Il Corriere Fiorentino su Vanoli

Paolo Vanoli arriva a Genova per la sua prima partita da allenatore della Fiorentina in una situazione estremamente complicata: la squadra è ultima in classifica, senza vittorie e ora anche priva del suo attaccante più forte, Kean, fermato da un infortunio alla tibia. L’esordio dell’allenatore è dunque segnato dalla sfortuna, ma anche dalla necessità di invertire una rotta disastrosa. La “legge di Murphy” sembra perseguitare la Viola, ma chi conosce Vanoli ne sottolinea la grinta, l’energia e la capacità di motivare i giocatori, qualità di cui la squadra ha un disperato bisogno dopo settimane di apatia e prestazioni deludenti.

Il primo passo del nuovo tecnico è quello di riportare la squadra con i piedi per terra, spingendola a prendere coscienza della realtà e a ripartire con umiltà, determinazione e spirito di sacrificio. Non è il momento per rivoluzioni tattiche o per cercare di imporre subito un’identità di gioco complessa: Vanoli sa che servirà tempo per far passare le sue idee, e che ora l’unico obiettivo è reagire, ritrovare compattezza e fiducia. Il grosso del lavoro, anche sul piano tecnico, verrà rimandato alla pausa, quando ci sarà spazio per costruire con più calma.

La partita con il Genoa diventa così un banco di prova speciale: entrambe le squadre vivono un avvio difficile, con gli allenatori all’esordio e il bisogno urgente di risollevarsi. Vanoli, conoscitore del modulo 3-5-2, dovrebbe puntare su questa impostazione, con una squadra solida e pragmatica, simile a quella che fu di Pioli. Confermati alcuni elementi chiave, come Fagioli e Nicolussi Caviglia in regia, Fortini sulla sinistra e Gud alle spalle di Dzeko o Piccoli. Senza Kean, il debutto sarà ancor più impegnativo, ma proprio per questo potrà diventare un primo, simbolico test di carattere per la nuova Fiorentina. Lo scrive il Corriere Fiorentino.