La Gazzetta su Paolo Vanoli e la Fiorentina

Qualcosa di diverso rispetto alla tragica era Pioli è sembrato vedersi nella squadra viola, almeno in controluce. leri Gudmundsson è apparso molto più centrale nello sviluppo del gioco. L’islandese si muoveva alle spalle di Piccoli seguendo l’ispirazione e andando un po’ a destra, un po’ a sinistra e un po’ indietro alla ricerca di quegli spazi che gli sono tanto mancati e senza i quali va in apnea. Il rendimento è stato discreto, anche se siamo ancora lontani dai livelli ragiunti proprio nel Genoa.

In costruzione Vanoli ha sempre tenuto tre giocatori alle spalle di Piccoli, alzando gli esterni Dodo e Fortini oppure le mezzali Mandragora e Sohm, ieri molto intraprendente. Senza Kean e il suo attacco alla profondità, bisognava legare maggiormente la manovra e dare più opzioni di scarico a Nicolussi Caviglia, di nuovo troppo scolastico e monotono nella recita.

Vanoli deve probabilmente farsi ancora un’idea precisa del livello della rosa e la quantità di soluzioni da soppesare rischia di diventare una perdita di tempo nell’individuazione di una formazione base e di una strategia. Ma se c’è una cosa che la Fiorentina non ha, è proprio il tempo: i viola sono ultimi, non hanno mai vinto, hanno la peggior difesa del campionato e dopo la sosta al Franchi arriverà la Juve. Lo scrive la Gazzetta dello Sport.