Negli ultimi anni il mercato globale degli integratori alimentari ha registrato una crescita costante, sia in termini di fatturato che di interesse da parte dei consumatori. Alla base di questa espansione c’è una maggiore attenzione verso la prevenzione e il benessere quotidiano, in cui alimentazione equilibrata, attività fisica e integrazione nutrizionale vengono percepite come parti di un unico percorso di salute. È dunque comprensibile che, quando ci si sente stanchi, spossati o sotto tono, la prima tentazione è di correre in farmacia e acquistare un integratore multivitaminico. È un gesto ormai comune, soprattutto nei periodi di maggiore stress o durante il cambio di stagione, quando il corpo sembra chiedere una marcia in più. Un integratore “tutto in uno”, pensato per mantenere l’equilibrio generale dell’organismo, non sempre è la risposta giusta, ma in alcune situazioni può rappresentare un valido aiuto, “soprattutto quando non sappiamo esattamente di cosa il nostro organismo ha davvero bisogno. Gli esami di routine, infatti, prendono in considerazione solo pochi parametri e spesso non permettono di individuare eventuali carenze specifiche diffuse. In questo senso, un multivitaminico può rappresentare una soluzione pratica, perché una sola compressa può coprire il fabbisogno aggiuntivo di diverse vitamine e minerali, senza rischiare eccessi. È un modo semplice per garantire all’organismo un supporto generale”, spiega Maurizio Salamone, biologo esperto di micronutrizione e direttore scientifico di Metagenics.
Un multivitaminico è sempre una buona scelta?
Vale la pena specificare che multivitaminici non possono colmare carenze importanti. “In questo tipo di integratori, le dosi di ciascun nutriente sono contenute e tarate per mantenere un equilibrio e non per correggere un deficit marcato. Quando c’è una carenza vera e propria, serve un integratore specifico, con formulazioni ad alto assorbimento o con dosaggi più elevati e mirati”, prosegue Salamone. È proprio in questi casi che entra in gioco la personalizzazione, ovvero quando il fabbisogno nutrizionale cambia in base alla persona e alle sue condizioni. “Penso, per esempio, agli sportivi, alle donne in perimenopausa o menopausa, oppure a chi soffre di particolari condizioni come la celiachia. Con una dieta priva di glutine, per esempio, l’assorbimento dei nutrienti può essere ridotto e il rischio di carenze come ferro o vitamina B12, aumenta. Ecco, in questo caso un’integrazione mirata fa la differenza”, specifica il direttore scientifico di Metagenics.
L’integrazione per far fronte all’inverno
Durante il passaggio dall’autunno all’inverno, l’organismo ha bisogno di un supporto mirato per affrontare il calo di energia e i primi sbalzi di temperatura. “La vitamina D e lo zinco sono fondamentali per sostenere le difese immunitarie e mantenere l’efficienza del sistema immunitario. Le vitamine del gruppo B, in particolare la B12, sono fondamentali per il metabolismo energetico e la funzione nervosa. Una loro carenza può provocare difficoltà di concentrazione, formicolii, sbalzi d’umore e persino alterazioni cognitive”, prosegue Salamone. Il cambio di stagione può influire anche sulla qualità del sonno e sul benessere mentale. “In questo senso, il magnesio è un minerale indispensabile, considerando che oltre il 70% della popolazione italiana ne assume quantità insufficienti. Questo minerale, abbinato a sostanze naturali come lo zafferano o la passiflora, è tra i principi attivi più studiati per favorire il rilassamento e un sonno profondo”, commenta l’esperto. In sinergia con vitamine del gruppo B, vitamina C e zinco, questi nutrienti possono offrire un supporto completo per il sistema nervoso e il riposo notturno. “Infine, durante il passaggio dall’autunno all’inverno, non va dimenticato il fegato, che in questi periodi dell’anno lavora intensamente per depurare l’organismo e contribuire alla produzione di energia. Un aiuto mirato al suo buon funzionamento può fare la differenza”, prosegue Salamone.
Come scegliere un integratore di qualità
Non tutti gli integratori sono uguali. Un prodotto di qualità si riconosce dalla forma attiva dei nutrienti, che ne garantisce una migliore biodisponibilità. “Per esempio, alcune forme di vitamina B12 o di acido folico sono più facilmente assimilabili rispetto a quelle standard. Anche per i minerali la biodisponibilità è un fattore chiave. Differenti forme chimiche hanno grandissime variazioni nella percentuale realmente assorbita del nutriente e di conseguenza anche nel profilo di tollerabilità”, commenta. È importante anche che l’integratore sia privo di eccipienti inutili, come coloranti artificiali, zuccheri aggiunti o allergeni, e che l’etichetta sia trasparente, con indicazioni chiare sugli ingredienti e sui dosaggi. “Infine, la qualità produttiva è un elemento cruciale. Le aziende che investono in ricerca, controlli di filiera e laboratori interni offrono maggiori garanzie in termini di sicurezza, efficacia e affidabilità”, conclude il direttore scientifico di Metagenics.