Vanoli allo Spartak Mosca, come è andata? Subentro, moduli utilizzati e vittoria della coppa nazionale russa
Quando Paolo Vanoli sbarcò a Mosca il 17 dicembre 2021, lo Spartak era un gigante ferito. La squadra più titolata della Russia, reduce da un avvio di stagione da incubo, navigava in nona posizione in campionato e si preparava a festeggiare il centenario tra contestazioni e tensioni. L’allenatore portoghese Rui Vitória era appena stato esonerato. Toccava dunque a Vanoli – ex vice di Conte e tecnico cresciuto nella scuola pragmatica italiana – tentare un’impresa quasi disperata.
L’impatto non fu semplice. Dopo la lunga sosta invernale, il tecnico di Varese dovette affrontare un calendario da incubo: derby con il CSKA, sfida di Coppa contro il Kuban, derby con la Dinamo, poi Krasnodar e Lokomotiv Mosca. Un battesimo di fuoco nel campionato più fisico e imprevedibile d’Europa. “Quando è stato presentato, Vanoli ha detto che non era un mago”, ha ricordato un cronista russo a Toronews.net. “Ma ha anche detto che avrebbe chiesto disciplina e passione da parte dei giocatori. Sosteneva che lo Spartak dovesse dare il 100% e lavorare duro. E da questo punto di vista, rispetto a Vitória, Vanoli si è dimostrato un allenatore molto tosto”.
La sua impronta tattica e caratteriale—
Il suo Spartak si è contraddistinto per intensità e compattezza, più che per un’identità tattica definita: in pochi mesi non c’era il tempo per costruire un progetto tecnico completo. Il modulo di base era il 3-4-3, ma Vanoli non esitava a modificarlo in corsa, passando a un 3-5-2 o 4-2-3-1 per correggere situazioni di difficoltà.
In sedici partite ufficiali, Vanoli raccolse otto vittorie, tre pareggi e cinque sconfitte, per una media punti di 1,69. Un rendimento in netta crescita rispetto alla prima parte di stagione, che tuttavia non bastò a salvare la classifica: lo Spartak chiuse decimo, un risultato deludente per un club che vanta dodici campionati sovietici, dieci campionati russi, dieci Coppe dell’URSS e quattro Coppe di Russia.
“Il successo che ha salvato la stagione”—
Se il campionato fu amaro, la Coppa di Russia regalò la redenzione. Sotto la guida di Vanoli, lo Spartak eliminò in sequenza Kuban, CSKA, Yenisei e, nella finale del 29 maggio 2022, sconfisse la Dinamo Mosca 2-1 in un Luzhniki tutto esaurito (73mila spettatori). Un derby vibrante, deciso da una squadra tornata a crederci. “Quella Coppa è stata considerata il successo che ha salvato la stagione”, raccontano da Mosca. “I tifosi sono ancora grati a Paolo per una vittoria così importante”.
Il giorno dopo la festa, però, arrivò la sorpresa. Vanoli presentò le dimissioni dalla guida dello Spartak, portando con sé tutto il suo staff tecnico. Il club ufficializzò la notizia parlando di motivi personali e lasciando spazio a mille interpretazioni. Per i tifosi, l’addio dell’allenatore che aveva appena riportato un trofeo nazionale dopo tanto tempo resta ancora oggi un piccolo mistero. “Molta gente era curiosa di vedere come avrebbe lavorato nella nuova stagione – spiegano i giornalisti locali – ma così non è stato. Il giorno dopo la vittoria in Coppa di Russia è uscita la notizia che Vanoli aveva deciso di lasciare. Una scelta che in molti, ancora oggi, non si spiegano”.
Firenze come Mosca: il nesso c’è, il destino pure?—
Ciononostante, lo Spartak ritrovò energia e disciplina, elementi che ora il tecnico porta con sé nella sua nuova sfida, quella sulla panchina della Fiorentina. Anche a Firenze, Vanoli si ritrova a subentrare in un momento di crisi profonda. La Fiorentina è ultima in classifica, da sola, senza ancora una vittoria in campionato. L’atmosfera è pesante, la fiducia è ai minimi, e il rischio di un crollo emotivo è dietro l’angolo. Ma, come in Russia, la stagione non è ancora compromessa: i viola sono ancora in corsa in Coppa Italia e Conference League, competizioni che possono cambiare volto a un’annata nata male.
Il paragone con l’esperienza moscovita è inevitabile: anche allora Vanoli arrivò in corsa, trovò un gruppo smarrito e un ambiente depresso, e seppe rianimarlo con lavoro, rigore e coraggio. Allo Spartak costruì una squadra che seppe soffrire, reagire e alla fine vincere. A Firenze dovrà provare a fare lo stesso, trasformando la delusione in orgoglio e la confusione in compattezza.
E se la storia ha un suo senso, la Coppa di Russia vinta nel 2022 può diventare il simbolo di una speranza concreta: che anche la sua Fiorentina, oggi ferita e arrabbiata, possa ritrovarsi proprio nelle notti di coppa.
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