Nel 2024 dicevamo, proprio in questa rubrica, che la Ineos Grenadiers aveva raggiunto il punto più basso della sua storia. A fine 2025, però, il punto in questione si è abbassato ancora di più, almeno in termini numerici, dato quel che la squadra inglese è riuscita a raccogliere nell’arco dell’annata. Tutto sommato, le vittorie non sono mancate, dato che i corridori in rossoblù hanno portato a casa 28 successi (di cui 8 campionati nazionali); sono arrivate anche 6 affermazioni di giornata nei Grandi Giri, ma in tutto questo sono mancati i risultati di alto livello, soprattutto nelle classifiche generali delle corse più importanti. Non è del tutto chiaro se la fase di ricostruzione sia terminata o sia ancora in corso, ma quel che è evidente è che ormai le primissime posizioni del ciclismo mondiale sono abbastanza lontane.
TOP
Come uomo di classifica nei Grandi Giri ha fatto un piccolo passo indietro, tuttavia non si può dire che la stagione di Thymen Arensman non sia stata positiva. Il neerlandese è apparso piuttosto solido soprattutto nelle brevi gare a tappe, centrando la top-5 in tre delle quattro disputate nella prima parte di stagione con un quarto posto alla Volta a la Comunitat Valenciana, un terzo alla Parigi-Nizza e un secondo al Tour of the Alps, dove ha anche lasciato il segno in una giornata al termine di una fuga solitaria di quasi 80 chilometri. Le premesse in vista del Giro d’Italia erano quindi molto buone, ma il 25enne ha perso subito terreno dagli altri big e non è poi mai riuscito a mettersi in evidenza in prima persona anche per via di alcuni problemi fisici nell’ultima settimana. Tutto il contrario al Tour de France, dove, senza la pressione di curare la generale, ha colto due splendide vittorie di tappa, a Superbagnères al termine di una lunga fuga da lontano e a La Plagne anticipando i big nel finale, chiudendo la corsa al 12° posto. Con già tanti giorni di gara nelle gambe, nel finale di stagione non è poi più riuscito a fare risultato, ma in ogni caso è risultato uno dei più prolifici del team in quanto a punti UCI conquistati.
Davanti a tutti, nella speciale classifica stagionale, c’è Filippo Ganna, anche lui capace di portare a casa tre successi durante l’anno. In realtà sarebbero stati quattro se la prima tappa della Volta ao Algarve non fosse stata annullata a causa di un errore di direzione di gran parte del gruppo, così la prima vittoria è arrivata nella crono inaugurale della Tirreno-Adriatico, dove ha evidenziato una gran gamba riuscendo anche a tenere botta in salita e concludendo secondo nella generale dietro solo a Juan Ayuso. Con questa forma, il verbanese è stato poi l’unico assieme a Mathieu Van Der Poel a resistere alle sfuriate di Tadej Pogačar sulla Cipressa alla Milano-Sanremo, ma si è dovuto nuovamente accontentare del secondo posto alle spalle del neerlandese, chiudendo poi terzo alla E3 Saxo Classic, 8° al Giro delle Fiandre e 13° alla Parigi-Roubaix. Dopo l’ennesimo titolo italiano a crono, il 29enne puntava a far bene al Tour de France, ma una caduta nella prima tappa lo ha costretto subito al ritiro; le cose sono andate meglio alla Vuelta a España, dove è arrivato il successo nell’accorciata prova contro il tempo di Valladolid. Nel complesso, quindi, è mancato l’acuto di peso, ma è innegabile che l’azzurro sia uno dei fari della squadra, in particolare nelle corse di un giorno.
Il 2025 ci ha finalmente restituito un Egan Bernal su buoni livelli dopo tre anni complicati a causa del brutto infortunio di inizio 2022. Nonostante non sia mancata qualche battuta d’arresto a livello fisico anche in questa annata, il colombiano è tornato ad alzare le braccia al cielo conquistando entrambe le prove (a crono e in linea) dei campionati nazionali e una tappa in un Grande Giro, alla Vuelta a España, ottenuta al termine di una fuga da lontano. Soprattutto, però, il 28enne è tornato a fare classifica in una gara di tre settimane concludendo il Giro d’Italia al settimo posto, al quale si aggiungono le top-10 alla Volta a Catalunya, alla Vuelta a Burgos e in tre corse di un giorno di fine stagione, Giro dell’Emilia, Gran Piemonte e Il Lombardia. Risultati che certificano come lo scalatore sudamericano abbia ritrovato buone sensazioni in bici e possa ancora dire la sua ad alti livelli.
