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Redazione Economia

A fine anno l’assegno dei pensionati conterrà un extra oltre alla tredicesima. Introdotto vent’anni fa, l’importo di 154,94 euro è rivolto agli assegni più bassi (con limiti di reddito)

Per molti pensionati italiani, dicembre non significa soltanto feste, luci e pranzi in famiglia. È anche il mese in cui l’assegno dell’Inps diventa un po’ più generoso. Oltre alla consueta tredicesima — e, per alcuni, anche alla quattordicesima se non già erogata a luglio — una parte dei pensionati riceverà un piccolo extra: il cosiddetto bonus Natale da 154,94 euro.

Si tratta di un contributo aggiuntivo, introdotto ormai più di vent’anni fa, che ha un obiettivo preciso: offrire un sostegno concreto a chi percepisce pensioni vicine al minimo e si trova a dover affrontare spese più alte durante le festività o a causa dell’aumento generale dei prezzi. Non è una misura per tutti, ma un aiuto mirato a chi rispetta determinati requisiti economici e reddituali.



















































Un sostegno introdotto nel 2001

Tecnicamente, il bonus Natale si chiama importo aggiuntivo e vale 154,94 euro. È stato istituito con la legge finanziaria del 2001 (articolo 70 della legge n. 388/2000) e da allora rappresenta un segnale di attenzione verso i pensionati con redditi bassi. Non è un regalo natalizio nel senso stretto del termine, ma una misura strutturale che ogni anno torna a dicembre, applicata secondo parametri precisi.

L’importo aggiuntivo, infatti, viene calcolato sulla base della pensione annua e del reddito complessivo del beneficiario. Questo significa che non tutti i pensionati lo ricevono e che, in alcuni casi, la cifra può anche essere ridotta, se l’assegno supera di poco la soglia prevista.

​A chi spetta

Il bonus è destinato ai titolari di pensioni previdenziali erogate dall’Inps o da enti equiparati. Restano invece esclusi i trattamenti di tipo assistenziale, come gli assegni sociali, le pensioni di invalidità civile o le indennità che non derivano da un rapporto contributivo. Ne restano fuori anche le pensioni dei dirigenti d’azienda e dei dipendenti di enti creditizi, così come tutte le prestazioni che non hanno natura di vera e propria pensione.

Ma non basta appartenere alla categoria giusta. Il diritto al bonus dipende anche dall’importo della pensione annua e dal reddito complessivo del pensionato. Solo chi rientra in specifici limiti fissati annualmente dall’Inps può beneficiarne.

Come funziona il calcolo

Il meccanismo è semplice, almeno nelle intenzioni. Chi percepisce una pensione annua pari o inferiore al trattamento minimo aumentato del bonus riceve l’intera somma di 154,94 euro. Se invece la pensione è leggermente più alta — compresa tra il minimo e il minimo più il bonus — l’importo viene ridotto, corrispondendo solo la differenza tra la soglia massima e la pensione effettivamente percepita.

A questo si aggiungono i limiti di reddito: per i pensionati soli, il reddito complessivo assoggettabile all’Irpef non deve superare una volta e mezza il trattamento minimo annuo. Per i coniugati o uniti civilmente, il limite complessivo sale a tre volte il trattamento minimo, ma a condizione che ciascun coniuge resti comunque entro il proprio limite individuale. In altre parole, il beneficio è calibrato per concentrare le risorse su chi ha effettivamente una situazione economica fragile.

Come e quando arriva

La buona notizia è che non serve fare nulla. L’importo aggiuntivo viene accreditato automaticamente con la pensione di dicembre. L’Inps verifica in autonomia i requisiti e, se tutto è in regola, versa il bonus insieme all’assegno mensile.

Chi però ritiene di averne diritto e non lo riceve può chiedere un controllo attraverso la procedura di ricostituzione della pensione, disponibile online sul portale Inps con le proprie credenziali. In questo modo è possibile correggere eventuali errori o omissioni nei dati reddituali.

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10 novembre 2025 ( modifica il 10 novembre 2025 | 19:40)