Il tecnico rossonero: “Bisogna crescere perché tutti lo chiamano percorso, non io. In area bisogna fare la guerra”

Doveva essere – parole testuali in vigilia – la partita più importante, per trascorrere una sosta tranquilla e arrivare al derby con la consapevolezza di affrontare l’Inter con l’infermeria vuota. Doveva essere la prova di maturità contro le piccole, dopo le docce gelate con Cremonese e Pisa. Doveva essere la vittoria numero 100 di Allegri in rossonero. Avrebbe dovuto essere: ma non è stato. Perché nella partita che fino al minuto numero 46 il Milan domina in totale scioltezza, Allegri vede Maignan incassare due gol dalla squadra che fino a quel momento aveva il peggior attacco d’Europa. E poi vede – anzi, rivede – i suoi là davanti mangiarsi l’impossibile, come era successo già la settimana prima con la Roma.

in bambola—  

Sono punti pesanti lasciati per strada, questi. Sotto qualsiasi ottica: scudetto e Champions. Il tecnico rossonero conferma: “Due punti buttati. Certo, non so come sarebbe finita se il primo tempo fosse terminato due a zero. Si poteva fare meglio, ma a inizio ripresa in area eravamo imbambolati, addormentati. Abbiamo subìto azioni pericolose, piovevano palloni da tutte le parti. In area bisogna fare la guerra. Poi abbiamo ripreso a giocare e  creato palle gol importanti, ma sul due a zero non si deve subire un gol così, piuttosto butti palla in tribuna. Era una partita ben avviata, non avevamo concesso nulla e invece sul due a uno poi ti viene un po’ di paura. Dobbiamo crescere tutti, occorreva dare battaglia. Bisogna crescere perché tutti lo chiamano percorso ma per me siamo dei polli: fra Cremonese, Pisa e Parma abbiamo fatto solo due punti e ne abbiamo buttati sette. Abbiamo avuto tante occasioni, bisogna crescere nella lettura delle partite”.