A livello numerico, il più vincente della squadra è stato Samuel Watson, che sembra aver fatto un ulteriore passo in avanti in questa stagione. Quattro le vittorie, ovvero il prologo del Giro di Romandia, una tappa e la classifica finale della 4 Giorni di Dunkerque e il titolo nazionale in linea, e numerosi i piazzamenti per il 24enne, dimostratosi non solo corridore piuttosto veloce, ma anche abbastanza resistente sui percorsi mossi, come evidenzia il quinto posto ottenuto alla Omloop Nieuwsblad, oltre che piuttosto continuo. Tre, invece, i successi di Joshua Tarling, vincitore della crono di Tirana del Giro d’Italia, dell’UAE Tour e della Crono delle Nazioni. A causa di alcuni problemi fisici e di un infortunio che lo ha tenuto lontano dalle corse per più di tre mesi, il britannico non è tuttavia riuscito a fare ulteriori progressi rispetto al 2024, ma l’età è dalla sua parte e, come dimostrano anche le due belle medaglie vinte ai Mondiali su pista, ci sono margini di miglioramento.
Piuttosto positiva è stata l’annata di Ben Turner, scopertosi velocista o comunque in grado di dire la sua nelle volate, soprattutto quelle al termine di giornate un po’ più movimentate. Numerosi i piazzamenti ottenuti dal 26enne, compreso un terzo posto al Giro d’Italia nell’arrivo allo sprint di Viadana, ma anche due vittorie, entrambe in gare WorldTour: la prima al Giro di Polonia, la seconda, ben più importante, nella quarta tappa della Vuelta a España, che ci fanno dire senza ombra di dubbio che questa è stata la sua miglior stagione da quando è professionista. Non ha vinto, ma ha confermato di avere buoni numeri Axel Laurance, spesso nel vivo dell’azione delle corse cui ha partecipato: al Tour de France è andato spesso all’attacco e in corse di alto livello come il Giro dei Paesi Baschi e il Giro del Delfinato ha sfiorato il successo, dovendosi accontentare della seconda moneta di giornata. Come atteggiamento generale, il francese è stato uno dei corridori più positivi del gruppo dei “granatieri”.
Magnus Sheffield è stato uno dei più produttivi della rosa della Ineos, portando a casa anche un successo di spessore, sull’ultimo traguardo di giornata della Parigi-Nizza. Proprio l’inizio di stagione dello statunitense, quarto nella generale della “Corsa del Sole” aveva fatto pensare che questa potesse essere la stagione della sua definitiva consacrazione, ma dalla primavera in poi il rendimento ha iniziato a calare, rimanendo comunque su livelli discreti (qualche fuga alla Vuelta e quinto nella generale della CRO Race, ultima sua gara stagionale). Un buon ruolino di marcia ha avuto Victor Langellotti, alla prima annata a livello WorldTour: il monegasco si è confermato corridore resistente, lottando per la vittoria finale al Giro di Norvegia e mettendosi in evidenza anche al Giro di Polonia. Da vedere se la sua parabola di crescita potrà continuare o se la dimensione raggiunta sarà quella “definitiva”.
Il 21enne statunitense Artem Shmidt non ha brillato per continuità, ma la giovane età e il coraggio mostrato in diverse occasioni lo mettono nella parte dei “promossi”. Dalla sua c’è anche il titolo nazionale a cronometro vinto, con cui ha rotto il ghiaccio da professionista, e anche il bel terzo posto di giornata arrivato sul traguardo di Fribourg, al Giro di Romandia. Qualche buon segnale lo ha lanciato anche il connazionale Andrew August, che ha avuto peraltro la sfortuna di trovarsi la corazzata UAE fra le ruote in occasione del Giro d’Austria, gara che lo ha visto protagonista dalla prima all’ultima tappa, senza però la possibilità di far scattare il contatore delle vittorie. A 38 anni Ben Swift è tornato a ricoprire il ruolo dell’uomo veloce, almeno in alcune occasioni, e il britannico ha risposto in maniera tutto sommato positiva, inanellando qualche piazzamento di discreto valore, seppur in corse non di primissimo livello. Più volte all’attacco e più volte piazzato è stato il tedesco Kim Heiduk, il cui raccolto personale non è stato disprezzabile, ma anche per lui vale il discorso del livello, relativo, delle gare in cui è riuscito a ritagliarsi i suoi spazi.
