Ne Zha 2, che in Italia verrà è arrivato nei cinema il 6 novembre con il titolo Ne Zha – L’ascesa del guerriero di fuoco, è senz’ombra di dubbio il film che ha segnato questo 2025: l’opera animata con il maggior incasso nella storia della cinema non è un traguardo da prendere alla leggera, anzi, e non si tratta nemmeno dell’unico record che ha polverizzato. E naturalmente da mesi sono partiti i classici dubbi, se davvero il lungometraggio meriti tutto questo successo (nel nostro paese amplificati da quel velo di diffidenza verso l’animazione oltretutto cinese). Avrete con ogni probabilità già letto il voto in calce e di conseguenza intuito da che parte della barricata ci troviamo. Vale oltre due miliardi di box office? Non lo sappiamo e non crediamo sia neanche il nostro compito giudicare qualcosa del genere.

Possiamo però dirvi certamente che Ne Zha – L’ascesa del guerriero di fuoco è un film per tutta la famiglia a dir poco meraviglioso, con una trama capace di prendere spesso e volentieri direzioni coraggiose e inaspettate, con personaggi impossibili da non adorare, un mondo affascinante ed una componente tecnica sbalorditiva.

Piccola premessa

Ma, prima di addentrarci ulteriormente, sentiamo il caso di fare una premessa cruciale: come abbiamo già accennato nell’introduzione, Ne Zha – L’ascesa del guerriero di fuoco è un seguito, un secondo capitolo. Non intendiamo criticare la scelta della localizzazione italiana, capiamo le ragioni di marketing dietro e siamo abituati da decenni a saghe che non portano il conto nei sequel (gli stessi Harry Potter non ci risultano numerati). È possibile guardarlo con serenità senza conoscere il primo, che in Italia non è reperibile legalmente? Per quanto noi abbiamo adorato il film e vogliamo sinceramente invogliare chiunque a dargli una possibilità, non possiamo rispondere affermativamente.

Capiamoci, è una produzione mirata ad un pubblico di ogni età, tra il minuscolo riassunto in apertura (veramente scarno e discutibile) e un po’ di sforzo da parte dello spettatore non è affatto impossibile colmare i buchi e mettersi al passo con la storia e i rapporti tra i personaggi. Però si rischia di perdere veramente una parte importante del world building, della caratterizzazione dei protagonisti e dell’impatto emotivo di alcuni plot twist (e perché no, anche l’umorismo di qualche gag ricorrente). Ecco, dal nostro punto di vista, la soluzione migliore per chi sia interessato a Ne Zha sarebbe rinvenire almeno un corposo recap del primo film ad esempio su YouTube, che sicuramente ne sarà colmo.

Una nuova minaccia

Ora possiamo rispondere all’annosa questione di cosa tratti effettivamente Ne Zha – L’ascesa del guerriero di fuoco: a seguito degli eventi del primo film, Ne Zha e Ao Bing sono sopravvissuti alla maledizione celeste che pendeva sulle loro vite, perdendo però il loro corpo. Il Maestro Zhenren inizia allora un processo per ricostruire la loro forma corporea, mentre il Passo di Chentang viene nuovamente attaccato da Shen su ordine del Re Drago del Mare dell’Est, convinto erroneamente che suo figlio (ovvero Ao Bing) sia morto. Ci rendiamo perfettamente conto che, senza previa conoscenza del capostipite, questa sinossi è praticamente incomprensibile, ma purtroppo Ne Zha – L’ascesa del guerriero di fuoco è un sequel nel senso più stretto del termine (lo ribadiremo all’infinito, un recap del primo Ne Zha è una scelta caldamente consigliata).

