di
Gaia Piccardi
Sinner dalle 20.30 contro Aliassime. Musetti apre dalle 14 contro Fritz
DALLA NOSTRA INVIATA
TORINO – Il magheggio del Djoker, cioè attirare Lorenzo Musetti ad Atene per garantirsi una finale di livello al «suo» torneo ben sapendo che a Torino non sarebbe mai andato, consegna all’evento un ragazzo smunto, ma felice. Le Atp Finals non avranno la primizia del derby, perché il domino conseguente al ritiro del serbo ha spedito il toscano nel girone di Carlos Alcaraz, però oggi sarà manic monday. Il lunedì degli italiani, Sinner e Musetti.
Se il predestinato viaggia da sempre preceduto dal coro degli aedi, il paradosso musettiano si conferma rebus: pur essendo il giocatore con più tennis nel braccio, per Lorenzo è tutta una salita. Sorride: «Ognuno ha la sua storia. Questo è un tennis in cui tutti fanno fatica, fisicamente e mentalmente. Quando Djokovic abbracciandomi a rete mi ha detto di stare tranquillo, che alle Finals sarei andato io, mi è venuto da ridere. E adesso che sono qui, voglio godermi il traguardo che mi sono conquistato». Eppure c’è stato un tempo, nemmeno così lontano, in cui l’eletto era Lorenzo Musetti da Carrara, cavato con mano felice nel marmo della sua terra: gennaio 2019, Melbourne, primo azzurro a conquistare l’Australian Open junior. Ma alla fine di quella stagione, il sorpasso è cosa fatta: Jannik sbrana Next Gen a Milano, piazzando la sua personalissima bandierina sulle mappe. Il resto, da lì in poi, è storia.
Sinner e Musetti, la prima volta di due italiani alle Atp Finals
Ritrovarli a Torino, innanzitutto è statistica per i libri: dal pioniere Panatta (Stoccolma ‘75: 0 vittorie, 3 sconfitte) al trionfo di Sinner dell’anno scorso (alla terza partecipazione: 10 vittorie, 2 sconfitte), passando attraverso l’avo Barazzutti (Madison Square Garden ‘79: 0 successi, 3 kappaò) e il traghettatore Berrettini (che nel 2019 ottenne a Londra la prima, storica, vittoria di un azzurro con Thiem e nel 2021 a Torino fu costretto al ritiro in corso d’opera per infortunio), mai l’Italia aveva avuto due maestri nostrani alle Finals. Ha senso, nel romanzo del nostro sport, anche nell’ottica del passaggio di consegne previsto la settimana prossima in Coppa Davis a Bologna: il granitico leader affida al sensibile delfino la fascia di capitano della compagnia dei celestini nell’imminenza della nascita del secondo figlio di Lorenzo. Si conferma un destino di scalatore di montagne erte: «Olimpiade, Finals, Davis, tutta una vita in rincorsa — ammette lui —. Ad Atene non è arrivato il titolo che aspetto da tre anni però giocare tanto sul veloce indoor, che non è la mia condizione preferita, è positivo. Non può che farmi bene. Il livello della finale con Djokovic mi ha dato fiducia: lui stesso, alla fine, ha detto che ha visto grossi miglioramenti». Certo quei 5 punti che lo tengono alle spalle del n.8 Auger-Aliassime alla fine di una stagione interminabile gridano vendetta. «A New York avevo un bel vantaggio sul canadese — ricorda Lorenzo —, che però si è rivelato insufficiente. A quel punto la qualificazione alle Finals è diventata una battaglia. Spero che la rivalità sia piaciuta ai tifosi».
Il programma della seconda giornata, all’ora di pranzo (dalle 14), è aperto da Musetti contro l’americano Taylor Fritz, finalista nel 2024 (3-2 i precedenti): potrà giocare a braccio libero, alla ricerca dei conigli nel cilindro. Il prime time (dalle 20:30) è, naturalmente, di Jannik Sinner e sarà la rivincita della finale di Parigi indoor di otto giorni fa, vinta dal barone rosso in due set (25° successo di fila al chiuso). Il canadese è arrivato a Torino in anticipo, senza pressioni, ha evitato la tv e i risultati di Atene per non subire condizionamenti. È in forma, però Sinner è molto di più: un uomo in missione. «Abbiamo la responsabilità dei miglioramenti di Jannik, vorremmo portarlo al picco della performance tra qualche anno, quando ne avrà tra i 28 e i 30 — ha spiegato Darren Cahill a Torino, confermando la disponibilità a continuare come coach nel 2026 —. La rinuncia alla Davis si spiega anche in quest’ottica. Se dopo le Finals non si fermasse, rischierebbe di pagarne il prezzo nel suo momento migliore». Ieri Sinner si è allenato allo Sporting con il ceco Maxim Mrva, classe 2007, n.355 Atp. Dopo uno scambio furibondo, credendo di aver fatto il punto, Mrva ha alzato le braccia al cielo come un ciclista sul traguardo. Cahill l’ha gelato: la palla era fuori.
10 novembre 2025 ( modifica il 10 novembre 2025 | 07:30)
© RIPRODUZIONE RISERVATA