“Su circa 600 confezioni di petti di pollo a marchio Conad, Coop ed Esselunga, analizzate in 48 supermercati italiani, il 90% presenta segni evidenti di white striping. Si tratta di una patologia muscolare legata alla rapida crescita dei polli e che si presenta sotto forma di strisce bianche, costituite da grasso e tessuto cicatriziale”. Sono i risultati di un’indagine condotta tra aprile e maggio 2025 dall’associazione Essere Animali e pubblicata il 10 novembre, secondo cui la presenza di questa malattia “è indice di scarsa qualità della carne, maggiore contenuto di grassi e minore quantità di proteine, oltre che di standard inadeguati di benessere animale”. Su 619 confezioni di petto di pollo prese in esame, è stata riscontrata la presenza di white striping rispettivamente nel 92% dei prodotti a marchio Conad (su 215), nel 90,6% a marchio Coop (su 181) e nel 96,4% di Esselunga (su 223). L’indagine fa seguito a quella condotta, tra dicembre 2023 e gennaio 2024, su oltre 600 campioni di petto di pollo da allevamento convenzionale a marchio Lidl venduti nei punti vendita di 11 città italiane, da Bari a Torino. Dopo la diffusione dell’indagine di Essere Animali, ilfattoquotidiano.it ha contattato Conad, Coop ed Esselunga, chiedendo informazioni e commenti rispetto ai risultati della ricerca e le aziende hanno preso tempo per rispondere.
Per le confezioni Coop, in particolare, Esseri Animali segnala che l’azienda “oltre a prediligere l’utilizzo di etichette di notevoli dimensioni nel packaging” destina al confezionamento “prevalentemente petti di pollo con superficie traslucida”, rendendo più difficile valutare la presenza e la consistenza delle strisce bianche. “Limitando l’analisi alle sole confezioni non traslucide a marchio Coop – si spiega nel report – i prodotti dell’insegna sono tra quelli con maggiore presenza di white striping”. Si parla del 96,1%, una percentuale molto vicina a quella di Esselunga.

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Livello 3 di white striping nel pollo a marchio Esselunga

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Livello 3 di white striping nel pollo a marchio Coop

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Livello 3 di white striping nel pollo a marchio Conad

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Una confezione della Coop, quasi completamente coperta dall’etichettatura

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I risultati dell’indagine di Essere Animali
L’indagine ha riguardato 48 punti vendita di dieci città italiane, da Torino a Roma: 20 di Conad, 15 di Coop e 13 di Esselunga, che sono tre delle catene di supermercati più amate dagli italiani secondo Altroconsumo. In ciascuno è stato valutato un campione casuale di confezioni di petto di pollo a marchio delle insegne proveniente da allevamento convenzionale. Tra i petti di pollo caratterizzati dalla presenza di strisce bianche analizzati, poi, percentuali significative sono affetti da livelli gravi della malattia (livello 2 e 3): 52,4% per Conad, 42,6% per Coop e nel 50,9% per Esselunga. “La presenza del white striping è visibile a occhio nudo al momento dell’acquisto, ne altera aspetto e consistenza – spiega il report – comportando un aumento del contenuto di grassi (secondo alcun studi fino al 224 per cento) e una riduzione della quantità di proteine (fino al 9% in meno)”. In questo caso, limitando l’analisi alle sole confezioni non traslucide a marchio Coop, i prodotti in questione registrano la più alta percentuale di casi con gravità elevata di white striping tra le insegne analizzate (55,41% dei prodotti affetti da white striping con punteggio 2 e 3).

Che cos’è il white striping e quanto è diffuso
“Il white striping è una malattia tipica dei polli a rapido accrescimento utilizzati negli allevamenti intensivi – spiega Simone Montuschi, presidente di Essere Animali – che costituiscono larga parte della filiera italiana del pollo”. Solo in Italia, ogni anno vengono macellati oltre 500 milioni di polli, più del 90% allevati in sistemi intensivi e, secondo le evidenze scientifiche, il white striping interessa tra il 50% e il 90% dei polli provenienti da razze a rapido accrescimento. Ma che significa a rapido accrescimento? Rispetto a cinquant’anni fa, i polli crescono a un ritmo quattro volte più veloce e, nell’arco di circa 35-42 giorni verranno mandati al macello, puntando quindi su quantità e rapidità. L’aumento della domanda di carne di petto, inoltre, ha portato a selezionare polli con muscoli pettorali sempre più grandi: le attuali razze a rapido accrescimento hanno un petto di circa due terzi più grande rispetto a quello di un pollo tradizionale. Tutto questo a danno della loro salute. I muscoli, soprattutto quelli del petto, si sviluppano così velocemente da superare la capacità del sistema circolatorio di fornire sangue e ossigeno sufficienti (Leggi l’approfondimento). “Di conseguenza, molte fibre muscolari si danneggiano o degenerano – aggiunge Montuschi – venendo gradualmente sostituite da tessuto fibroso e grasso, che si manifesta visivamente sotto forma di striature bianche da cui deriva il nome della malattia.
Una questione di trasparenza
Essere Animali spiega che l’analisi si concentra su Conad, Coop ed Esselunga per la loro rilevanza strategica: “Sono tra le prime dieci insegne italiane per quota di mercato e presenza sul territorio. Una posizione che, grazie ai grandi volumi di prodotti a marchio venduti, conferisce alle loro scelte il potere di influire positivamente sulle condizioni di vita di milioni di animali. Inoltre, hanno manifestato una particolare sensibilità al tema”. Nelle sue comunicazioni pubbliche, anche Coop (come le altre aziende) dichiara che il benessere animale è un elemento fondante della sua politica aziendale, e che l’attenzione a questo tema è massima per i prodotti a marchio proprio. “Nel caso di Coop, però – commenta Montuschi – oltre alla percentuale più elevata di casi gravi di white striping tra le insegne analizzate, si riscontra una presenza più alta della malattia anche “rispetto a quella che abbiamo riscontrato nei prodotti in vendita nei discount di Lidl Italia nel 2024 – aggiunge – e che mostrano condizioni preoccupanti per i polli da carne allevati nella filiera a marchio Coop. Come giustifica l’azienda i risultati delle nostre osservazioni?”
L’appello a sottoscrivere lo European Chicken Commitment
“I polli da razze a rapido accrescimento sono particolarmente inclini a sviluppare miopatie come il white striping. Adottando i criteri dello European Chicken Commitment – sottolinea Montuschi – Coop, e le altre catene di supermercati italiani come Conad ed Esselunga, potrebbero affrontare in modo efficace il tema del benessere dei polli negli allevamenti che riforniscono le loro filiere a marchio, a partire dall’adozione di razze a crescita più lenta”. Lo European Chicken Commitment rappresenta oggi lo standard minimo di riferimento per l’allevamento dei polli in Europa, adottato da oltre 300 aziende e numerosi gruppi europei.
Alcuni supermercati italiani, come Carrefour, Eataly e Cortilia, lo hanno già fatto. “Grazie ai grandi volumi che gestiscono, un impegno concreto di Conad, Coop ed Esselunga sull’Ecc – spiega Montuschi – comporterebbe un miglioramento significativo della qualità della vita per milioni di polli e renderebbe finalmente disponibili per i consumatori italiani prodotti realmente sostenibili a prezzi accessibili”.
Le immagini e i grafici sono tratti dall’indagine di Essere Animali