credo di essere lei, ma sono stanchissima, stravolta da tutto questo», ha precisato rivolgendo accuse pesanti nei confronti dei McCann. Il padre Gerry, ha detto, sarebbe coinvolto nella scomparsa di Maddie, e la moglie Kate era a conoscenza dei fatti ma «non ha detto nulla, non aveva scelta».

Dopo essere intervenuta a Dr Phil, uno dei programmi tv più visti in America, a diversi podcast di cronaca nera ed essere stata intervistata dalla Bbc, Wandelt aveva contattato in via anonima un perito di medicina legale californiano chiedendogli di autenticare la sua parentela con i McCann e fornendo materiale genetico che in realtà proveniva da tre persone diverse.

8 novembre 2025