Sandrino fa 83 anni e il Toro lo raggiunge come gol in maglia Inter. Ora nel mirino c’è Boninsegna, poi…

A casa del Baffo era rimasta giusto una fetta di torta dal pranzo, prima dell’altro appuntamento di famiglia la sera: il tempo di accendere la tv tutti insieme e Lautaro ha immediatamente spedito un pacco regalo a Sandro Mazzola, con fiocco elegante, sinuoso, come la traiettoria del pallone che l’argentino ha infilato sotto l’incrocio. Il Toro ha ridato la vetta della classifica all’Inter, come espressamente richiesto dal neo 83enne, e segnato il gol numero 161 della sua raggiante vita nerazzurra. È lo stesso numero di reti interiste della leggenda Sandrino: da un capitano all’altro, l’aggancio altamente simbolico nel giorno della festa di compleanno. L’argentino, invece, ha ricordato a tutti che è meglio non dubitare mai di lui: 4 partite senza segnare in A sono un’inezia, soprattutto se in Champions viaggia a medie da emicrania (4 reti in 171’). E, ancor di più, se il mini-digiuno è interrotto da questo lampo di rara precisione e bellezza. È stato pure un esercizio di reattività perché Martinez ha rubato il tempo a tutti, pure al popolo di San Siro, che non si era neanche sgranchito le gambe dopo meno di 120 secondi. “Segnare è la cosa più bella del mondo: quando la gente urla il tuo nome ti vengono i brividi. Forse nell’ultimo periodo ci era mancato il tifo, ma ora è tornato e si sente. Siamo in vetta dopo aver perso troppi punti per strada e siamo contenti di avere un tecnico che vuol crescere con noi”, ha detto. 

il mistero del premio picchi—  

Da aggiornare Mazzola ha festeggiato ieri il compleanno di sabato e non ha mai tenuto molto alle proprie statistiche: per qualcuno, i gol sarebbero 162, ma in quel caso verrebbe conteggiata una rete in un “Premio Picchi” organizzato dalla Lega nel 1971. Insomma, arrivando al galoppo a quota 161, Lautaro lo ha raggiunto ufficialmente. “Non mi aspettavo di arrivare a questo punto, ma il lavoro paga sempre: sarò sempre un trabajador, come si dice da noi”, ha ribadito. Considerando che da 7 stagioni filate va sempre in doppia cifra in A, non si fermerà di certo. Nel mirino, altri scalpi prestigiosi: una decina di gol e raggiungerà Boninsegna a 171, poi dritto verso un’altra galassia, a caccia dei 209 di Altobelli e i 284 di Meazza. In questa sosta Martinez raggiungerà i campioni del mondo per giocare un’amichevole soltanto, venerdì in Angola, non la destinazione più semplice da raggiungere. Poi, dopo la parentesi con l’Argentina, sarà solo derby: una settimana intera per pensare al Milan, e al pallottoliere da aggiornare, ancora e ancora. Magari, accompagnando ai sorrisi i gol, come da punzecchiatura del suo allenatore, a cui il Toro non si è sottratto: “Sono sempre lo stesso, sono fatto così. Ma sono serio e, quando devo sorridere, sorrido. Resto tranquillo anche quando non segno, ne parlo spesso anche con lo psicologo e con i professionisti del club”.