Una premessa che rappresenta tutto sommato soltanto la punta dell’iceberg di una vicenda che prima si incamminerà su una traiettoria piuttosto standard per il genere, con il classico viaggio dell’eroe con prove da superare, per poi mutare drasticamente percorso persino a livello di atmosfere, molto più cupe. Una struttura bizzarra, inutile negarlo, che da un lato è il punto debole del film, poiché eredita dal suo predecessore la sensazione che la trama vera e propria impieghi troppo tempo a mettersi in moto. Sensazione dovuta al fatto che entrambi i Ne Zha risultano, dopo un incipit alquanto drammatico, quasi eccessivamente comici e perciò alcuni momenti che portano avanti la storia non vengono percepiti come tali, bensì più degli sketch umoristici (molto riusciti, a dir la verità) con poca sostanza.

È un problema non di poco conto, Ne Zha – L’ascesa del guerriero di fuoco non riesce sempre a veicolare l’importanza di determinate sequenze nel primo atto, in quanto sembrano delle gag un po’ fini a sé stesse. Sono esilaranti? Assolutamente, il rischio di annoiarsi è pressoché nullo e un escamotage sul duo protagonista rende ogni compito da loro affrontato un’improbabile serie di sfortunati eventi e arrampicate sugli specchi. D’altro canto, una struttura tanto sbilanciata permette all’insieme, da un certo istante in poi, di tagliare quasi totalmente i ponti con la componente comica e concentrarsi unicamente sulla dolorosa vicenda che si sta dispiegando. E qui non useremo mezzi termini, Ne Zha – L’ascesa del guerriero di fuoco non solo non si ferma più fino alla sua conclusione, ma propone una delle piu entusiasmanti prove di forza degli ultimi anni.

Infatti, nel mix non manca nulla: continui rovesciamenti di fronte, rivelazioni che mutano drasticamente (ed anticipate con dettagli molto sottili, aspetto raro in un genere che tende a prediligere approcci bombastici) la narrativa senza stravolgerla in modo insensato, momenti dall’impatto emotivo devastante per la loro genuinità, uno scontro finale epico su scala massiccia che non perde mai di vista le poste in palio squisitamente umane e la netta impressione che di questo mondo si è solo scalfita la superficie nonostante i nostri protagonisti non siano più gli stessi. Un’epopea sontuosa che, malgrado una portata per certi versi apocalittica (in netto contrasto rispetto alla narrativa quasi intimista del primo capitolo), ha costantemente in Ne Zha e Ao Bing il suo centro e culmine.

Genuinità e virtuosismi tecnici

La loro evoluzione e crescita parallela è, in fondo, il vero cuore pulsante della pellicola e non delude affatto le aspettative. Accompagnare questi due ragazzi dai poteri quasi divini nel loro (traumatico) viaggio di prendersi ed accettare una volta per tutte le loro responsabilità è commovente, soprattutto considerando come suddetto percorso era iniziato. Insomma, Ne Zha – L’ascesa del guerriero di fuoco funziona e regge magistralmente il peso delle sue smisurate ambizioni, pure grazie ad un tecnicismo strabiliante. E non è un’esagerazione: il livello di dettaglio, la quantità immane di cose a schermo e la fluidità nonché complessità delle animazioni ci ha lasciato più volte senza parole.

Inoltre, se un livello tecnico simile si fonde ad un senso estetico anch’esso di pregio, il risultato è uno spettacolo senza soluzione di continuità (soprattutto sul grande schermo). È comunque vero che il character design è profondamente orientale e forse richiede un po’ di abitudine (cioè, comprendiamo come e perché non possa piacere), ma il resto è un’opera d’arte che veramente rischia di mettere in imbarazzo la stragrande maggioranza della concorrenza.

Rappresenta un nuovo standard? Difficile dirlo, specialmente in un anno che per l’animazione anche solo orientale si è già rivelato strepitoso, da Demon Slayer (qui potete recuperare la nostra recensione di Demon Slayer Il castello dell’infinito) a Chainsaw Man (e qui vi rimandiamo alla nostra recensione di Chainsaw Man La storia di Reze). Di sicuro, a prescindere, Ne Zha – L’ascesa del guerriero di fuoco è un titano del settore, dimostrando quanto un genere che forse negli anni si è un po’ adagiato sugli allori possa ancora dire, fare, mostrare, raccontare, esplorare.