di
Maria Giovanna Faiella
Sono di nuovo in crescita i casi e, nel 2023, la maggioranza delle nuove diagnosi è attribuibile a rapporti sessuali. Cosa fare per prevenire l’infezione e per non ammalarsi di AIDS
Sono di nuovo in crescita i casi di Hiv (virus dell’immunodeficienza umana) e nel 2023 la maggioranza delle nuove diagnosi è attribuibile a rapporti sessuali, che costituiscono l’86,3% di tutte le segnalazioni. Il 77,2% delle persone diagnosticate con AIDS nel 2023, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, non aveva ricevuto una terapia antiretrovirale prima della diagnosi. Ma cosa fare per prevenire l’infezione e per non ammalarsi di AIDS? Quali cure oggi sono disponibili?
Se ne è discusso al «Tempo della Salute», in corso a Milano presso Palazzo Giureconsulti, durante un incontro intitolato «Prevenzione dell’HIV, cosa bisogna ancora sapere» moderato dal responsabile editoriale del Corriere Salute Luigi Ripamonti, con Andrea Gori, ordinario di Malattie infettive all’Università di Milano; Gian Antonio Girelli, membro della Camera dei Deputati e Angelo Pisani, attore comico, testimonial di Italy Bares e attivo da tempo nella sensibilizzazione sul problema dell’Hiv.
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Nuove diagnosi in pazienti con AIDS
«Dal punto di vista delle terapie disponibili (antiretrovirali ndr), siamo ottimisti, ma ci sono diversi problemi che preoccupano – premette Andrea Gori, ordinario di Malattie infettive all’Università di Milano –. Le nuove diagnosi in Italia nel 55% dei casi sono fatte in pazienti con AIDS avanzato. In pratica, arrivano alla diagnosi non perché hanno fatto un test per l’HIV, ma perché hanno già i segni della malattia. E questo è inaccettabile perché oggi abbiamo dei test che possono essere eseguiti facilmente e permettono di diagnosticare la malattia in tempo, quindi di interrompere la sua progressione».
Come si contrae l’Hiv e come si previene
Ricorda ancora il professor Gori: «L’Hiv si contrae attraverso lo scambio di siringhe infette (oggi abbastanza raro) e tramite i rapporti sessuali, quindi la barriera di protezione più efficace rimane il preservativo».
Oggi, poi, per alcune fasce di popolazione a rischio esistono altre modalità di prevenzione, come la PrEP – profilassi pre-esposizione contro l’Hiv, prescritta da infettivologi a persone ad alto rischio a carico del Servizio sanitario .
Per esempio, dice l’infettivologo: «Coloro che hanno rapporti promiscui possono utilizzare la PrEP orale, oggi disponibile gratuitamente: si prende una compressa una volta al giorno. Il problema è che solo il 50% delle persone la utilizzano correttamente, quindi chi non la assume correttamente rischia di infettarsi. Oggi sta iniziando una nuova era con i long acting, cioè la possibilità di fare un’iniezione intramuscolo o sottocute che può durare due o sei mesi. L’efficacia in termini di prevenzione è pari al 100%. Il farmaco (Lenacapavir, dichiarato nel 2024 farmaco dell’anno dalla rivista Science), rappresenta una svolta epocale: è già in commercio negli Stati Uniti e potrebbe esserlo a breve anche in Italia (dopo il via libera definitivo da parte della Commissione Europea, deve essere autorizzato dall’Agenzia italiana del farmaco ndr).
Abbattere i pregiudizi
Ancora oggi lo stigma circonda le persone con Hiv e Aids. Dice Gian Antonio Girelli, membro della Camera dei deputati: «Vanno abbattuti i pregiudizi e anche l’ipocrisia culturale che ancora esiste; occorre farlo anche attraverso processi educativi, non solo campagne educative nelle scuole, ma anche nei luoghi di lavoro e di vita, in ambienti sportivi ecc». Quanto ai test, dice l’onorevole Girelli: «Molti, pur sapendo che sono disponibili, non sono propensi a farlo, quindi dovrebbero diventare di routine, per abbattere lo stigma e tutelare la salute nostra e degli altri».
Messaggio di prevenzione attraverso l’ironia
Angelo Pisani, attore comico che ha collaborato con Anlaids per la sesta edizione di Italy Bares, il charity show nato in America nel 1992 e poi adattato in Italia in un musical per sensibilizzare il pubblico di tutte le età verso la cultura della prevenzione dell’HIV e contro ogni forma di stigma e pregiudizio, spiega così la scelta di essere testimonial: «Ho inteso veicolare un messaggio importante, come quello della prevenzione dell’HIV, sia come genitore sia come artista, perché si può diventare traghettatori di temi seri utilizzando l’ironia, che è un’arma in più per far arrivare il messaggio. Per la prima volta ho “sposato” un movimento come Italy Bares, sono contento di fare l’artista, ma anche il testimonial».
Rischio di milioni di morti in Africa
Nel 2003 gli Stati Uniti avevano adottato il programma Pepfar contro l’HIV/AIDS, finanziando le terapie antiretrovirali in Africa, fornendo accesso alle cure per milioni di persone e contribuendo a salvare molte vite, come ricorda il professor Gori: «25 milioni di vite salvate, 25,5 milioni di persone in terapia e grazie a Pepfar sono nati 5,5 milioni di bambini sani. Ora l’amministrazione Trump ha bloccato i finanziamenti ma, se il programma non sarà riattivato, ci sarà un aumento del 400% di nuove infezioni e moriranno milioni di persone che non avranno più accesso alle terapie antiretrovirali».
Si stima che entro il 2030 potrebbero morire di AIDS quasi mezzo milione di persone e 2,8 milioni di bambini potrebbero diventare orfani.
Al momento è chiuso un milione di bambini potrebbe contrarre l’Hiv e quasi mezzo milione potrebbe morire di Aids entro il 2030 e 2,8 milioni di bambini potrebbero diventare orfani.
8 novembre 2025 ( modifica il 8 novembre 2025 | 17:15)
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