Pedro Pascal è senza dubbio l’attore dell’anno. Una consacrazione nel mondo del cinema e della televisione che arriva nella stagione della 50esima primavera per il divo dalle origini cilene. Un successo realizzato a suon di grandi interpretazioni in grandi produzioni: dal ruolo in The last of us a quello nell’universo Mcu nel film che riporta al cinema le gesta de I fantastici 4. Ma non finisce qui, se nel corso del 2025 vedremo in sala Pedro Pascal nelle nuove pellicole di Ari Aster e Celine Song – rispettivamente Eddington e Materialists – anche il 2026 sarà, inevitabilmente, il suo anno. Pedro Pascal, con il suo Reed Richards, sembra essere il supereroe designato a diventare il nuovo leader degli Avengers nell’attesissimo progetto intitolato Avengers: Doomsday, in sala dal 16 dicembre 2026, raccogliendo il testimone degli amati personaggi di Captain America (Chris Evans) e Ironman (Robert Downey Jr.).

“Entrare nei quaranta mi aveva fatto sentire adulto e forte. Nei cinquanta invece mi sono sentito molto più vulnerabile. Soprattutto ora che sto avendo questo successo: che cosa ridicola per un uomo di cinquant’anni avere tutta questa attenzione. È proprio questo che scatena la mia insicurezza”. Lo dice l’attore Pedro Pascal in un’intervista nel numero 28-29 del settimanale Vanity Fair nella quale si apre anche sulla sua vita privata. Sul rapporto con la famiglia e gli amici dice: “Tutti si sono presi cura di me, ben oltre i miei trent’anni. Sono stato circondato da angeli”. Pascal ha subito la perdita della madre che, tuttavia, afferma “a volte ho la sensazione che mi stia ancora accudendo. La percepisco ovunque. Non credo che tutto questo sarebbe successo se non fosse per lei”.

Sulla possibilità di avere figli Pascal racconta: “Ho sognato di portare i miei figli al cinema, come facevano con me. In pratica, cerco una scorciatoia per arrivare ad avere un figlio interessante con cui andare a vedere cose che piacciono anche a me”. Rispondendo a una domanda sul suo periodo a New York, Pascal rivela: “Tra i 18 e i 20 anni ho attraversato un periodo veramente difficile. Soffrivo d’insonnia. Leggevo James Baldwin e guardavo film come Una volta erano guerrieri e Le nozze di Muriel. Ero come una ferita aperta di fronte alla realtà della vita. Il mondo, con la sua ingiustizia, era troppo doloroso da sopportare. Mi chiedevo: Come si fa a viverci dentro?”. L’attore ha anche commentato la recente sentenza nel Regno Unito sui diritti delle persone transessuali: “È una situazione che richiede la massima delicatezza, in modo che qualcosa possa effettivamente cambiare – ha sottolineato – Io voglio proteggere le persone che amo. I bulli mi fanno schifo“.