di
Alfio Sciacca
Dopo sei anni ritrovati resti umani sepolti sotto una colata di cemento. La donna continuava a ritirare la sua pensione. La sorella di Vito Mezzalira: «Sono certa che quelle ossa sono di mio fratello»
Per quattro anni, dal 2019 al 2023, aveva continuato a riscuotere la pensione del compagno, che intanto giaceva quattro metri sottoterra nel giardino della loro villetta di Sagrado (Gorizia). Era stata la denuncia della sorella della vittima a interrompere questa sorta di vitalizio post mortem e far scattare le indagini della magistratura. Ma dietro quella che all’inizio sembrava «solo» una truffa ai danni dello Stato potrebbe nascondersi un omicidio.
A sei anni dalla scomparsa di Vito Mezzalira, 70 anni, ex postino in pensione, i carabinieri di Gorizia sono riusciti a recuperare quel che resta del suo cadavere. Anche se si attende la conferma ufficiale dalle analisi avviate nei laboratori della Medicina Legale a Trieste in tanti sono certi che quei resti siano proprio dell’ex postino. Ossa umane e indumenti erano all’interno di un sacco di plastica in fondo a un vecchio pozzo. A sigillare tutto una colata di cemento. Il ritrovamento è avvenuto venerdì scorso, dopo giorni di ricerche con l’ausilio dei georadar. Per individuare il punto esatto dove hanno scavato le ruspe dei Vigili del Fuoco è stato decisivo il fiuto del cane pastore belga Klaus del nucleo cinofilo dei carabinieri.
E così la compagna del postino, Mariuccia Orlando, 66 anni, già indagata per truffa e occultamento di cadavere, ora dovrà difendersi anche dall’accusa di omicidio. Con lei è indagato anche il fratellastro, Moreno Redivo. Già il solo esame dei luoghi in un cui è stata fatta la macabra scoperta costituisce un grave indizio a loro carico. A meno che quei resti non siano di Vito Mezzalira chi poteva nasconderli in quel modo nel giardino di una proprietà privata?
La sorella della vittima, Domenica, è stata la prima a sospettare dell’ex cognata. «Ho sempre avuto il sentore che lo avessero nascosto in quel giardino. Ora perlomeno mi sono fatta una ragione della sua sparizione», ha detto ieri a Il Piccolo di Trieste che per primo ha anticipato la notizia del ritrovamento dei resti nella villetta di Via Nuova 7, a Sagrado. Per anni Mariuccia Orlando ha raccontato le storie più fantasiose per spiegare la misteriosa scomparsa del compagno. Ha parlato persino di una fuga all’estero, per amore o perché inseguito da creditori. Circostanze che sembravano poco credibili, anche perché il postino aveva investito tutti i risparmi in quella villetta, dove immaginava di trascorrere una vecchiaia serena con la compagna, dopo un primo matrimonio dal quale aveva avuto due figli.
E poi c’erano, puntualissimi, i prelievi della sua pensione che però avvenivano sempre da sportelli diversi. Tanto che, nell’estate del 2023, Domenica Mezzalira si era decisa a rivolgersi ai carabinieri di Gorizia. «I rapporti con mio fratello erano ottimi anche se non frequenti, per cui all’inizio non mi ero insospettita —spiega—. Lei mi raccontava le cose più strane, ma la pensione continuava a essere prelevata. Le chiesi di farmelo salutare almeno al telefono quando gli consegnava la pensione, ma lei divagava». La donna parla comunque di un momento «molto doloroso». «Aspettiamo le analisi di laboratorio — aggiunge — ma io sento che quelle ossa siano sue. Spero di potergli dare presto una degna sepoltura».
Molto più cauti i legali dei due indagati. «Aspettiamo a trarre conclusioni affrettate — dice l’avvocato Giovanni Di Lullo che assiste l’ex compagna —. Non sappiamo ancora a chi appartengano quei resti. Nei confronti della mia assistita viene formulata un’accusa grave, per questo chiederemo di poter visionare il corpo del reato e poi nomineremo un genetista di parte».
10 novembre 2025 ( modifica il 10 novembre 2025 | 07:19)
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