La Gazzetta dello Sport su Vanoli e Pioli
È tutta una serie di baci e abbracci. Ricordi e ricorsi storici. Sbuca Lorenzo Insigne, ancora svincolato, con famiglia ed entourage al seguito. Abbracci rapidi. Poi Paolo Vanoli e Daniele De Rossi, uniti dall’aver preso due squadre in piena crisi, ma anche dal periodo in Nazionale con Gian Piero Ventura, si abbracciano ancora più calorosamente e il siparietto dura tanto. Il tecnico viola in nero, il genoano in tuta. Poi arriva Edin Dzeko e bacia De Rossi. «Un fratello».
Quindi Vanoli può prendere la parola. E non parla poco. Spiega ampiamente. Con umiltà, senza spocchia: «lo e Daniele abbiamo preso due squadre in cui dobbiamo lottare. In due giorni sono entrato in un frullatore. È una pagina vuota in cui si può scrivere qualcosa di importante. Prima questa squadra giocava per la Champions, poi ti ritrovi ultimo e ti accorgi che devi lottare. Si parte dalla lettera A facendo le cose semplici. Ma quel che mi piace è che i ragazzi abbiano capito il momento, abbiano la consapevolezza di dove siamo. Non dire come prima vinco la prossima. È un gruppo sano, che ha voglia. E la base è – che tutti devono sentirsi importanti». Forse con Stefano Pioli questo a qualcuno non succedeva. Vedi Sohm, prima giubilato in diretta dal tecnico. leri e a Mainz il migliore in campo. «Parisi giocava poco, l’ho buttato dentro».
Piccoli Il nuovo mister è piaciuto subito al bomber Piccoli che ha fatto pace con l’ambiente e con se stesso: «Dobbiamo andare in pellegrinaggio a Medjugorje. Troppa sfortuna. Perché tutto contro di noi? Comunque siamo indietro a livello fisico (stoccata all’ex allenatore?, ndr). Dobbiamo lavorare. Il nuovo allenatore ci ha dato tanto a livello mentale e qualcosa a livello tattico». E lui ha segnato e sfiorato il bis: «Che bravo Leali. Proprio con me doveva fare una parata cosi…». Lo scrive la Gazzetta dello Sport.
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