Perché Max lascia così tanti punti alle piccole? Meno male che c’è Leao… Una pioggia di 0-0: sono già 17


Stefano Agresti

Giornalista

9 novembre – 07:46 – MILANO

chiamatelo mal di piccole, se volete: tra Cremonese, Pisa e Parma, il Milan ha raccolto la miseria di due punti. Per dire: contro Napoli (ancora adesso al comando alla pari con i rossoneri, in attesa delle gare di oggi), Roma e Bologna, Allegri ne ha presi nove. Come mai è tutto così strano? Perché esiste questa differenza netta e stridente? Se in panchina non ci fosse Max, diremmo che si tratta di una squadra leggera, superficiale, sbadata: ha bisogno del grande avversario per trovare le motivazioni, altrimenti si distrae e butta punti per strada. Ma se c’è un allenatore come lui, uno che ha sempre la capacità di tenere la testa dei suoi nella giusta modalità, mai disconnessa dalla realtà e dalle difficoltà, uno che certamente non prende sottogamba alcun rivale, diventa difficile spiegare questo fenomeno. Ci rifiutiamo però di considerare tutti questi risultati — quelli negativi con le piccole e quelli positivi con le grandi — come casuali: la casualità si verifica una volta, magari due, non ogni benedetto fine settimana.

che milan è—  

Eppure a Parma abbiamo visto un gran bel Milan, solo che è durato venticinque minuti: il tempo necessario a Saelemaekers per segnare e a Leao per raddoppiare su rigore. Poi i rossoneri sono usciti dal campo, il Parma ha creato occasioni a raffica e, dopo avere pareggiato, è anche andato vicino al sorpasso. In mezzo a una partita così difficile da capire da parte del Milan, qualche segnale positivo c’è stato. Due, in particolare: la conferma di Leao, al quarto gol nelle ultime cinque partite e capace d’inventarsi un assist delizioso di tacco per Pulisic (che ha fallito il gol del 3-2), e appunto il rientro dell’americano, uomo decisivo fino all’infortunio, ora in cerca della condizione migliore. Saranno due armi preziosissime per Allegri nel derby, che però rischia di affrontare staccato dall’Inter se i nerazzurri oggi piegheranno la Lazio.

tocca a conte—  

Il Napoli può tornare al comando da solo, passare a Bologna sarà però difficilissimo: tra le prime quattro della classifica, gli azzurri hanno l’impegno più duro. In teoria il più agevole oggi ce l’ha la Roma, ma battere l’Udinese non è mai scontato. E proprio Parma-Milan ribadisce quanto sia difficile in questo campionato piegare le avversarie di caratura tecnica inferiore. Stavolta, poi, per la Roma ci sarà anche da guardare con attenzione Zaniolo, che dal popolo giallorosso non è proprio amato (eufemismo) e che con Gasperini a Bergamo non ha legato.

spalletti, la juve e…—  

Quello di Torino è stato un bel derby nonostante lo zero a zero: tosto e leale (se n’è mai visto uno con un solo ammonito?). La Juve ha fatto di più la partita, il Toro non ha mollato niente e nella ripresa ha anche provato a vincerla, sfiorando il gol. I migliori sono stati Di Gregorio e Paleari, a conferma che le occasioni ci sono state, eccome. Non sempre quando non ci sono gol non c’è spettacolo. La difesa organizzata e coraggiosa dei granata, ad esempio, è stata bella da vedere, così come certe giocate dei talenti bianconeri — su tutti Zhegrova — che hanno provato a farla cadere. Per la Juve del dopo Tudor è stata la prima partita senza vittoria in campionato, ma aveva già pareggiato — e sempre in casa — nella gara di Champions con lo Sporting. Nessun dramma, ovviamente: è giusto che Spalletti abbia tempo per poter lavorare sulle sue idee, anche se nel calcio il tempo è sempre poco. Quanto al Toro, ha dimostrato ancora una volta di sapersi opporre alle squadre più forti: ha battuto Roma e Napoli, ha fermato i bianconeri. E non ha subito gol da nessuna di queste tre squadre. Bravo è stato Baroni a cambiare uomini e soprattutto testa ai granata nell’intervallo: stavano sì resistendo sullo zero a zero, ma c’era bisogno di osare di più, di creare problemi alla Juve.

pochi gol—  

A proposito di zero a zero: ieri ce ne sono stati tre su quattro partite giocate. Il totale di questo campionato sale così a diciassette in dieci giornate e mezzo, e sono tanti: nel torneo scorso si era arrivati a questa quota alla ventiquattresima giornata e alla fine sono stati ventotto. Rimaniamo convinti che le partite senza gol non siano necessariamente povere di spettacolo, come abbiamo visto nel derby di Torino. Per Annibale Frossi, olimpionico nel ’36 a Berlino con la Nazionale di Vittorio Pozzo, era il risultato perfetto; magari non è proprio così, ma non è nemmeno imperfetto come spesso si vuole far credere.