Secondo Tim Robinson, specialista di aviazione militare presso la Royal Aeronautical Society del Regno Unito, la strategia che l’Ucraina sta affinando per proteggere i suoi preziosi caccia F-16 dalle incursioni russe rappresenta una lezione anche per la Nato in caso di future guerre. «Bisogna effettivamente mantenere gli F-16 in movimento, spostare questi aerei e consentire loro di continuare a operare nelle condizioni in cui la Russia li sta cercando» ha detto Robinson a Business Insider.
La strategia contro gli attacchi russi
La formula è semplice (anche se difficile da attuare): si punta a tenere sparsi nel territorio gli F-16, anche in località imprevedibili, in modo da non offrire facili bersagli agli attacchi russi nei principali aeroporti ucraini. Spiega l’analisi di Business Insider: «Mantenere gli aerei dispersi e disaggregati ha impedito che l’aeronautica militare ucraina, di gran lunga inferiore a quella russa, venisse annientata. Un generale statunitense ha affermato che l’Ucraina ha perso relativamente pochi aerei a terra nei primi 18 mesi perché molto raramente decollano e atterrano nello stesso aeroporto».
Kiev sta ricorrendo a due strutture montate su dei camion per supportare le missioni degli F16, i caccia di produzione americana. «Questi sistemi, sviluppati e forniti dal gruppo Come Back Alive con il supporto del settore militare ed energetico ucraino, sostituiscono funzioni tipicamente confinate alle basi fisse» spiega Business Insider. Queste strutture mobili consentono di pianificare le missioni, i rifornimenti e garantire la manutenzione dei caccia. Al contempo gli ucraini con i droni hanno attaccato e distrutto aerei da guerra nemici in territorio russo, tanto che ora anche Mosca sta ricorrendo alla “strategia della dispersione”.
La lezione per la Nato
Anche gli Stati Uniti e l’Europa stanno applicando questa nuova filosofia, perché aggregare le forze in grandi aeroporti appare pericoloso. Racconta ancora Business Insider portando alcuni esempi concreti: «Un tenente colonnello francese ha affermato che un’esercitazione di dispersione condotta nel 2023 con la partecipazione delle forze aeree britanniche, americane e francesi era “il nuovo modo di procedere, per affrontare le minacce”. Anche gli Stati Uniti hanno preso atto del cambiamento. Il generale Kevin Schneider, comandante delle Forze aeree del Pacifico, ha dichiarato a marzo che “i giorni in cui si operava da basi fisse e sicure sono finiti”, affermando che le minacce nella regione indo-pacifica richiedono “una forza flessibile e resiliente in grado di operare da più sedi disperse in condizioni contese”».
Per Kiev è vitale difendere l’integrità della propria aviazione. Si stima che gli F-16 a disposizione siano, al momento, una ventina. A questi vanno aggiunti una mezza dozzina di Mirage, una cinquantina di Mig29, altri 25 tra Su-24 e Su-25.
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