Lo scatto di Gabriele Brugnoni della cometa C/2025 A6 (Lemmon), ripresa da Morosolo la sera di lunedì 3 novembre.
L’autore dello scatto spiega: «La cometa C/2025 A6 (Lemmon), che giorno dopo giorno, all’imbrunire, è sempre più bassa sull’orizzonte, e ormai restano pochi giorni per poterla immortalare.
La foto è stata scattata la sera di lunedì 3 novembre da Morosolo, sotto un cielo fortemente illuminato dall’imminente “super Luna del Castoro”. È proprio la luce di questa Luna quasi piena a illuminare le cime innevate delle Alpi, rendendole visibili e brillanti anche nella notte.
Le riprese sono iniziate alle 18:25, subito dopo il crepuscolo, quando la cometa era ancora abbastanza alta verso ovest, leggermente spostata a sud. È stata seguita con scatti continui fino alle 19:50, quando è scomparsa dietro la catena alpina, poco a sinistra del Monte Rosa.
Molti si chiederanno perché non siano riusciti a vedere questa meraviglia che, nella foto, sembra dominare il panorama. Il motivo è semplice: i nostri occhi non hanno la sensibilità di una macchina fotografica a lunga esposizione.
L’occhio umano percepisce solo la luce istantanea, mentre la fotocamera può raccoglierla e sommarla per diversi minuti, rivelando dettagli e colori invisibili a occhio nudo.
Per far risaltare la cometa e la sua lunga coda, che si estende per gran parte del cielo, sono stati realizzati quasi 300 scatti da 6 secondi ciascuno, per un’esposizione complessiva di oltre 28 minuti.
Questa tecnica di unire molti scatti si chiama “stacking” e consente di aumentare notevolmente la profondità del colore e il rapporto segnale/rumore nei pixel dell’immagine risultante.
Per mantenere inquadrata la porzione di cielo con la cometa, l’attrezzatura fotografica è stata montata su un motore di inseguimento, che ruota alla stessa velocità apparente con cui si muovono le stelle nel cielo, compensando la rotazione terrestre. Quando la cometa è tramontata dietro le montagne, la fotocamera — che la stava seguendo — ha ripreso anche la parte di paesaggio visibile nella foto.
Anche per il panorama è stato realizzato un secondo set di circa cento scatti, combinati sempre con la tecnica dello stacking: questo ha permesso di mantenere visibili i dettagli dei monti e del paesaggio, come se fossero illuminati dalla luce del giorno. Le due sequenze sono state poi unite, ricreando l’inquadratura così com’era nel momento in cui la cometa si trovava sopra la catena montuosa.
In un’epoca in cui molte immagini vengono generate artificialmente, vale la pena ricordare che, in questa immagine, non c’è nulla di artificiale o generato da IA: ogni pixel è autentico, frutto di vera luce catturata dal sensore, solo elaborata per restituire una percezione più vicina a quella che si avrebbe potendo vedere nel buio assoluto.
Sul mio link del profilo Instagram si trovano altri dettagli tecnici della realizzazione: https://www.instagram.com/gabrielebrugnoni»

