Il presidente statunitense Donald Trump ha concesso la grazia a vari suoi alleati che lo aiutarono nel tentativo di capovolgere il risultato delle elezioni presidenziali americane del 2020. In quelle elezioni Trump, che era il presidente uscente, venne sconfitto da Joe Biden, il candidato dei Democratici. Le dichiarazioni di Trump e dei suoi collaboratori sulle presunte irregolarità (mai provate) nel processo elettorale spinsero migliaia di suoi sostenitori ad assaltare il Congresso statunitense il 6 gennaio 2021 per interrompere la ratifica della vittoria di Biden. Ancora oggi Trump è solito ripetere che le elezioni del 2020 siano state truccate.

La grazia è stata decisa da Trump in modo preventivo poiché nessuna delle persone coinvolte era accusata di crimini federali (quelli su cui ha effetto la grazia presidenziale): ciò le rende immuni anche da possibili procedimenti legali futuri legati a quegli eventi.

Tra le persone che hanno ricevuto la grazia ci sono Rudy Giuliani, che aiutò a fare pressioni sui funzionari di vari stati federati in bilico fra i due candidati affinché non convalidassero la vittoria di Biden; Mark Meadows, ex capo dello staff della Casa Bianca e uno degli uomini più vicini a Trump ai tempi dell’assalto al Congresso; John Eastman e Kenneth Chesebro, due avvocati che contribuirono a creare una strategia per convincere l’allora vicepresidente Mike Pence affinché non convalidasse il risultato elettorale il 6 gennaio 2021.

Trump ha inoltre graziato molti attivisti del partito Repubblicano che presero parte al suo tentativo di sovvertire il risultato, firmando documenti ufficiali che definivano in modo falso Trump come il reale vincitore. Alcuni di questi sono accusati di crimini statali, cioè di aver violato le leggi dei singoli stati: su queste accuse la grazia del presidente non ha effetto.

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