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Redazione Online

La procura ha chiesto che l’ex presidente francese venga rilasciato in libertà vigilata. Decisione della Corte d’appello attesa per le 13.30

Nicolas Sarkozy potrebbe essere presto liberato. La Corte d’appello di Parigi ha preso in esame la richiesta di scarcerazione presentata dai legali dell’ex presidente francese, e quella della procura generale per la libertà vigilata, e già nella giornata di oggi, lunedì 10 novembre, Sarko potrebbe essere immediatamente rimesso in libertà

Sarkozy, rinchiuso nel penitenziario della Santé dal 21 ottobre scorso per un provvedimento di «esecuzione provvisoria» della condanna a cinque anni, è stato ritenuto colpevole di aver cercato di ottenere finanziamenti dalla Libia di Muammar Gheddafi per la campagna elettorale che lo ha portato all’elezione. 



















































A seguito della richiesta di rilascio presentata dagli avvocati, i giudici dovranno valutare se esista un rischio di fuga o se l’ex presidente possa esercitare pressioni sui testimoni o ostacolare la giustizia e potrebbero pronunciarsi già alle 13.30

La procura generale francese ha chiesto che Sarkozy venga messo sotto controllo giudiziario e divieto di contatti con i vari imputati e testimoni del caso libico, riporta Bfmtv aggiungendo che il procuratore, l’avvocato generale Damien Brunet, ha precisato che «l’estrema gravità dei fatti e l’entità della pena non devono essere prese in considerazione», ma «contano solo i criteri dell’articolo 144» del codice di procedura penale, che elenca diverse condizioni legali per giustificare la detenzione preventiva, cioè la conservazione delle prove, evitare accordi con gli imputati o pressioni e la protezione della persona indagata.

All’udienza, iniziata intorno alle 10, Sarkozy partecipa in videoconferenza dalla prigione; presenti in aula la moglie Carla Bruni, in abito nero e dal volto teso, e il figlio, Jean, seduti in prima fila in modo che l’ex presidente possa vederli insieme all’avvocato difensore Jean-Michel Darrois. 

Sarkozy, in collegamento, dopo aver ribadito la propria innocenza, ha affermato di ritenere l’esperienza del carcere «molto dura e logorante»: «Voglio che ci si convinca di una cosa: non ho mai avuto l’idea folle di chiedere al signor Gheddafi qualsiasi finanziamento. Mai riconoscerò qualcosa che non ho commesso – ha ripetuto l’ex presidente -. Non avrei potuto immaginare di raggiungere i 70 anni per conoscere il carcere. Questa prova mi è stata imposta: l’ho vissuta. È dura, molto dura. Lascia il segno su ogni prigioniero perché è estenuante. Sono consapevole della gravità delle accuse a mio carico, ma tre settimane al carcere di La Santé non cambieranno il mio atteggiamento. Sono francese, signor Presidente, la mia famiglia è in Francia. E rispetterò tutti gli obblighi che mi sono stati imposti». Sarkozy ha anche voluto rendere omaggio al personale penitenziario che ha dimostrato «un’umanità eccezionale e che ha reso sopportabile questo incubo»

Articolo in aggiornamento…

10 novembre 2025 ( modifica il 10 novembre 2025 | 11:34)