La malattia al cuore
Per un problema al cuore, Gianluca Gazzoli ha dovuto installare un defibrillatore e smettere di giocare a basket. Inizialmente, rivela lo speaker, ha provato però a nasconderli: «Avevo 16 anni e in quel periodo stavo male durante gli allenamenti o le partite. Finché riuscivo non dicevo niente a nessuno, poi il mio stare male è diventato visivo. Non parlarne era come se il problema non esistesse, non volevo che gli altri si preoccupassero». Lo stesso pensiero se lo è portato avanti anche agli inizi della carriera artistica «Non volevo far pena a nessuno, non volevo che qualcuno pensasse io fossi intenzionato a fare leva su questa cosa è». Nel corso degli anni sono emersi anche diversi calciatori con situazioni cardiologiche simili alla sua: «Oggi mi fa impressione vedere casi eclatanti di sportivi con la mia stessa patologia. C’è chi non ce l’ha fatta e chi ha avuto impiantato un defibrillatore come il mio». Gazzoli riconosce come ancora oggi alcune patologie non si mostrino subito: «Mia madre al tempo mi diceva che nella sfortuna ero stato fortunato a scoprire la cosa, per altro dopo molti esami». Da quando ha scelto di parlare di questi problemi, la consapevolezza è cambiata: «Mi sono accorto che non ero solo e mi sono accorto che tutto ciò che in quel periodo mi generava dei problemi, ovvero le emozioni, la foga, mi hanno consentito di realizzare il mio sogno, l’idea di non mollare».