Vale poi una menzione d’onore l’ultima stagione in sella di un corridore quasi leggendario come Geraint Thomas. Il gallese non si è risparmiato, schierandosi al via per ben 67 volte nell’arco dell’anno, ma ormai le gambe, e probabilmente anche la testa, non erano quelle giuste per andare alla ricerca, facendo conto in particolare sulla sua proverbiale regolarità, di risultati importanti. A lui, comunque, va il necessario applauso per tutto quello che è stato capace di fare in una carriera lunghissima e anche per un atteggiamento sempre molto genuino e sincero.
+++ Thymen Arensman
++ Filippo Ganna
+ Egan Bernal
FLOP
Dopo tre stagioni solide e promettenti, Carlos Rodríguez è progressivamente sparito dalla scena. Lo spagnolo rimane la grande speranza della squadra per i Grandi Giri, ma in questo 2025 è mancato del tutto in occasione del Tour de France, uscendo di fatto subito di classifica (almeno per quel che riguarda le primissime posizioni), provando qualche estemporaneo attacco da lontano e finendo poi per ritirarsi a metà gara. Da quel ritiro in poi non ha più gareggiato e di lui non si è praticamente più parlato. Prima del Tour, qualche risultato lo aveva anche portato a casa (sesto al Giro di Romandia, nono al Giro del Delfinato), ma il bilancio individuale rimane abbastanza scarno.
Una “sparizione” ha caratterizzato anche la stagione di Caleb Ewan, che si era unito alla squadra ad annata ormai iniziata e che ha poi chiuso la carriera, in maniera improvvisa, tre mesi dopo. L’australiano si è presentato al via della Settimana Coppi e Bartali, vincendo una tappa, e poi è tornato in gara al Giro dei Paesi Baschi, contesto in cui, sfruttando un campo partenti ben poco “veloce”, si è preso la prima frazione. Quarantotto ore dopo, però, il velocista australiano ha lasciato la corsa, la squadra e anche il ciclismo, mettendo così la parola fine al suo percorso agonistico.
Tobias Foss aggiunge una nuova annata incolore a una serie iniziata ormai tre stagioni fa. Il norvegese rimane una volta di più lontano da quelle potenzialità che si erano manifestate da giovane e non è andato oltre, come miglior risultato personale, il nono posto nella classifica finale della Parigi-Nizza. Anche per lui, la stagione è durata relativamente poco, dato che, dopo il ritiro al Renewi Tour (agosto), non si è più visto in gara.
L’ormai 35enne Michał Kwiatkowski ha provato a rilanciarsi dopo i problemi fisici avuti nel 2024, ma non è andato oltre la giornata – molto brillante – della Clásica Jaén e il podio finale alla CRO Race, facendo poi fatica a spiccare nelle varie altre gare affrontate. Discorso simile per un altro “decano”, Bob Jungels, che, come il polacco, in carriera è stato capace anche di vincere una Monumento, ma che negli ultimi anni è raramente apparso ad alti livelli: il 2025 del lussemburghese ha visto comunque un successo, arrivato al Giro d’Austria, al termine di una bella cavalcata solitaria. Situazione un po’ criptica quella di Laurens de Plus, che nelle ultime stagioni era diventato una risorsa da classifica generale e che aveva iniziato bene l’anno, chiudendo fra i protagonisti la Volta a Catalunya (sesto posto finale e secondo nella “classica” del Montjuïc); il belga ha poi diradato le sue presenze in gara, si è ritirato dal Giro di Svizzera e da allora non si è più visto in azione.
