Bergamasco, campione d’Europa con l’Italia Under 17, Italiano l’ha fatto esordire contro il Napoli dopo l’infortunio del titolare. “Amo Buffon ma il modello è Neuer, ha rivoluzionato il modo di parare”, diceva
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9 novembre 2025 (modifica alle 17:47) – MILANO
Non fatevi troppe domande, Massimo Pessina ha già dato tutte le risposte. Com’è finito a fare il portiere? “Facile: mio papà. Lui ha giocato a calcio, ha avuto un passato nella Pro Vercelli e giocava in porta. Io agli inizi per gioco da bambino facevo l’attaccante, il calcio c’è sempre stato nella mia vita, poi un giorno lui ha scelto di farmi provare a stare in porta come faceva lui quando giocava. È andata bene, ero bravino e quindi non ho più smesso”. Chiamatelo pure predestinato. Quattro anni fa Daniele Corazza, l’ex responsabile del settore giovanile del Bologna (oggi all’Ascoli), trovò il modo di incontrare Pessina e i suoi genitori. Lo voleva mezza Serie A. L’Inter, il Milan, l’Atalanta. Gli illustrò il progetto, gli disse che a Bologna si sarebbe trovato bene, che lì di portieri bravi ce n’erano sempre stati tanti. Pessina disse sì. Il resto è questo esordio contro il Napoli, il punto di partenza di una storia ancora tutta da scrivere.
il piccolo gigante—
Ha 17 anni, è alto 1.88, campione d’Europa con l’Under 17. Nel pedigree di Pessina ci sono già momenti di alto livello. Ma lui non si è mai montato la testa. Cuore tenero, mani ruvide, carattere bergamasco doc (è di Alzano Lombardo). Il padre si occupa di sicurezza per un’azienda di Milano, la mamma fa l’impiegata in uno studio di commercialisti. Massimo ha il calcio dentro: “Ho sempre la volontà di provare a migliorarmi e quale metodo migliore se non studiare dai più forti”. Un idolo: Buffon. E un modello: Neuer. Perché, ha detto lui, “oggettivamente con il suo stile di parata ha cambiato completamente il nostro ruolo”. Ha giocato nell’Olginatese, è cresciuto nell’Albinoleffe. Per poterlo tesserare, il Bologna dovette aspettare il quattordicesimo anno d’età. Non sarà un’avventura. Questo glielo avevano garantito. Infatti Massimo ha lavorato senza sosta per diventare un punto di riferimento. Ha quasi sempre giocato sotto età. In Under 15 appena arrivato al Bologna, ha detto all’Eco di Bergamo, “non è stato semplice perché ero lontano da casa per la prima volta e quindi ho avuto un periodo di ambientamento un po’ difficile. Poi però tutto è passato e ora mi ritrovo in Primavera e ad essermi allenato anche con la prima squadra, cosa c’è di meglio? Giocare con i ragazzi più grandi non è un problema, ci sono abituato”.
sogno azzurro—
A giugno 2024 la nazionale del ct Massimiliano Favo arrivò a giocarsi la finale continentale contro il Portogallo. Pessina giocò al posto di Longoni (infortunato). Vorrebbe l’esplosività di Donnarumma. “Di Buffon ruberei tutto, forse terrei fuori soltanto il gioco coi piedi”. Gli piace stare in compagnia, uscire con gli amici, staccare. Soprattutto quando torna a Bergamo, “dalle mie parti ritrovare vecchi amici è la cosa migliore”. E aveva un sogno: “Quello di arrivare in prima squadra con il Bologna. Sono consapevole che dovrà essere un percorso, fatto piano piano, e per cui ci vorrà tempo, ma ci spero”. Beh, un primo passo è stato fatto.
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