Un altro botta e risposta tra Agostino Ghiglia, componente del Garante della Privacy e Sigfrido Ranucci. Al centro dello scontro ancora l’inchiesta di Report sugli smart glasses di Meta anticipata in sintesi sui social del programma che va in onda questa sera su RaiTre. Già ieri, il Garante della Privacy aveva attaccato l’inchiesta perché “destituita di ogni fondamento, frutto o di una scarsa conoscenza della disciplina della materia o, peggio, di mala fede”, contestando dunque la ricostruzione e invitando a trasmettere il servizio. “Siamo di fronte all’ennesimo tentativo di bloccare la messa in onda di una trasmissione Rai da parte del Garante”, è stata la replica del conduttore di Report. Oggi il nuovo attacco e la nuova risposta.

“Sostenere che vi sia una correlazione tra la mia partecipazione all’evento ComoLake del 16 ottobre 2024 e gli incontri effettuati in quella occasione, tra cui quello con un dirigente di Meta, e in decine di occasioni convegnistiche con esponenti di società, banche, industrie, associazioni e professioni, e la discussione in Collegio del 17 ottobre 2024 sul provvedimento RayBan-Smart glasses travisa, ancora una volta, la realtà dei fatti documentalmente provata”, commenta Agostino Ghiglia, componente del Garante della Privacy.

(ansa)

“Insinuare malevolmente ed erratamente tramite reels anticipatori e, probabilmente, nella puntata di Report di questa sera, che io abbia avuto un qualsivoglia ruolo in una eventuale rideterminazione della sanzione è una pura forzatura con intenti diffamatori”, sostiene Ghiglia all’Ansa. E ricostruisce così la vicenda: “Il 17 ottobre 2024 gli Uffici propongono al Collegio di effettuare integrazioni e modifiche al testo del provvedimento per le novità ricevute dall’Europa (il 7 ottobre) proprio sulla qualificazione degli Smart glasses genericamente intesi (dizione onnicomprensiva di centinaia di apparecchi con caratteristiche diverse). Il Collegio ne prende atto e, in quella occasione, nessuno avrebbe potuto conoscere l’eventuale rideterminazione della sanzione. Questi i fatti e i documenti, il resto è sensazionalismo scandalistico”.

“Per affrontare un’altra presunta ‘perla’ fuorviante evocata e anticipata da qualche quotidiano, mi corre l’obbligo di precisare che gli uffici del Garante effettuano un attento controllo delle nostre spese, defalcando quelle eventualmente non rientranti nell’interpretazione data dai medesimi dei nostri rimborsi dalle spettanze del mese successivo. La documentazione comprovante quanto sopra è, naturalmente, a disposizione”, conclude Ghiglia.

Foto con busto del Duce: l’inchiesta di Report che imbarazza Colosimo

di Giuliano Foschini

09 Novembre 2025

La replica di Ranucci

Sigfrido Ranucci non resta in silenzio. E replica ancora una volta, in una dichiarazione sempre all’Ansa, alle critiche del componente del Garante Privacy Agostino Ghiglia sul servizio sugli smart glasses di Meta che va in onda stasera su Rai3. “Non è stata travisata nessuna frase, ma Report documenta una serie di fatti inoppugnabili su quello che è accaduto”.

“L’ipotesi di un danno erariale con conseguenti responsabilità – continua Ranucci – è stata sollevata da uno degli stessi membri del Collegio. Se una multa ipotizzata dagli stessi dipartimenti tecnici che era di 44 milioni, poi diventata 12,5 milioni, poi di 1 milione caduto pure in prescrizione nonostante i garanti fossero a conoscenza delle scadenze, è un danno erariale, non lo decide Ghiglia o gli altri ma la Corte dei Conti. Vedremo se e quando vedrà gli atti deciderà se indagare”.

Continua il conduttore di Report: “Avremmo voluto confrontarci direttamente con i membri del collegio del Garante, a cui abbiamo chiesto l’intervista, compresa anche Ginevra Cerrina Feroni che aveva parlato di ipotesi di danno erariale nel corso di un collegio. L’unico che ci ha dato l’intervista, Guido Scorza, ha preferito non parlare degli occhiali perché si è astenuto dalla votazione”, spiega ancora.

“Sui conti della gestione del Garante, premesso che ci è stato negato accesso a tutti gli atti, è vero che ci siamo sbagliati, ma in difetto. Secondo il nostro esperto Gian Gaetano Bellavia le spese di rappresentanza non sarebbero di 400mila euro l’anno ma di 422mila”, conclude Ranucci.