Federica Pellegrini si racconta a cuore aperto. E, visto che di cuore si parla, non lo fa da sola, ma a due voci con l’amore della sua vita – e padre di sua figlia Matilde – Matteo Giunta. Esce infatti in libreria In un tempo solo nostro, un racconto intimo e personale su questi anni passati insieme. Da quando lui era il suo allenatore, quello capace di riportarla sul podio quando tutti pensavano che avesse fatto il suo tempo. Finché non è scoppiata la scintilla. Prima per lei (che usciva dalla tormentata relazione con il collega Filippo Magnini), un bel po’ dopo per lui. Lei lo corteggiava, ma lui – dice in un’intervista ad Aldo Cazzullo – aveva il paraocchi, perché «il rapporto allenatore-atleta è inscalfibile».
E poi il matrimonio, una favola moderna a Venezia, il ritiro dalle competizioni sportive, che aveva annunciato per poi cambiare idea, ma che alla fine è inevitabilmente arrivato, l’apertura di una scuola di preparazione atletica insieme a suo marito, il perfetto coronamento di una carriera sportiva vissuta da Divina. Una vita bellissima, sembra, ma che nasconde alcune ombre.
Ombre che Federica non ha mai nascosto, parlandone apertamente anche a mo’ di monito per gli altri, e che ora mette nero su bianco in questo libro scritto a quattro mani.
Un rapporto non facile con un corpo di ragazza che cambia: «Vivere sotto i riflettori durante l’adolescenza non è stato facile. Soprattutto stando in costume 24 ore su 24. Vedevo il mio corpo cambiare e non mi riconoscevo più. Credevo che auto-sabotarmi fosse la soluzione», aveva già raccontato Federica Pellegrini, e ora torna sull’argomento, parlando della sua bulimia e di come lei abbia deciso di dare un supporto psicologico per provare ad evitare alle sue ragazze situazioni simili «Nella nostra Academy abbiamo uno psicologo dello sport per far capire ai ragazzi che ci sono gli strumenti per affrontare le ansie e le paure. A cominciare dalla paura di fallire. Di perdere», ha raccontato la campionessa al Corriere della Sera.
Più che la grandissima carriera sportiva della nuotatrice, il libro racconta però lo spazio nuovo della sua vita, quello familiare, costruito accanto a Matteo e ingrandito il 3 gennaio 2024, con la nascita della piccola Matilde. Un regalo bellissimo della vita, che ci ha impiegato un po’ ad arrivare («Quando ci provi e ci metti qualche mese in più di quello che ti sei messo in testa sembra che non arrivi mai»), ma che gli ha insegnato che «la genitorialità è un percorso molto potente». A partire dalla forza che consente di superare il parto, che per Federica Pellegrini – come per molte mamme – è stato lungo, faticoso e difficile. «Sono state 48 ore di follia», racconta, con contrazioni molto dolorose e diverse complicazioni, tanto che «a un certo punto si è perso il battito della bambina».