Federica Pellegrini è la Divina del nuoto, e anche se oggi non gareggia più, rimane un’istituzione per chi si dedica anima e corpo a questo sport e per i tanti fan. Nella sua vita ha collezionato sei medaglie d’oro mondiali, oltre ad aver disputato ben cinque finali alle Olimpiadi. La sua vita privata è sempre stata raccontata dai giornali: al suo fianco c’è Matteo Giunta, con cui ha creato la sua famiglia con la nascita di Matilde. Ma i momenti difficili ci sono stati: il parto è stato complicato, e lei ha fronteggiato un momento molto vicino alla depressione nei mesi successivi all’arrivo della bimba.
Federica Pellegrini, il parto complicato: “Vicina alla depressione”
Con una lunga intervista al Corriere della Sera, Federica Pellegrini (insieme al marito) si racconta: gli incontri segreti con Matteo Giunta agli inizi della loro storia d’amore, i successi raggiunti nel nuoto, il periodo complesso dopo la nascita di Matilde, che ci ha messo un po’ ad arrivare. “Quando ci provi e ci metti qualche mese in più di quello che ti sei messo in testa sembra che non arrivi mai. La genitorialità è un percorso molto potente. Dall’inizio fino ad adesso, che Matilde ha quasi due anni, mi hanno detto: sarà sempre più complicato. Però è stato bello, molto. Non sempre facile”.
Ma, oltre alle gioie della gravidanza, la scoperta di essere incinta, il corpo che cambia, i momenti più belli, il parto è stato difficile. “Difficilissimo. Forse è quello che ha innescato i problemi venuti dopo. Sono state 48 ore di follia. Adesso ci rido su. Matteo è sempre stato con me, è stato incredibile il suo supporto. Ho avuto contrazioni molto forti. Dovevano essere quelle di preparazione, però erano già molto dolorose. Questa cosa mi sembrava stranissima, perché ho una tolleranza del dolore abbastanza alta. E invece sono partite già potentissime, però erano molto distanti, abbiamo dovuto aspettare tantissimo tempo. E poi… problemi su problemi”. A un certo punto, ha raccontato anche che si è perso il battito della bambina.
L’accumulo di stanchezza e il “baby blues”
Il tema è stato affrontato spesso negli ultimi anni, sdoganando finalmente il tabù: diventare mamme è stupendo, ma la stanchezza c’è, ed è innegabile. Ne ha parlato anche Federica Pellegrini nel libro scritto a quattro mani con Matteo Giunta, In un tempo solo nostro. “Sono stata vicina alla depressione. Credo sia iniziato tutto da un parto così complicato: quando ho preso la bambina in braccio ero già stanchissima. È stato un accumulo di stanchezza. Quindi i primi due mesi sono stati molto difficili”.
Ha raccontato di aver vissuto giorni difficili, soprattutto verso la sera, quando aveva degli episodi di pianto, come durante la prima notte in ospedale, cosa che si è protratta nel tempo. “Si è scoperto che era questo ‘baby blues’, che per fortuna non è mai sfociato in una depressione post partum, ma è appena un gradino sotto. Anche gestire questa cosa non è stato facile. Per fortuna non ho vissuto uno degli effetti della depressione: il rifiuto di mia figlia. Anzi, allattare mi faceva stare meglio; anche se aggiungeva altra fatica”.