E se semplicemente lo “lasciassimo giocare a tennis” ? Jannik Sinner, grande campione, grandi responsabilità, al punto che ogni volta che apre bocca qualcuno ha qualcosa da ridire. Prima sul timeout alla Davis, e ieri dopo l’atto d’amore verso l’Italia “sono orgoglioso di essere italiano, sono molto felice di essere nato qui e non in Austria”, ecco arrivare la letterina piccata dei Sudtiroler Schützenbund (Fucilieri Sudtirolesi, associazione che si ispira alla tradizione dei bersaglieri tirolesi). Una missiva firmata dal comandante provinciale dell’Alto Adige, Christoph Schmid dal tono ’morettiano’ “le parole sono importanti” che recita: “Hai tutto il diritto di sentirti italiano, ma le parole pronunciate da un personaggio così amato hanno un effetto che va oltre lo sport. In Alto Adige toccano temi sensibili come la lingua, la storia e l’identità. Proprio quell’Austria da cui prendi le distanze è stata per decenni la voce che ha sostenuto la nostra autonomia”. Subito a difenderlo è scattato Arno Kompatscher, governatore altoatesino, invitando tutti “a lasciarlo giocare a tennis, a fare il tifo e a sostenerlo alle Atp Finals di Torino (al via domani, ndr) e nella lotta per il numero uno”.

Sono le settimane delle polemiche in cui un ragazzo – di soli 24 anni – dimostra di aver la maturità per planarci sopra. Se il chiacchiericcio sulla Davis dribblata l’ha stoppato prima sui campi, vincendo Parigi, e poi con le parole: “Una settimana in più può cambiare tanto”. Frase che appartiene all’intervista fatta dall’attuale numero 1 del tennis ai microfoni Sky, dove ha mostrato nuove sfaccettature di umanità, parlando anche delle recenti polemiche per il “no” all’Insalatiera. E di come ha imparato a rispondere alle critiche: “Ci sono e ci saranno sempre. Perché se vinci, potevi farlo diversamente; se perdi, hai perso; se non giochi un torneo, non va bene”. E’ la legge dei grandi numeri, con cui da sempre fanno i conti non solo gli sportivi, ma tutte le persone di fama mondiale.

La sensazione – almeno dall’esterno – è che ormai tutto giustamente scivoli addosso al 24enne di Sesto Pusteria nella ricerca del bersaglio grosso alle Atp Finals, dove esordirà domani o lunedì contro Alexander Zverev. Perché con i successi è diventato l’atleta italiano capace di smuovere emozioni e schiere di tifosi. Come gli oltre tremila presenti ieri sulle tribune del centrale torinese per assistere all’allenamento di Sinner assieme all’altro dominatore attuale del tennis, Carlos Alcaraz. Bagno di folla in preparazione alle Atp Finals. E’ bastato un solo set di allenamento, vinto dall’italiano per 6-3 per infiammare il pubblico. Ma “L’allenamento e la partita vera sono due cose completamente diverse – confida Jannik –. Sono contento di essermi allenato oggi con Carlos Alcaraz. Nei test giochi in modo diverso da come fai poi in partita, anche per nascondere alcune cose”. Al termine della sfida i due tennisti si sono abbracciati e lo spagnolo ha scattato un selfie per ricordare l’evento e, forse, la nuova capigliatura biondo platino. La palla viaggia e ‘schiocca’ come in una vera partita ogni scambio, ogni punto dei due campioni vengono salutati con applausi. Poi Jannik svela i ’trucchi’ dietro la sua motivazione: “io penso sempre di essere il numero 2 perché devi far sempre bene il tuo lavoro, devi sempre cercare di migliorare. Appena ti rilassi un attimo è un casino”.

Nel frattempo resta in corsa per le Finals Lorenzo Musetti. Il carrarino ieri ad Atene ha battuto 6-0, 7-5, 7-5 l’americano Korda. Oggi (alle 16, diretta Sky) è in finale contro Novak Djokovic, se vincerà il titolo, scavalcherà Auger Aliassime in classifica e si qualificherà per Torino.

Invece all’Atp 250 di Metz cade con Sonego anche l’ultima speranza azzurra. Il torinese si è arreso in semifinale a Cameron Norrie con il punteggio di 4-6, 6-2, 6-4.