Tra i giovani che si sono messi più in vista ai recenti campionati mondiali su pista c’è anche il nome di Etienne Grimod, arrivato davvero a un soffio dalle finali dell’inseguimento individuale. Il valdostano rientra in pieno nell’identikit tracciato dal cittì Salvoldi delle figure che dovrebbero avvicinarsi come rendimento a Ganna, Milan e Consonni, a prescindere se gli olimpionici di Tokyo decideranno di intraprendere un’altra avventura olimpica proiettata sul 2028. Perché da soli, con il livello che c’è, non bastano più, servono linfa nuova, nuovi talenti.

Il valdostano era stato in gara nell'inseguimento anche agli europei di Zolder, finendo sestoIl valdostano era stato in gara nell’inseguimento anche agli europei di Zolder, finendo sesto

Il valdostano era stato in gara nell'inseguimento anche agli europei di Zolder, finendo sestoIl valdostano era stato in gara nell’inseguimento anche agli europei di Zolder, finendo sesto

Grimod, a Santiago, l’inseguimento a squadre non l’ha neanche fatto: «A Montichiari avevamo provato tante volte il quartetto perché ero nel gruppo dei papabili. Poi alla fine il cittì ha deciso di schierare Giaimi come terzo. Ma se non ci fosse stato così poco divario tra la qualifica e il primo turno, a livello di tempi probabilmente schierava anche me come nuova entrata. So però di far parte del gruppo, ma in Cile mi ha spinto a concentrarmi di più sulla prova individuale per far vedere il mio valore».

Come giudichi la tua trasferta cilena?

Sicuramente è stata in primis una grandissima esperienza. Eravamo tutti abbastanza giovani, ci siamo ritrovati in un evento ai massimi livelli, alla fine per noi che eravamo al debutto è andata anche bene. Se dovessi dare un voto, penso che sia un 8 pieno.

Grimod insieme al cittì della strada Villa, che era al seguito della squadra anche a SantiagoGrimod insieme al cittì della strada Villa, che era al seguito della squadra anche a Santiago

Grimod insieme al cittì della strada Villa, che era al seguito della squadra anche a SantiagoGrimod insieme al cittì della strada Villa, che era al seguito della squadra anche a Santiago

Nell’individuale ti aspettavi di arrivare così vicino alle finali?

Sinceramente no. Quando però siamo andati in pista a provare, ho visto che comunque stavo bene e ho capito che potevo anche essere abbastanza vicino ai primi. Ma la gara è sempre qualcosa d’imprevisto, non sapendo che il livello degli altri fosse così alto. Non mi aspettavo di arrivare così vicino ai primi.

Come tempi, i tuoi sono stati i migliori che hai mai fatto. Una prestazione come questa pone anche la tua candidatura per poter entrare a far parte del quartetto in pianta stabile, in quale ruolo?

In realtà da junior ho provato un po’ tutto, ho fatto il lancio all’europeo, poi ho fatto il quarto al mondiale. Quest’anno all’europeo di Zolder fra gli elite ero il secondo carrello, in Cile nel caso sarei stato il terzo. Diciamo che la duttilità è un’altra delle mie caratteristiche. E’ chiaro che, io come tutti, punto soprattutto al quartetto per poter ambire a una partecipazione olimpica e anche a qualcosa di più.

L'azzurro fa parte del gruppo del quartetto, nel quale può ricoprire tutti i ruoliL’azzurro fa parte del gruppo del quartetto, nel quale può ricoprire tutti i ruoli

L'azzurro fa parte del gruppo del quartetto, nel quale può ricoprire tutti i ruoliL’azzurro fa parte del gruppo del quartetto, nel quale può ricoprire tutti i ruoli

Tu sei un altro di quei ragazzi che abbinano pista e strada. Il rapporto nel tuo caso qual è, quale disciplina prediligi e quanto ti ci dedichi?

Diciamo che faccio un 70 per cento strada e un 30 per cento pista, in alcuni periodi il rapporto diventa anche 60-40. E’ chiaro che devo dedicare molto più tempo alla strada, molte più ore. Ma siamo già d’accordo con il cittì che da dicembre iniziamo a fare comunque almeno 1-2 giorni a settimana in pista. E’ necessario per acquisire certi automatismi se, come nel mio caso, la pista è un obiettivo primario.

La pista la vedi più un aiuto o certe volte anche un ostacolo per la tua attività su strada?

No, non è assolutamente un ostacolo, ti dà quel colpo di pedale in più, quella forza in più, lo sprint, ti dà tante cose che la strada non può dare. Per me è una conditio sine qua non per proseguire la mia attività e devo dire che alla Biesse Carrera ho trovato sempre ampia disponibilità in tal senso.

Grimod aveva vinto a fine settembre la Targa Crocifisso a Polignano a Mare (foto Facebook)Grimod aveva vinto a fine settembre la Targa Crocifisso a Polignano a Mare (foto Facebook)

Grimod aveva vinto a fine settembre la Targa Crocifisso a Polignano a Mare (foto Facebook)Grimod aveva vinto a fine settembre la Targa Crocifisso a Polignano a Mare (foto Facebook)

Su strada che caratteristiche hai e come giudichi la tua stagione?

Sono un passista veloce che però tiene anche in salita e ha un buono spunto veloce. Tutte caratteristiche che la pista aiuta ad affinare, per questo dico che non ci rinuncerei mai. Vado bene sul passo, sulle salite brevi e non troppo pendenti. A dir la verità all’inizio della stagione non sono partito benissimo.

Che cosa è successo?

Nella parte centrale dell’anno ho avuto un po’ di problemini. La condizione è arrivata nella seconda metà fino a chiudere con la prima vittoria proprio in extremis, al Puglia Challenge. Sicuramente il bilancio rispetto alla pista è stato inferiore, ma spero che nel 2026 la fortuna guardi anche dalla mia parte.

Su strada Grimod ha militato nella Biesse Carrera. Nel 2026 passerà alla Solme OlmoSu strada Grimod ha militato nella Biesse Carrera. Nel 2026 passerà alla Solme Olmo

Su strada Grimod ha militato nella Biesse Carrera. Nel 2026 passerà alla Solme OlmoSu strada Grimod ha militato nella Biesse Carrera. Nel 2026 passerà alla Solme Olmo

Dove sarai il prossimo anno?

Vado alla Solme Olmo, resto quindi in ambito continental, per il mio terzo anno fra gli Under 23. So che mi gioco molto, è quasi un anno decisivo e lo affronto sicuramente sulla base di questo secondo anno. Ho imparato a stare molto più tranquillo perché ero partito appunto col piede sbagliato, mettendomi pressioni inutili e quindi sicuramente lo affronterò più tranquillamente, senza pormi troppi problemi, quello che sarà sarà. Ho imparato che quello che arriva si prende, si porta a casa senza rimuginare troppo. Resta però un imperativo: abbinare strada e pista, cercando il meglio da entrambe.

E’ chiaro comunque che sei uscito da Santiago con un’aura diversa rispetto a quella che avevi prima. Sei anche più conosciuto, più apprezzato…

Esatto, è stata sicuramente un’iniezione di fiducia. Infatti può sembrare strano da dire, ma non vedo l’ora che inizi la prossima stagione…