Giusto un lampo, il terzo posto in una tappa alla Vuelta a Andalucia, e una Strade Bianche corsa in maniera tonica sono i punti più alti della stagione su strada di Connor Swift, che pare ormai molto più inclinato verso il Gravel, dove è stato campione nazionale e sesto all’Europeo. Brandon Rivera aveva iniziato discretamente la stagione e si era fatto vedere anche in qualche arrivo convulso del Giro d’Italia, da cui però ha dovuto ritirarsi a metà percorso; da lì in poi il rendimento del colombiano è andato in calando, considerando una Vuelta poi portata a termine senza alcun acuto. La terza stagione da pro’ dell’ancora 21enne Michael Leonard è trascorsa senza particolari acuti: il canadese ha provato a macinare chilometri in qualche fuga, senza però raccogliere frutti. In stagione è comunque arrivato il primo successo da professionista, al Campionato nazionale a cronometro.
Le ultime stagioni in gruppo di due pilastri come Jonathan Castroviejo e Omar Fraile sono state decisamente povere di spunti: i due spagnoli non hanno avuto modo di mettersi al lavoro per qualche capitano di classifica e dal punto di vista individuale non hanno raccolto fondamentalmente alcunché. Medesimo discorso per Salvatore Puccio, che ha provato a dare il suo contributo in una squadra che ha comunque avuto poco bisogno del “lavoro oscuro” che ne ha caratterizzato tutta la carriera.
Senza alcun acuto l’annata di Óscar Rodríguez, per il quale va ricordato comunque l’infortunio accusato in una delle prime corse della stagione, oltre che il gravissimo incidente patito nel 2023, da cui probabilmente sta faticando a riprendersi. Non pervenuto neppure Lucas Hamilton, che era stato ingaggiato nello scorso CicloMercato per aggiungere peso al reparto scalatori e che non ha mai trovato il modo di brillare nelle corse affrontate. Poco da segnalare, infine, per il 20enne danese Peter Øxenberg, promosso in “prima squadra” nel mese di agosto e schierato solo in qualche gara, buona per permettergli di accumulare esperienza.
– Tobias Foss
— Caleb Ewan
— Carlos Rodríguez
Classifica UCI
Ancora un passetto indietro per la Ineos Grenadiers, che, dopo il settimo posto ottenuto nel 2024, ha chiuso il 2025 una posizione più giù. Spicca il dato dei punti raccolti, che sono stati 12096,93, ben 3500 in meno rispetto all’annata precedente (quando già si registrò un calo, rispetto al 2023, di 2300 punti nel totale di fine anno). Di seguito i 20 corridori che hanno contribuito al punteggio di squadra nella stagione appena conclusa.
Miglior Momento
Dopo alcune stagioni buone, ma per certi versi anche contraddittorie, Thymen Arensman è riuscito a mettere in bacheca quelle vittorie di peso che tanto cercava. Era il 2022 quando vinse una tappa alla Vuelta a España e tre anni dopo, passati fra piazzamenti nelle generali e obiettivi sfumati, il neerlandese ha chiuso il Tour de France 2025 con due memorabili successi di giornata. Il primo di questi, arrivato sul traguardo di Superbagnères, alla fine di un tappone pirenaico, rimarrà probabilmente nei ricordi più luminosi della sua carriera, considerata la fuga da lontanissimo di cui è stato protagonista e anche l’arrivo in perfetta solitudine, dopo quasi quaranta chilometri di allungo solitario.
Volate – 5.7
Classiche – 6.9
Grandi Giri – 5.5
6
Stagione a dir poco contraddittoria per la squadra britannica, che ha proseguito lungo una traccia discendente, pur aumentando il numero di vittorie. Quel che rimane, incrociando i risultati con il livello delle varie corse, sono successi sì importanti, ma anche un ruolo divenuto quasi marginale, almeno rispetto a quel che accadeva anni fa, nelle gare che contano di più. La primavera di Ganna, la dedizione di Arensman e qualche lampo di corridori più giovani hanno comunque tenuto la squadra quantomeno nella metà alta del gruppo WorldTour, al netto del fatto che nessun corridore ha saputo chiudere fra i primi 10 dei tre Grandi Giri dell’anno.
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